Nicola Rosset |
Contenuto premium per i visitatori del blog. Propongo la versione integrale dell'intervista fatta al Presidente della Camera di Commercio Nicola Rosset. Sia sul Corriere della Valle che in radio nell'ultima puntata di questo ciclo di ImpresaVda si trattava di versioni più ridotte. Buona lettura.
Avete da poco presentato il vostro bilancio consuntivo 2013 qual è la situazione?
La Chambre
Valdôtaine è tornata a chiudere il bilancio in pareggio sulla cifra di 4 milioni e 250 mila euro circa.
Si tratta di un risultato importante che non deve però far dimenticare la
difficile situazione economica che interessa anche la Camera di Commercio così
come tutto il comparto economico in generale.
Il risultato di
pareggio è infatti il frutto di una attenta pianificazione degli interventi
così come di un puntuale e precisa politica di contenimento dei costi che ha
interessato tutte le strutture dell’Ente dagli organi politici e amministrativi
alla dotazione organica. Oltre ad una riduzione dei costi degli amministratori
abbiamo infatti anche dovuto compiere scelte dolorose, come quella della messa
in liquidazione della società in house o del mancato rinnovo dei contratti a
termine in scadenza.
Si tratta, come
detto, di scelte dolorose che abbiamo però dovuto assumere proprio per
ottemperare a quella che è la mission della Chambre e cioè offrire alle imprese
valdostane un costante supporto sia in termini di servizi, sia in termini di
promozione, innovazione ed internazionalizzazione.
La priorità è
stata dunque quella, in primis, di non penalizzare in nessun modo le imprese.
Avete anche presentato le iniziative svolte nel
2013
Il 2013 ha visto
la Chambre Valdôtaine impegnata nella realizzazione di 39 iniziative dirette alle imprese, con un impegno economico
direttamente finalizzato alla promozione di
1 milione 380 mila euro circa. Ad iniziative ormai classiche, come il
Marché au Fort, la Giornata dell’Economia, il concorso per le Fontine
d’Alpeggio, abbiamo cercato di affiancare momenti di formazione per le imprese e
nuovi progetti che potessero in qualche modo favorire la crescita del comparto
economico. Penso ad esempio l’apertura alle imprese valdostane dei progetti PIM
e PIF del Centro Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte o al progetto
“De la Terre à la Table” o ancora ai voucher per l’efficientamento energetico.
Si tratta di
alcuni esempi ai quali è necessario affiancare la “normale” attività di
servizio che gli uffici della Chambre portano avanti quotidianamente e che si
concretizzano, tra gli altri, in qualcosa come quasi 21 mila pratiche evase dal Registro Imprese.
Anche in questo
caso, purtroppo, la crisi ci ha obbligati ad un ridimensionamento degli
interventi nell’ambito della promozione, ma ritengo importante segnalare che
nell’ultimo triennio gli investimenti della Chambre in questo contesto sono
stati di quasi 7 milioni di euro,
con un ritorno pro capite medio sulle
aziende di circa 190 euro a fronte di una quota di diritto annuale che per oltre il 60% delle imprese valdostane è inferiore
a 150 euro l’anno.
Alla Giornata dell’economia è stato illustrato
un quadro complesso per la Regione…
In effetti
quello che è emerso nel corso della Giornata dell’Economia è un quadro che vede
la nostra regione ancora impegnata ad affrontare la crisi che ormai da diversi
anni attanaglia l’Italia e più in generale l’intera Europa. In Valle d’Aosta tra il 2008 ed il 2013 il numero di
imprese si è contratto del 5,6% con una perdita particolarmente
rilevante nel settore dell’agricoltura (-
609 imprese nell’intero periodo). Anche i settori delle costruzioni e
del commercio, seppur con numeri più contenuti, hanno registrato variazioni
negative. Un trend positivo ha invece caratterizzato le imprese del turismo (alloggio e ristorazione), che sono cresciute
del 5,2% rispetto al 2008.
