Propongo a puntate (questa è la seconda) una ricca sintesi, fatta dagli stessi interessati, del lavoro svolto dall'Osservatorio economico e sociale della Regione Autonoma Valle d’Aosta (Dario Ceccarelli) e dall'Ufficio studi ed informazione economica della Chambre Valdôtaine (Claudia Nardon e Maria Angela Buffa).
IL MERCATO DEL LAVORO
Il
quadro che caratterizza la regione a inizio 2016, pur manifestando
alcuni
segnali di miglioramento,
permane segnato da una fase di grande
incertezza,
da un’elevata
disomogeneità
e conferma la presenza di difficoltà
settoriali
e la persistenza di fenomeni di criticità sul mercato del lavoro.
Nello specifico, il mercato del lavoro per il 2015 evidenzia segnali
non lineari
che determinano un risultato finale che, rispetto all’anno
precedente, ci restituisce un quadro
sostanzialmente invariato
nei suoi principali aggregati. La prima parte dell’anno ha mostrato
tendenze maggiormente positive, vanificate da un secondo semestre più
critico. Ne consegue che, nonostante si siano evidenziati alcuni
modesti segnali di arresto della caduta, permangono ancora trend
critici.
Nel
2015 gli occupati sono mediamente pari a circa 54.800 unità, le
forze di lavoro si attestano a 60.200 unità, mentre l’area della
disoccupazione interessa, in media, circa 5.300 unità. Rispetto
all’anno precedente i dati indicano una modesta
diminuzione degli occupati
(-0,5%), a cui è corrisposta una più
elevata contrazione della partecipazione,
in quanto le forze lavoro sono diminuite dello -0,6% rispetto
all’anno precedente. Questi andamenti hanno quindi prodotto una
riduzione quantitativamente contenuta delle persone in cerca di
occupazione (-1%), interrompendo
però una fase di crescita costante che si protraeva dal 2010.
In
termini comparativi osserviamo che, pur in presenza di forti tensioni
occupazionali, i
principali indicatori del mercato del lavoro
confermano che la
regione si colloca su posizioni di eccellenza nel panorama italiano.
In particolare, si può notare che il tasso di occupazione è
inferiore soltanto a quelli della Provincia di Bolzano e della
Regione Emilia-Romagna, è allineato a quello della Provincia di
Trento, è di molto superiore a quello medio italiano, oltre che
essere migliore di quello relativo al complesso del nord ovest. Per
contro, il tasso di disoccupazione resta inferiore di quello di gran
parte dei territori considerati, superiore però a quelli delle
Province di Trento e di Bolzano e della Lombardia, allineato a quello
del nord ovest, ma inferiore e a quello medio italiano.
Il
quadro
dei principali indicatori
del mercato del lavoro risulta sostanzialmente
stazionario,
con il tasso di attività (15-64 anni), attestato anche per il 2015
al 72,8%, il tasso di occupazione 15-64 anni al 66,2% e il tasso di
disoccupazione fermo all’8,9%.
Questi
risultati sono, tuttavia, dovuti
a trend contrapposti,
con una situazione che migliora
per la componente femminile,
la quale registra un aumento del tasso di occupazione. Per contro, la
componente maschile registra una contrazione del tasso di attività
unitamente alla riduzione del tasso di occupazione, che danno luogo
ad una nuova
crescita del tasso di disoccupazione.
Andamenti
disomogenei
si osservano anche settorialmente,
con l’industria
che evidenzia una contrazione
dei propri posti di lavoro nel corso dell’ultimo anno (-5,4%),
dovuta in larga parte alla dinamica particolarmente
critica dell’edilizia
(-9,2%), mentre la domanda di lavoro cresce
nel settore terziario
(+0,7%), in particolare
nelle attività commerciali
e turistiche
(+6%).
