Il CDA della
BCC, alla luce delle novità che hanno interessato il sistema
bancario a livello nazionale negli ultimi mesi, visto che sui
giornali e in televisione, non si parlava che di banche, e non se ne
parla bene, vista la preoccupazione manifestata da alcuni clienti e
soci della banca abbiamo deciso in un tale contesto era importante
mettere in campo un’informazione chiara e completa facendo degli
incontri sul territorio per informare clienti e non su temi di
attualità come il nuovo sistema di salvataggio delle banche
(Bail-in), la riforma delle BCC e i dati andamentali della nostra
banca. Gli incontri si sono tenuti nel mese di aprile a Verres, in
bassa valle, a Morgex, in alta valle e per la zona centrale a
Gressan. Tali incontri sono stati moderati dal giornalista Giacomo
Sado, ex
capo-redattore della Rai di Aosta con interventi del giornalista del
Sole24ore Morya Longo
per il tema Bail-in, del sottoscritto per la riforma BCC e del Direttore generale
per i fondamentali della BCC.
Quali
erano i temi più gettonati da parte dei presenti alle conferenze?
Devo
dire che i partecipanti erano interessati a tutti tre i temi, questo
perché tali temi avevano un filo comune che è la solidità della
nostra banca. I partecipanti infatti erano principalmente
risparmiatori, soci e clienti della banca, che volevano avere
informazioni precise e tranquillizzanti in un momento in cui si sente
parlare di risparmiatori, come quelli di Banca Etruria ad esempio,
che hanno perso tutti i propri risparmi.
Il
mondo del credito sembra presentare molte criticità. Quali sono i
problemi veri e quelli che in realtà non hanno fondamento? Le
Bcc hanno qualcosa in più o in meno delle altre Banche? Soci e
Clienti possono dormire – si fa per dire- sonni relativamente
tranquilli?
Dal 1
gennaio sono entrate in vigore le nuove regole sul salvataggio delle
banche e mi riferisco all’ormai noto “BAIL-IN” che tradotto
letteralmente vuol dire “salvataggio dall’interno”, questo
perché, in caso di dissesto di una banca, non è più possibile
l’intervento pubblico, ma sono gli stessi azionisti, risparmiatori
a essere toccati. Le
BCC hanno però qualcosa in più, perché alle BCC non si arriverà mai ad applicare il bail-in. Grazie alla propria rete di protezione
interna (una rete di solidarietà), le BCC hanno strumenti di
garanzia nei confronti dei risparmiatori, dei clienti e degli
obbligazionisti, anche nel caso in cui siano possessori di
obbligazioni subordinate. Anche nel caso di default
(commissariamento) di una di loro, i fondi di ogni BCC sarebbero
garantiti dal FGI (Fondo di Garanzia Istituzionale), dal FGD (Fondo
di Garanzia Depositanti e dal FGO (Fondo di Garanzia Obbligazionisti)
e fino ad oggi i risparmiatori clienti delle BCC non hanno mai perso
un soldo. Anche per questo le BCC sono differenti non solo a livello
«pubblicitario», ma lo sono nella sostanza. Tale sistema diventerà
ancora più forte, si rafforzerà con la Riforma appena approvata a
seguito della quale è stato istituito un nuovo Fondo di Garanzia
Temporaneo , che è un ulteriore garanzia per i risparmiatori in
attesa della completa attuazione della riforma.
Torniamo
a quanto Lei diceva : che le Bcc hanno
senz’altro qualcosa in più delle altre banche. Mi citi allora
esemplificativamente qualcosa che possa tranquillizzare di più i
Vostri Clienti
Un’altra
importante differenza che contraddistingue le BCC è il Fondo di
garanzia degli Obbligazionisti: questo strumento permette a ogni
cliente delle BCC che possiede obbligazioni ordinarie emesse dalla
Banca di avere un’ulteriore
garanzia fino a 100.000 euro sui propri investimenti (che le altre
banche non hanno), che
si aggiunge ai 100.000 euro già riconosciuti per legge a tutti i
depositanti (che diventano 200.000 se vi sono 2 cointestatari)
Il 2015 in termini di bilancio non è stato un anno positivo. Cosa che devo dire, sicuramente con meno clamore, avevate già annunciato in una intervista a ImpresaVda nel gennaio del 2016. A bocce più ferme cosa possiamo dire di più rispetto ad allora?