A preoccupare,
però, è soprattutto l’occupazione. Dal 2008, infatti, abbiamo perso circa 1.600 occupati e il tasso
di disoccupazione nel 2013 ha
superato la quota dell’8% e nel primo trimestre di quest’anno ha
raggiunto il nuovo record del 9,2%.
A farne le spese sono soprattutto i giovani tra i 15 ed i 24 anni, per i quali la disoccupazione arriva addirittura al
30,8%.
Si tratta di
numeri preoccupanti a cui si affiancano, nonostante qualche lieve segnale di
ripresa, analisi prospettiche che dicono che per quest’anno ci sarà ancora da
soffrire. Proseguendo la tendenza negativa che ha caratterizzato il 2013, nei
primi mesi del 2014 è infatti prevista una ulteriore riduzione
dell'occupazione.
Come ho avuto
modo di ribadire anche durante la giornata di lavoro all’Universita della Valle
d’Aosta è in questo contesto che si deve inserire un importante processo di
riforma del sistema economico ed imprenditoriale che mai come in questo momento
appare fondamentale per un rilancio del sistema economico. Si tratta di un
processo che deve vedere in prima linea il Governo nazionale ma a cui devono
prendere parte attiva tutte le realtà economiche operanti “sul campo”. Credo
infatti che alla base delle riforme non possa che esserci una visione della
società e dell’economia che abbia al centro i territori e le comunità che li
rendono vivi. È proprio da qui che bisogna partire per ragionare di ripresa, di
nuovi modelli di sviluppo, di politica economica.
Modelli di
sviluppo che non possono non tenere conto delle possibilità offerte da nuovi
settori, come ad esempio quello della Green Economy, che proprio per la
trasversalità dei possibili ambiti di intervento potrebbe rappresentare un
importante occasione di crescita per le imprese.
Il ruolo delle imprese familiari: quali scenari
ha disegnato la ricerca?
Quella delle
imprese familiari è senza dubbio una delle componenti fondamentali del sistema
imprenditoriale valdostano. Nel 2012
sono 9.930 le imprese familiari attive con addetti. Una fetta che
rappresenta l’ 85,3 % del totale
delle aziende attive, con una percentuale superiore sia al dato
registrato per il Nord Ovest che del dato medio nazionale. Si tratta di aziende
attente al rapporto con i propri dipendenti. Imprese cui stanno a cuore fornitori
e clienti. Imprese che rinunciano ai potenziali benefici di una
delocalizzazione produttiva in paesi a più bassi costi di produzione per senso
di responsabilità nei confronti dei lavoratori oltre che per il forte
radicamento al territorio.
Esse costituiscono
l’ossatura portante di un sistema che si caratterizza per volumi produttivi
limitati ma per una grande qualità delle produzioni. Il nostro è infatti un
territorio che costituisce un importante atout turistico e naturalistico ma
anche un limite per lo sviluppo e la gestione delle aziende.
E proprio queste
aziende saranno chiamate nei prossimi anni ad affrontare, oltre alle difficoltà
legate al mercato, ad affrontare una sfida certamente impegnativa, quella del passaggio generazionale che nei prossimi
cinque anni interesserà oltre il 15% delle imprese familiari
valdostane. Sarà questo un passaggio di grande importanza a supporto del quale
anche la Camera di Commercio dovrà essere in grado di mettere in campo tutte le
sue capacità proprio per fare in modo che questo momento possa trasformarsi in
una importante occasione di crescita per l’intera economia valdostana.
Si intravede anche un ruolo più dinamico delle
imprese sociali…
La crisi
economica h certamente portato ad un profondo cambiamento anche nel sistema
sociale valdostano, ma più in generale italiano ed internazionale. E’ in questo
contesto che deve essere inserito un possibile nuovo ruolo delle imprese
sociali. Il profondo radicamento nei confronti del territorio porta sempre le
imprese familiari ad associarsi alle imprese cooperative, a quelle sociali e a
quelle non profit nel costruire un modello socioeconomico differente. Un
modello nel quale il profitto si coniuga con l’esigenze sociali della comunità
secondo il principio per cui senza il lavoro, un’impresa non vive, quindi non
produce; così come, senza l’impresa, il lavoro resta inespresso e la società
non progredisce.
