11 marzo 2015

Roberto #Sapia (#Cna #Costruzioni): «Riutilizzare il #brownfield per salvaguardare il #greenfield»

Roberto Sapia
Abbiamo intervistato Roberto Sapia, della Cna Costruzioni.

Nei giorni scorsi con una conferenza stampa presso Cassa edile avete annunciato la costituzione di un Osservatorio di mercato sul sistema delle costruzioni in Valle d'Aosta. Di cosa si tratta?
La Cassa edile è la casa delle imprese e dei lavoratori. Ne fanno parte le associazioni datoriali, i sindacati, ed è un centro di raccolta di dati importanti. Grazie alla presidente Rosanna Pagani, al direttore e ad Ezio Riccio il direttivo ha riflettuto sul fatto che tutti questi dati dovevano permetterci di conoscerci meglio, di conoscere che aziende abbiamo e quali sono i potenziali in questo momento di crisi. Abbiamo poi affidato uno studio alla CGIA di Mestre che, oltre ad istituire un Osservatorio, grazie all'immensa mole di dati di Cassa Edile ha fatto proprio uno studio sul nostro settore e ha consentito attraverso interviste e dati statistici raccolti sul territorio di presentare una fotografia del settore delle Costruzioni.

Detto questo la fotografia del settore è da the day after. I dati forniti da cassa edile sono pesantissimi...
Sono dati catastrofici. Nella premessa del rapporto del resto la nostra Presidente lo ha detto bene. Non si vedono più gru né autocarri che circolano ad Aosta. Dalla crisi sono spariti 1300 addetti, si sono perse innumerevoli imprese e 47 milioni di Pil in quanto a differenza delle altre regioni dove l'edilizia vale mediamente un 5% in Valle d'Aosta siamo al 12%. Considerato poi che gran parte del Pil è sui servizi e l'amministrazione regionale con le sue partecipate pesa in maniera considerevole è chiaro che il comparto delle costruzioni ha un grande peso economico. Riguardo poi allo studio che ha portato alla costituzione dell'Osservatorio va detto che i dati drammatici della crisi delle costruzioni sono conosciuti anche se non così dettagliatamente. L'analisi è stata molto fredda. Si è trattato di un bisturi che è entrato nel fisico del comparto. Da questo però emerge anche una riflessione di tipo socio-economico in quanto poi alla fine la crisi in Valle d'Aosta comporta anche un ragionamento sulle prospettive di crescita della nostra regione.

Come Cna in una vostra recente nota numeri alla mano avete chiamato in causa la politica. A Bolzano calano le spese correnti e aumentano gli investimenti e qui è accade praticamente l'inverso... Perché accade questo e in questo scenario l'Osservatorio che ruolo può avere?
La novità è che questo studio è avvenuto in Cassa Edile dove sono presenti tutte le realtà del settore. Il ragionamento, richiamato dal comunicato di Cna, è che in questo momento di profonda crisi economica e sociale, in questo momento di cambiamento, la politica non può chiudersi in riunioni con vertici di partiti e movimenti per costituire nuovi assetti. Abbiamo condiviso come imprese la richiesta di un dialogo con la politica, di un confronto sulle scelte future, strategiche della Valle d'Aosta. La Valle deve tornare a crescere. Si deve tornare ad investire. Le spese correnti sono una necessità. Si deve invertire la rotta. La Valle d'Aosta deve puntare su alcuni settori come il turismo ad esempio. L'edilizia è di supporto al turismo. Vanno condivise delle scelte strategiche consentano un miglioramento dell'ambiente, del patrimonio immobiliare e delle possibilità turistiche della nostra regione. Questo confronto deve essere aperto, ideale. Non può essere un confronto verticistico di partiti che ritengono di avere un pacchetto di voti. Questa politica è destinata a finire e a cambiare. Sta nascendo effettivamente un modo nuovo di pensare di cittadini e di imprese. Sono convinto che la politica se ne accorgerà e questo dialogo avverrà.

L'unica nota positiva arriva dalla riqualificazione... Questi dati possono anche suggerirci una strategia di azione?
La crisi ha portato delle opportunità – come sempre capita, come è capitato in tutti i settori. L'opportunità è quella che ci si è resi conto che il nostro patrimonio immobiliare aveva bisogno di una riqualificazione. E quando si tocca questo tema per lo più si intende la riqualificazione energetica dei nostri edifici. E' giusto. Ci sono gli strumenti per farlo e in futuro i nostri edifici dovranno consumare molto di meno. Ma, a mio modo di vedere, è modesta come opportunità di rilancio del settore delle costruzioni. Riguarda una fetta di mercato relativamente significativa. Quando si parla di riqualificazione io penso – e vorrei tornare al tema delle scelte strategiche da adottare con la politica – alla riqualificazione urbana avendo il coraggio di identificare gli edifici che è possibile abbattere. Le nostre città devono cambiare. Va salvaguardato tutto il patrimonio storico-artistico monumentale. Si devono fare delle scelte corrette. Salvaguardare i borghi. Ma quegli edifici e quelle parti di aree urbane che riteniamo superate vanno ricostruite interamente. Va riutilizzato il brownfield, cioè il terreno già edificato, per salvaguardare il greenfield. Scelte del genere - che all'estero sono la quotidianità - richiedono veramente un confronto serrato e attento con tutte le parti. Ma la Valle d'Aosta deve poter effettuare queste scelte per prepararsi ad un futuro prossimo e deve avere coraggio, confrontandosi in maniera seria, anche accanita, ma bisogna farlo. La riqualificazione cioè mettere il polistirolo intorno ad una casa è utile. Va bene. Le case sicuramente consumeranno meno, ma non è quella la riqualificazione che può rilanciare l'edilizia.

La presidente Pagani ha ipotizzato una la necessità di una terapia shock. E' possibile?
Riteniamo sia una necessità. Vanno presi provvedimenti immediati. Occorre una cura da elefante. Possibile lo è per forza. La perdita di così tanti addetti e imprese associata al peso del comparto sul Pil sta a significare che se dovesse continuare questa crisi il problema non è più – anzi non lo è già – delle costruzioni, ma del sistema socio-economico complessivo. C'è un impoverimento della società valdostana. Invertire la tendenza richiede scelte strategiche per portare la Valle d'Aosta ad una crescita. Bisogna trovare delle risorse affinché si torni ad investire nelle infrastrutture. Condivido in toto il pensiero della Presidente.

Una novità come Osservatorio o Cna?
L'Osservatorio diventerà strutturale. Diventerà uno strumento utile per tutti, ma prima dell'Osservatorio la CGIA di Mestre renderà pubblico il suo studio che permetterà di ragionare non soltanto su dati quantitativi, ma pure qualitativi a partire ad esempio dalla capacità delle imprese valdostane di uscire dalla Valle d'Aosta.

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