7 marzo 2016

Ivo vierin (#SaintGrat): «sogno una Valle d'#Aosta piena di frutticoltori»

Ivi Viérin
Questa settimana abbiamo intervistato Ivo Viérin, titolare della Saint-Grat. Società attiva nel settore della frutticoltura. 

La vostra azienda vanta una lunga storia…
Mio padre da Charvensod sposandosi a Gressan ha trovato un frutteto già in produzione, lo ha migliorato, coltivato e portato avanti e, soprattutto, mi ha passato questo virus della frutticoltura che è qualcosa di fantastico.

La Saint-Grat produce succhi di frutta di mele con una particolarità. Di cosa si tratta?
Da tre anni a questa parte produciamo succo di mela. L'azienda è cresciuta molto, i quantitativi cominciano ad essere importanti e così si è creato uno spazio per dedicare una parte del prodotto a questo tipo di produzione. Infatti è questa la particolarità. Non schiacciamo mele che non siamo in grado di vendere ma una parte del prodotto è destinata al succo di mela.

E si tratta di una produzione monovarietale…
Abbiamo iniziato con renetta e ora procediamo con questo filone cioè succo di Golden e da quest'anno succo di Jona prince.

Diamo un po' di numeri aziendali….
Mi ritengo e rimarrò sempre un piccolo produttore di mele ed è questa la nostra fortuna, coltiviamo sette ettari di melo completamente ammodernato, reimpiantatto e produciamo circa 3500 quintali commercializzati per conto nostro presso i più grossi supermercati di Aosta.

Parlando di passaggio generazionale voi avete una storia molto bella da raccontare. Sua figlia laureata in biologia con tesi di ricerca sulla mela Renetta all'istituto agrario di san Michele all'Adige che adesso lavoro con voi. Deve essere bello riuscire a trasmettere la propria passione ai figli..
Sì anche se posso immaginare che sia un po' venuta da sola ed è una cosa facile. Quando uno crede in una cosa e la fa con passione immagino è stato naturale per i miei due figli cresciuti in una famiglia in cui il mucchio di mele è sempre stato di casa dedicarsi a questa attività. Noi facciamo un lavoro fantastico. Siamo in campagna, all'aria aperta. Ogni anno il nostro prodotto si rinnova. Credo che la passione venga automaticamente, quasi da sola. Magari poi per altri motivi qualcuno fa qualcos'altro ma vedo che in tutta la popolazione di Gressan le mele sono radicate dentro alla nostra storia.

E' bello anche questo contributo di conoscenze. Immagino che anche attraverso la laura abbia portato qualcosa di nuovo in azienda.
Sicuramente. Ne porterà. Si è appena laureata l'anno scorso è da poco in azienda e porterà qualche novità oltre alla cultura in quanto è importante sapere per poter trasmettere. Più noi conosciamo il nostro prodotto e più siamo in grado di proporlo nella maniera giusta.

San Michele all'Adige. Siamo in Trentino.
Sì loro avevano un istituto agrario che dava questa opportunità e stavano facendo collegati con Londra una ricerca sulla Renetta.

Il Trentino è una zona molto importante. Immagino che chi fa questo lavoro un po' guardi sempre a questa realtà
Loro sono molto avanti e quindi confesso più volte di essere andato dalle loro parti a cercare di rubare il mestiere con gli occhi. Ci siamo fatti degli amici. Sono anche loro una popolazione di montagna straordinaria, veramente bravi.

Commercializzate le vostre mele con il marchio “Augusta”. La mela valdostana potra mai essere DOP?
Volendo identificare la nostra produzione con il nostro territorio ci è venuto in mente di chiamare le nostre mele Augusta, prendendo ovvaimente spunto da Augusta Praetoria.

Come è cambiato il settore della frutticoltura in Valle d'Aosta?
Io constato prima di tutto che non c'è stato un buon ricambio generazionale. Siamo scesi di produzione e per me e per tutti quelli che hanno voglio di cimentarsi c'è un bello spazio. Possiamo riprovarci e ripartire. Io stesso ho sette ettari di coltivato e soltanto uno di proprietà. Sono cresciuto prendendo in affitto terreni di anziani che non hanno avuto il ricambio dalle loro famiglie.

Una curiosità: come mai il nome Saint-Grat?
Non abbiamo mai avuto dubbi. La nostra azienda doveva chiamarsi Saint-Grat perché dove abbiamo questa proprietà agraria è stata costruita nel 1914 dal mio bisnonno una cappellina votiva dedicata a San Grato. Da lì parte nella mia mente tutta la storia della mia famiglia e della mia azienda. Loro coltivavano le mele nel 1920 e io sono ancora qui, soddisfatto e orgoglio di esserlo. Abbiamo festeggiato anche il centenario della cappellina.

Cosa altro producete oltre alla Renetta?
Noi partiamo dal 20 di agosto con la gala che sono le prime che si raccolgono per soddisfare il mercato interno locale, diretto e poi si va avanti con renetta, golden e alcune varietà di rosse come Fujy, Red e la novità della prossima stagione che sarà la Jona-Prince, una mela selezionata e preparata in Olanda e per soddisfare le richieste dei clienti di mele rosse l'abbiamo inserita in produzione.

Per il 2016 qualche altra novità da annunciare?
In famiglia siamo molto entusiasti perché si sta sbloccando la pratica della ristrutturazione del magazzino. Noi vogliamo ancora crescere e ci crediamo tanto. Stiamo finendo le carte e la burocrazia del caso e arriveremo così con un bel magazzino. Spero di fare una bella sorpresa ai miei clienti.

Un sogno da Imprenditore da realizzare?
Vorrei poter condividere questa passione con altri 10mila frutticoltori in Valle d'Aosta. A volte soffro di solitudine e mi piacerebbe sviluppare questo prodotto in maniera enorme perché credo che sia un prodotto fantastico.

Del resto un tempo qui erano tutti frutteti e vigneti…
Sì in Valle noi siamo molto fortunati. Il clima – anche se il territorio è da eroi ed è sempre piccolo – è sempre fantastico e vengono delle mele la cui bontà lascio a voi dire...

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