In termini
numerici possiamo dire che il numero di cooperative in Valle d’Aosta resta sostanzialmente stabile ed principali
settori di attività delle imprese nonprofit sono attualmente quello delle attività
artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, quello delle altre
attività di servizi, quello della sanità e assistenza sociale, quello dell’agricoltura,
silvicoltura e pesca e quello dell’istruzione
La base e le
potenzialità su cui lavorare esistono dunque, ma occorre lavorare accanto alle
comunità di imprese, sviluppando un contesto favorevole a farle crescere e a
esaltarne la capacità di trainare la ripresa economica.
Un giudizio su questo primo semestre?
Direi che da
quanto abbiamo avuto modo di vedere dai primi mesi dell’anno la Valle d’Aosta è
ancora impegnata nel combattere la crisi. Tra qualche settimana avremo a
disposizione i dati riferiti al 2 trimestre 2014, ma da quanto emerso nei primi
tre mesi dell’anno abbiamo potuto vedere che si conferma il momento di
incertezza che interessa più in generale l’intero comparto nazionale. Se
infatti si conferma il calo del numero di iscrizioni, si registra anche un calo
del numero delle cancellazioni, così come un lieve miglioramento, seppure in un
contesto ancora negativo si può registrare per quanto concerne il tasso di
crescita.
I settori che al
momento sembrano ancora patire maggiormente la congiuntura economica sono
quello dell’agricoltura e delle costruzioni, mentre notizie più incoraggianti
giungono dalle attività professionali, da quelle immobiliari, dai trasporti,
dal turismo e dall'energia che registrano saldi positivi per quanto concerne il
numero delle imprese.
In sostanza,
prendendo in esame i dati riferiti al primo trimestre possiamo dire che i numeri sembrano confermare il momento di
difficoltà e di incertezza legato alla complessità del quadro nazionale. Da una
parte quindi preoccupa il calo delle nuove iscrizioni, che testimonia la
presenza di un forte senso di ansia rispetto al futuro, dall'altra fa ben
sperare il calo delle cancellazioni, che testimonia la tenacia e la speranza
che gli imprenditori valdostani hanno nei confronti di una ripresa che sempre
più appare legata ai futuri provvedimenti economici che il Governo assumerà per
il rilancio del paese.
Quali attività avete in programma da qui a
fine anno?
L’obiettivo
della Chambre rimane quello di supportare le imprese. Una mission che
consideriamo imprescindibile ma che dovrà inevitabilmente fare i conti con
quelle che saranno le linee guida che la riforma della pubblica amministrazione
stabilirà. Sarà quindi necessario proseguire sulla strada dell’ottimizzazione
delle risorse e degli investimenti senza per questo penalizzare le imprese.
Il lavoro che
porteremo avanti proseguirà comunque lungo il percorso già intrapreso nei primi
mesi dell’anno cercando di affiancare ad attività più prettamente promozionali
ed informative come ad esempio il Marché au Fort, De la Terre à la Table o
Commercianti in Festa, momenti di formazione e di crescita per le aziende.
Proseguiranno le attività a servizio delle imprese, come ad esempio il lavoro
con il Laboratorio Chimico Camera di Commercio di Torino, con il quale abbiamo
recentemente rinnovato il protocollo di collaborazione in materia di
etichettatura, così come i progetti portati avanti con il Centro Estero per
l’Internazionalizzazione del Piemonte in materia appunto di
internazionalizzazione.
Con la stessa
filosofia abbiamo da poco formalizzato un Protocollo di Legalità con le Forze
dell’Ordine per favorire, grazie a nuovi strumenti informatici, l’attività di
controllo e di tutela dei mercati e dei consumatori così come si sta
concretizzando il progetto legato all’efficientamento energetico realizzato
grazie al supporto dei Fondi Perequativi nazionali di Unioncamere che
coinvolgerà imprese e professionisti.