Osserviamo
altresì che nel 2015 il
lavoro alle dipendenze si espande
(+0,3%), a fronte però di una nuova
contrazione del lavoro indipendente
(-2,9%). Inoltre, un ulteriore andamento contrastante è dato dal
fatto che l’occupazione
stabile si riduce
(-0,7%) e quella
a tempo determinato cresce
del 6,8%. Segnaliamo, altresì, un’espansione
dei posti di lavoro con orario part-time
(+6,4%), prevalentemente determinata dalla componente maschile
(+14,4%), nonostante interessi anche quella femminile (+4,1%) che
continua a rappresentare la componente più importante
dell’occupazione part time. (quasi 3 donne su 10 occupate sono
impiegate in un lavoro con orario ridotto).
Segnali
incoraggianti
possono poi essere tratti dalle dinamiche dei fabbisogni
occupazionali misurati attraverso le assunzioni
registrate dai dei Centri per l’impiego.
Su
queste basi si può, infatti, osservare che nel 2015 le assunzioni
si
attestano su di un valore
non molto dissimile dall’anno precedente
(+0,3%), ma anche in questo caso il saldo finale sconta dinamiche
eterogenee.
Infatti, la componente femminile (+2,2%) mostra performance migliori
di quella maschile (-1,8%)
Rispetto
ai dati occupazionali, emergono invece alcune differenze rilevanti
che si può ipotizzare essere l’espressione, ancorché piuttosto
“timida”, dell’emergere di segnali di ripresa della domanda di
lavoro che i dati di stock non riescono ancora a cogliere.
Infatti,
il
settore industriale mostra una importante crescita dei fabbisogni
occupazionali (+8,2%), ma se considerata al netto delle costruzioni
l’aumento risulta pari al +23,4%. Il settore
terziario
evidenzierebbe una battuta di arresto della domanda di lavoro di
flusso (-0,5%), ma tra le sue componenti quella ricettiva
alberghiera è in crescita
(+7,1%).
Anche
guardando al carattere dell’occupazione, i dati delle assunzioni
mostrano alcune discontinuità. Segnaliamo, in particolare, la
crescita
del lavoro a tempo indeterminato
(+48,4%), la cui incidenza sul totale della domanda di flusso resta
però ancora modesta (15%) e pertanto, presumibilmente anche per
questo motivo, si riproduce con difficoltà sullo stock degli
occupati.
BENESSERE ECONOMICO E COESIONE SOCIALE
Il
permanere, seppure con intensità attenuata, di una crisi economica
senza precedenti, influenza la fascia
di popolazione esposta ai rischi di esclusione e di povertà.
Nonostante
che il reddito
medio annuo pro-capite
in Valle d’Aosta, secondo gli ultimi dati disponibili (anno 2014),
risulti ancora superiore
di circa il 15%
rispetto alla media nazionale, nel corso dell’ultimo anno ha
registrato una contrazione (-0,8%). Tuttavia, la nostra regione è
una delle realtà con la minore
diseguaglianza reddituale:
il reddito posseduto dal 20% della popolazione con i redditi più
alti è di 3,6 volte quello posseduto dal 20% con i redditi più
bassi ( 5,8 Italia e 4,6 per la ripartizione Nord).
Come
si è visto, i dati di previsione sui consumi delle famiglie indicano
una ripresa che troverebbe conferme dall’indagine Istat sui consumi
correnti delle famiglie, da cui emerge una crescita
nel 2014
in Valle d’Aosta della spesa
media mensile per famiglia
(+0,8%) dopo un biennio di contrazione.
Un
leggero miglioramento della situazione viene registrato anche dagli
indicatori
di natura soggettiva,
misurati attraverso una specifica indagine dell’Istat. Infatti, nel
2015 la percentuale di persone
che giudicano la propria situazione peggiorata
rispetto all’anno precedente si
riduce sensibilmente,
così come si riduce la percentuale di coloro che ritengono di
disporre di risorse economiche inadeguate.
Segnali
positivi vengono poi anche dai dati di deprivazione che vedono una
riduzione:
sia delle
persone a rischio di povertà o esclusione sociale
residenti in Valle d’Aosta, sia degli
individui che vivono al di sotto della soglia della povertà
relativa.
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