17 giugno 2016

Giornata economia 2 - Mercato del #Lavoro, Benessere economico e Coesione sociale

Propongo a puntate (questa è la seconda) una ricca sintesi, fatta dagli stessi interessati, del lavoro svolto dall'Osservatorio economico e sociale della Regione Autonoma Valle d’Aosta (Dario Ceccarelli) e dall'Ufficio studi ed informazione economica della Chambre Valdôtaine (Claudia Nardon e Maria Angela Buffa).


IL MERCATO DEL LAVORO

Il quadro che caratterizza la regione a inizio 2016, pur manifestando alcuni segnali di miglioramento, permane segnato da una fase di grande incertezza, da un’elevata disomogeneità e conferma la presenza di difficoltà settoriali e la persistenza di fenomeni di criticità sul mercato del lavoro. Nello specifico, il mercato del lavoro per il 2015 evidenzia segnali non lineari che determinano un risultato finale che, rispetto all’anno precedente, ci restituisce un quadro sostanzialmente invariato nei suoi principali aggregati. La prima parte dell’anno ha mostrato tendenze maggiormente positive, vanificate da un secondo semestre più critico. Ne consegue che, nonostante si siano evidenziati alcuni modesti segnali di arresto della caduta, permangono ancora trend critici.
Nel 2015 gli occupati sono mediamente pari a circa 54.800 unità, le forze di lavoro si attestano a 60.200 unità, mentre l’area della disoccupazione interessa, in media, circa 5.300 unità. Rispetto all’anno precedente i dati indicano una modesta diminuzione degli occupati (-0,5%), a cui è corrisposta una più elevata contrazione della partecipazione, in quanto le forze lavoro sono diminuite dello -0,6% rispetto all’anno precedente. Questi andamenti hanno quindi prodotto una riduzione quantitativamente contenuta delle persone in cerca di occupazione (-1%), interrompendo però una fase di crescita costante che si protraeva dal 2010.
In termini comparativi osserviamo che, pur in presenza di forti tensioni occupazionali, i principali indicatori del mercato del lavoro confermano che la regione si colloca su posizioni di eccellenza nel panorama italiano. In particolare, si può notare che il tasso di occupazione è inferiore soltanto a quelli della Provincia di Bolzano e della Regione Emilia-Romagna, è allineato a quello della Provincia di Trento, è di molto superiore a quello medio italiano, oltre che essere migliore di quello relativo al complesso del nord ovest. Per contro, il tasso di disoccupazione resta inferiore di quello di gran parte dei territori considerati, superiore però a quelli delle Province di Trento e di Bolzano e della Lombardia, allineato a quello del nord ovest, ma inferiore e a quello medio italiano.
Il quadro dei principali indicatori del mercato del lavoro risulta sostanzialmente stazionario, con il tasso di attività (15-64 anni), attestato anche per il 2015 al 72,8%, il tasso di occupazione 15-64 anni al 66,2% e il tasso di disoccupazione fermo all’8,9%.
Questi risultati sono, tuttavia, dovuti a trend contrapposti, con una situazione che migliora per la componente femminile, la quale registra un aumento del tasso di occupazione. Per contro, la componente maschile registra una contrazione del tasso di attività unitamente alla riduzione del tasso di occupazione, che danno luogo ad una nuova crescita del tasso di disoccupazione.
Andamenti disomogenei si osservano anche settorialmente, con l’industria che evidenzia una contrazione dei propri posti di lavoro nel corso dell’ultimo anno (-5,4%), dovuta in larga parte alla dinamica particolarmente critica dell’edilizia (-9,2%), mentre la domanda di lavoro cresce nel settore terziario (+0,7%), in particolare nelle attività commerciali e turistiche (+6%).
Osserviamo altresì che nel 2015 il lavoro alle dipendenze si espande (+0,3%), a fronte però di una nuova contrazione del lavoro indipendente (-2,9%). Inoltre, un ulteriore andamento contrastante è dato dal fatto che l’occupazione stabile si riduce (-0,7%) e quella a tempo determinato cresce del 6,8%. Segnaliamo, altresì, un’espansione dei posti di lavoro con orario part-time (+6,4%), prevalentemente determinata dalla componente maschile (+14,4%), nonostante interessi anche quella femminile (+4,1%) che continua a rappresentare la componente più importante dell’occupazione part time. (quasi 3 donne su 10 occupate sono impiegate in un lavoro con orario ridotto).
Segnali incoraggianti possono poi essere tratti dalle dinamiche dei fabbisogni occupazionali misurati attraverso le assunzioni registrate dai dei Centri per l’impiego.
Su queste basi si può, infatti, osservare che nel 2015 le assunzioni si attestano su di un valore non molto dissimile dall’anno precedente (+0,3%), ma anche in questo caso il saldo finale sconta dinamiche eterogenee. Infatti, la componente femminile (+2,2%) mostra performance migliori di quella maschile (-1,8%)
Rispetto ai dati occupazionali, emergono invece alcune differenze rilevanti che si può ipotizzare essere l’espressione, ancorché piuttosto “timida”, dell’emergere di segnali di ripresa della domanda di lavoro che i dati di stock non riescono ancora a cogliere.
Infatti, il settore industriale mostra una importante crescita dei fabbisogni occupazionali (+8,2%), ma se considerata al netto delle costruzioni l’aumento risulta pari al +23,4%. Il settore terziario evidenzierebbe una battuta di arresto della domanda di lavoro di flusso (-0,5%), ma tra le sue componenti quella ricettiva alberghiera è in crescita (+7,1%).
Anche guardando al carattere dell’occupazione, i dati delle assunzioni mostrano alcune discontinuità. Segnaliamo, in particolare, la crescita del lavoro a tempo indeterminato (+48,4%), la cui incidenza sul totale della domanda di flusso resta però ancora modesta (15%) e pertanto, presumibilmente anche per questo motivo, si riproduce con difficoltà sullo stock degli occupati.

BENESSERE ECONOMICO E COESIONE SOCIALE

Il permanere, seppure con intensità attenuata, di una crisi economica senza precedenti, influenza la fascia di popolazione esposta ai rischi di esclusione e di povertà.
Nonostante che il reddito medio annuo pro-capite in Valle d’Aosta, secondo gli ultimi dati disponibili (anno 2014), risulti ancora superiore di circa il 15% rispetto alla media nazionale, nel corso dell’ultimo anno ha registrato una contrazione (-0,8%). Tuttavia, la nostra regione è una delle realtà con la minore diseguaglianza reddituale: il reddito posseduto dal 20% della popolazione con i redditi più alti è di 3,6 volte quello posseduto dal 20% con i redditi più bassi ( 5,8 Italia e 4,6 per la ripartizione Nord).
Come si è visto, i dati di previsione sui consumi delle famiglie indicano una ripresa che troverebbe conferme dall’indagine Istat sui consumi correnti delle famiglie, da cui emerge una crescita nel 2014 in Valle d’Aosta della spesa media mensile per famiglia (+0,8%) dopo un biennio di contrazione.
Un leggero miglioramento della situazione viene registrato anche dagli indicatori di natura soggettiva, misurati attraverso una specifica indagine dell’Istat. Infatti, nel 2015 la percentuale di persone che giudicano la propria situazione peggiorata rispetto all’anno precedente si riduce sensibilmente, così come si riduce la percentuale di coloro che ritengono di disporre di risorse economiche inadeguate.

Segnali positivi vengono poi anche dai dati di deprivazione che vedono una riduzione: sia delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale residenti in Valle d’Aosta, sia degli individui che vivono al di sotto della soglia della povertà relativa.

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