Roberto Sapia |
Nei giorni scorsi con una conferenza stampa presso Cassa edile avete annunciato
la costituzione di un Osservatorio di mercato sul sistema delle
costruzioni in Valle d'Aosta. Di cosa si tratta?
La
Cassa edile è la casa delle imprese e dei lavoratori. Ne fanno parte
le associazioni datoriali, i sindacati, ed è un centro di raccolta
di dati importanti. Grazie alla presidente Rosanna Pagani, al
direttore e ad Ezio Riccio il direttivo ha riflettuto sul fatto che
tutti questi dati dovevano permetterci di conoscerci meglio, di conoscere
che aziende abbiamo e quali sono i potenziali in questo momento di
crisi. Abbiamo poi affidato uno studio alla CGIA di Mestre che, oltre
ad istituire un Osservatorio, grazie all'immensa mole di dati di Cassa
Edile ha fatto proprio uno studio sul nostro settore e ha consentito
attraverso interviste e dati statistici raccolti sul territorio di
presentare una fotografia del settore delle Costruzioni.
Detto
questo la fotografia del settore è da the day after. I dati forniti
da cassa edile sono pesantissimi...
Sono
dati catastrofici. Nella premessa del rapporto del resto la nostra
Presidente lo ha detto bene. Non si vedono più gru né autocarri che
circolano ad Aosta. Dalla crisi sono spariti 1300 addetti, si sono perse
innumerevoli imprese e 47 milioni di Pil in quanto a
differenza delle altre regioni dove l'edilizia vale mediamente un 5%
in Valle d'Aosta siamo al 12%. Considerato poi che gran parte
del Pil è sui servizi e l'amministrazione regionale con le sue
partecipate pesa in maniera considerevole è chiaro che il
comparto delle costruzioni ha un grande peso economico. Riguardo poi
allo studio che ha portato alla costituzione dell'Osservatorio va
detto che i dati drammatici della crisi delle costruzioni sono
conosciuti anche se non così dettagliatamente. L'analisi è stata
molto fredda. Si è trattato di un bisturi che è entrato nel fisico
del comparto. Da questo però emerge anche una riflessione di tipo
socio-economico in quanto poi alla fine la crisi in Valle d'Aosta
comporta anche un ragionamento sulle prospettive di crescita della
nostra regione.
Come
Cna in una vostra recente nota numeri alla mano avete chiamato in
causa la politica. A Bolzano calano le spese correnti e aumentano gli
investimenti e qui è accade praticamente l'inverso... Perché
accade questo e in questo scenario l'Osservatorio che ruolo può
avere?
La
novità è che questo studio è avvenuto in Cassa Edile dove sono
presenti tutte le realtà del settore. Il ragionamento, richiamato
dal comunicato di Cna, è che in questo momento di profonda crisi
economica e sociale, in questo momento di cambiamento, la politica non
può chiudersi in riunioni con vertici di partiti e movimenti per
costituire nuovi assetti. Abbiamo condiviso come imprese la richiesta
di un dialogo con la politica, di un confronto sulle scelte future,
strategiche della Valle d'Aosta. La Valle deve tornare a crescere. Si deve tornare ad
investire. Le spese correnti sono una necessità. Si deve invertire
la rotta. La Valle d'Aosta deve puntare su alcuni settori come il turismo ad esempio. L'edilizia è di supporto al turismo. Vanno condivise delle
scelte strategiche consentano un miglioramento dell'ambiente, del
patrimonio immobiliare e delle possibilità turistiche della nostra
regione. Questo confronto deve essere aperto, ideale. Non può essere
un confronto verticistico di partiti che ritengono di avere un
pacchetto di voti. Questa politica è destinata a finire e a
cambiare. Sta nascendo effettivamente un modo nuovo di pensare di
cittadini e di imprese. Sono convinto che la politica se ne accorgerà
e questo dialogo avverrà.
L'unica
nota positiva arriva dalla riqualificazione... Questi dati possono
anche suggerirci una strategia di azione?
La
crisi ha portato delle opportunità – come sempre capita, come è
capitato in tutti i settori. L'opportunità è quella che ci si è
resi conto che il nostro patrimonio immobiliare aveva bisogno di una
riqualificazione. E quando si tocca questo tema per lo più si
intende la riqualificazione energetica dei nostri edifici. E' giusto.
Ci sono gli strumenti per farlo e in futuro i nostri edifici
dovranno consumare molto di meno. Ma, a mio modo di vedere, è modesta
come opportunità di rilancio del settore delle costruzioni. Riguarda
una fetta di mercato relativamente significativa. Quando si parla di
riqualificazione io penso – e vorrei tornare al tema delle scelte
strategiche da adottare con la politica – alla
riqualificazione urbana avendo il coraggio di identificare gli
edifici che è possibile abbattere. Le nostre città devono cambiare.
Va salvaguardato tutto il patrimonio storico-artistico monumentale.
Si devono fare delle scelte corrette. Salvaguardare i borghi. Ma quegli edifici e quelle parti di aree urbane che riteniamo superate
vanno ricostruite interamente. Va riutilizzato il brownfield, cioè
il terreno già edificato, per salvaguardare il greenfield. Scelte
del genere - che all'estero sono la quotidianità - richiedono veramente
un confronto serrato e attento con tutte le parti. Ma la Valle
d'Aosta deve poter effettuare queste scelte per prepararsi ad un
futuro prossimo e deve avere coraggio, confrontandosi in maniera
seria, anche accanita, ma bisogna farlo. La riqualificazione cioè
mettere il polistirolo intorno ad una casa è utile. Va bene. Le case
sicuramente consumeranno meno, ma non è quella la riqualificazione
che può rilanciare l'edilizia.
La
presidente Pagani ha ipotizzato una la necessità di una terapia
shock. E' possibile?
Riteniamo
sia una necessità. Vanno presi provvedimenti immediati. Occorre una
cura da elefante. Possibile lo è per forza. La perdita di così
tanti addetti e imprese associata al peso del comparto sul Pil sta a
significare che se dovesse continuare questa crisi il problema non è
più – anzi non lo è già – delle costruzioni, ma del sistema
socio-economico complessivo. C'è un impoverimento della società
valdostana. Invertire la tendenza richiede scelte strategiche per
portare la Valle d'Aosta ad una crescita. Bisogna trovare delle
risorse affinché si torni ad investire nelle infrastrutture.
Condivido in toto il pensiero della Presidente.
Una
novità come Osservatorio o Cna?
L'Osservatorio
diventerà strutturale. Diventerà uno strumento utile per tutti, ma
prima dell'Osservatorio la CGIA di Mestre renderà pubblico il suo studio che permetterà di ragionare non soltanto su
dati quantitativi, ma pure qualitativi a partire ad esempio dalla
capacità delle imprese valdostane di uscire dalla Valle d'Aosta.
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