Un discorso a
parte meritano poi le iniziative che, in collaborazione con l’Amministrazione
regionale e le Associazioni di categoria, stiamo elaborando per garantire
adeguata visibilità e importanti ricadute economiche alla Valle d’Aosta in
occasione dell’appuntamento con Expo 2015.
La strada sarà
dunque quella di mettere in campo tutte le energie della Chambre per cercare di
sviluppare nuove forme di collaborazione con i diversi soggetti della rete
camerale al fine di poter dare forma e progetti capaci di massimizzare i
risultati garantendo al tempo stesso criteri di economicità ed efficienza.
Una novità da annunciare in esclusiva a
ImpresaVda
Proprio in linea
con quanto affermato in precedenza la Chambre Valdôtaine, anche in linea con
quanto deciso dal Comitato Esecutivo di Unioncamere in materia di riforma del
Sistema Camerale, ha recentemente siglato un accordo con Unioncamere del
Piemonte per la gestione associata di alcune funzioni in tema di promozione
imprenditoriale, innovazione ed internazionalizzazione. Si tratta di una best
practice che rappresenta una eccellenza anche a livello nazionale e che, anche
attraverso l’apertura di uno sportello ad Aosta a servizio delle imprese
valdostane, si pone l’obiettivo di unire gli sforzi di due realtà diverse ma
che presentano, per molti aspetti, problematiche similari. L’esperienza, anche
a livello internazionale di Unioncamere Piemonte si sposa in questo modo all'eccellenza e alla grande qualità dell’imprenditoria valdostana.
Il protocollo,
che va ad affiancarsi all'attività già da tempo portata avanti in sinergia
dalle Camere di Commercio Piemontese e Valdostana nell'ambito dell’Euroregione
Alp Med, interesserà nuove forme di collaborazione nell'ambito della
regolazione del mercato, dell’internazionalizzazione e dell’innovazione, nella
promozione imprenditoriale e nei servizi alle imprese, nella promozione
territoriale delle eccellenze agroalimentari, nella programmazione comunitaria
2014-2020, nella valorizzazione dell’artigianato, nell'analisi economica.
Qual è il sogno del
Presidente della Chambre per chi fa impresa in Valle d’Aosta?
La speranza non
può che essere che questo difficile momento economico possa finire al più
presto. Si tratta di un obiettivo a cui certamente stanno lavorando tutti i
soggetti coinvolti a livello locale e nazionale, ma che per essere raggiunto
necessita di scelte razionali e ben ponderate.
Quanto fino ad
ora prospettato dal Governo nazionale in materia di Camere di Commercio appare
sinceramente un intervento dettato più da una esigenza comunicativa che da una
reale valutazione della situazione. Il rischio è infatti che, per assicurare un risparmio di circa 50 euro annui
alle imprese le si privi di un importante punto di riferimento amministrativo,
nonché di un fondamentale supporto promozionale.
Le Camere di
Commercio rappresentano uno dei partner più affidabili ed efficienti per le
imprese (come recentemente confermato anche da uno studio condotto dall'Istituto Tagliacarne) nell'ambito dell’internazionalizzazione e dell’innovazione, della promozione e di supporto per l’accesso al credito. Ad
esse spetta però anche un compito spesso sottovalutato, quello del controllo e
della regolazione del mercato. Basti pensare che una eventuale sparizione delle
Camere di Commercio metterebbe le imprese nella malaugurata condizione, al
momento di stipulare qualunque tipo di accordo, di non avere certezze,
informazioni o garanzie in merito al proprio interlocutore e al suo ruolo all'interno dell’impresa.
L’auspicio è
dunque quello che, in un inevitabile contesto di contenimento dei costi e di
riforma dell’intero sistema camerale, le scelte che saranno fatte non siano
frutto di populismo e di smania di azione a tutti i costi. Come ho sempre detto
abbiamo bisogno di semplificare e snellire, risparmiare, eliminare privilegi e
lentezze, ma senza per questo lasciare soli e impoverire i territori. Serve
salvaguardare e valorizzare gli esempi di buona amministrazione in cui spesso
le imprese stesse hanno trovato, e devono poter continuare a trovare, persone
competenti e istituzioni che lavorano per il bene comune.
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