Ieri mattina, presso Confindustria Valle d'Aosta, Roberto Nale, responsabile regionale della Fiap,la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali, ha presentato il tradizionale rapporto sull'Osservatorio del mercato immobiliare, che fa il punto sull'andamento del 2012. Due gli elementi di particolare interesse. Da un lato il manifesto per il rilancio immobiliare già reso noto in occasione delle ultime elezioni politiche con lo slogan «Se riparte l'immobiliare, riparte l'Italia». Dall'altro un'analisi dell'andamento del mercato che mi sembra utile sottoporre alla tua attenzione. Con il Governo tecnico appena insediato per salvare l'Italia risvegliatasi improvvisamente sull'orlo del baratro, per il mercato immobiliare il 2012 era iniziato in un clima di grande incertezza; il nuovo Consiglio dei Ministri Tecnico infatti prospettava, oltre alle misure lacrime e sangue mirate ai beni primari come casa e carburanti, anche dispositivi equi che a medio termine avrebbero dovuto favorire il rilancio dell'economia. Con ciò i primi mesi del 2012 sono stati caratterizzati da un clima attendista, con una progressiva diminuzione del numero di compravendite, peraltro ancora accompagnata da una sostanziale tenuta dei prezzi. Se da un lato gli aggravi fiscali e la sostanziale indisponibilità del sistema bancario a concedere nuovi mutui preoccupava infatti il mercato, dall'altro lato resisteva l'endemica fiducia nel mattone del popolo italico.
Con il passare dei mesi, purtroppo, molti Italiani si sono resi conto che, se gli inasprimenti fiscali adottati dal Governo tecnico avevano salvaguardato l'indice di affidabilità del grande debitore Italia rassicurando i suoi creditori e dando una grossa mano all'apparato bancario, sul fronte del rilancio del sistema produttivo e dell'equità sociale non è stato fatto pressoché nulla di concreto e, anzi, le manovre fiscali elaborate dal Governo hanno avuto pesanti effetti recessivi sulla nostra economia reale già duramente provata da anni di difficoltà e decrescita.
Non servono professori per capire che in un simile sistema, non solo le banche, colpevoli di avere rischiato e in molti casi perso il denaro dei risparmiatori nella finanza creativa, sono diventate troppo spesso indisponibili a finanziare-gli acquirenti di case, ma anche gli stessi utenti hanno perso l'animo necessario per indebitarsi contraendo un mutuo per l'acquisto della casa. Il crollo della domanda di mutui nel 2012 è stato, in percentuale, molto superiore alla diminuzione delle compravendite.
In questo congiuntura il mercato della casa, da sempre "bene rifugio" delle famiglie italiane, è risultato così tra i più penalizzati in un contesto generale che ha peraltro innescato perdite significative nella grande maggioranza dei settori dell'economia produttiva italiana. Nella seconda metà dell'anno, infatti, anche sul fronte dei prezzi (oltre che sul numero di compravendite), si sono registrate variazioni negative più significative.
Le statistiche dell'Agenzia del Territorio sono eloquenti: in Italia nel 2012 il dato complessivo sconta quasi 160 mila unità abitative in meno vendute rispetto all'anno precedente, pari a circa il 26% del volume; nella nostra regione l'anno si è chiuso con circa. 1500 vendite, contro le quasi 1950 del 2011 (circa 2300 nel 2007) con una perdita del 22%. Il dato è meno pesante per Aosta che ha perso "solo" il 9,4 passando da 320 a 290 unità e collocandosi nella parte alta della classifica delle cittadine meno in perdita. Se raffrontiamo i dati del 2012 a quelli del periodo 2006-2008 le perdite passano al 35% su base regionale, e 31% nel Capoluogo. Le percentuali di perdita di valore degli immobili sono meno pesanti e, rispetto all'anno precedente, si riscontrano diminuzioni variabili tra il 4 e il 15%. Alla luce di questi dati si può affermare che, sebbene il segno meno resti l'unico protagonista delle statistiche, nel 2012 il mercato residenziale di Aosta ha tenuto relativamente bene rispetto a molte altre località italiane, mentre il dato regionale si trova comunque anch'esso dalla parte positiva rispetto all'indicatore medio nazionale. Certo, siamo lontani da un andamento normale e in tutti i casi la situazione permane decisamente favorevole ai pochi che hanno la possibilità di acquistare piuttosto che al gruppo, più numeroso, dei venditori.
Per questo inizio 2013 non si dispone ancora dei dati statistici dell'Agenzia del Territorio ma la sensazione degli operatori della FIAIP è che il corso della recessione non stia regredendo e che sia Improbo prevedere miglioramenti a breve, almeno sino a quando non vi sarà un Governo stabile composto da persone solidali, responsabili e competenti che sappiano pensare al bene di tutti gli Italiani ridando stimolo e fiducia all'economia reale.
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