Rispetto
ad allora, abbiamo i dati definitivi relativi al 2015 in quanto il
Bilancio dell’esercizio 2015 è stato approvato dall’assemblea
dei soci lo scorso 20 maggio. Un bilancio che nonostante un risultato
lordo di gestione positivo di circa 6,5 milioni di euro, chiude con
una perdita di quasi 5 milioni di euro. Su di essa hanno inciso
principalmente due elementi negativi. Il primo è un’attività di
maggiore copertura dei crediti deteriorati operata nel 2015, anche
per via degli sforzi richiesti da Banca d’Italia, applicando
criteri di prudente apprezzamento sui rischi e tempi di recupero di
quegli stessi crediti, per circa 12 milioni di euro; il secondo
elemento è costituito dai versamenti che abbiamo dovuto fare al
sistema bancario per gli istituti in crisi, per circa 1,5 milioni di
euro. Tra questi c’è anche circa mezzo milione di euro che abbiamo
dovuto versare, su richiesta del Governo, per contribuire al soccorso
di altri istituti di credito (mi riferisco alle 4 ormai famose banche
salvate Etruria, Marche, Ferrara e Chieti). Sottolineo inoltre che queste quattro banche non sono BCC. Si
tratta comunque di un risultato, quello del 2015, da ritenersi del
tutto estemporaneo e che è garantito dalla solidità patrimoniale
della Banca: il patrimonio netto, dopo l’assorbimento della
perdita, si attesta comunque a 49 milioni di euro. Una situazione,
quindi, che ci permette di guardare con serenità al futuro.
Un
anno difficile...
Devo
aggiungere però che non è stato un anno perso, in quanto nel 2015
la nostra banca: ha
aumentato sia la raccolta diretta (i depositi dei risparmiatori) del
2,7% passando da 638 a 655 milioni, sia la raccolta indiretta del 7%
da 112 a 120 milioni; questo dato rappresenta che la fiducia
dimostrata dai nostri soci e clienti risparmiatori non è venuta
meno, neppure dopo le notizie di cronaca negative sulla banche di
fine 2015; ha
continuato a fare prestiti alle imprese e famiglie valdostane e a
fine anno gli impieghi hanno avuto una leggera flessione del 1,2%
passando da 506 a 500 milioni, ma tenendo conto che ha sostituito la
riduzione naturale di 40/50 milioni dovuta agli ammortamenti dei
mutui e finanziamenti con nuove erogazioni; altro
aspetto che dimostra la fiducia nei confronti della nostra banca sono
i soci che el 2015 sono aumentati del 7% passando da 9.000 a 9.620 infine
segnalo che siamo presenti sul territorio con 22 filiali, 124
dipendenti con il 52% di donne. Sottolineo
che questi sono gli “asset” importanti della Banca di Credito
Cooperativo Valdostana.
A
oggi abbiamo già approvato i dati relativi al 1’ trimestre 2016
che confermano quanto vi ho detto prima circa la estemporaneità del
risultato del 2015. Ecco i dati fondamentali: la
raccolta diretta è aumentata del 5,35% passando a 690 milioni,
quella indiretta del 2,10% passando a 122 milioni, gli impieghi sono
in linea con quelli dello scorso anno pari a 500 milioni e i soci
sono passati a 9.760 con un aumento del 1,4%; il
risultato lordo di gestione del 1’ trimestre 2016 è positivo e si
attesta a 1,2 milioni di euro
Tra il 2016 e il 2017 quali novità potete annunciare come istituto?
Abbiamo
approvato un nuovo piano strategico per il triennio 2016-2018 i cui
elementi cardine sono: radicamento
sempre più forte sul territorio regionale, continuando come sempre
ad assistere famiglie e piccole imprese in Valle d’Aosta; aumento
dei servizi di consulenza, per contribuire a sviluppare una
conoscenza del sistema bancario e delle peculiarità delle BCC; e attenzione
ai costi e alla qualità del servizio reso alla clientela attraverso
la rete territoriale delle BCC. La
BCC Valdostana crede profondamente nel suo essere una banca del
territorio: la scelta di concentrarsi esclusivamente sulla realtà
regionale le permette un’azione mirata al sostegno dell’economia
reale e la creazione di una struttura forte e consolidata, anche con
l’avvio della riforma del sistema delle Banche di credito
cooperativo.
La prima Cassa Rurale ed Artigiana di Gressan nacque nel 1978. Vi avvicinate al quarantennale...
La
Cassa Rurale ed Artigiana di Gressan, a seguito di varie fusioni con
altre 4 consorelle e l’acquisizione della BVA, è diventata oggi la
BCC Valdostana che ha pertanto quasi 40 anni di vita, ma che è
particolarmente giovane rispetto al resto del mondo delle BCC e Casse
rurali italiane che hanno 130 anni di attività. Ci avviciniamo ai 40
anni, con all’orizzonte dei cambiamenti abbastanza importanti e mi
riferisco all’attuazione della riforma del credito cooperativo che
è appena stata approvata. Una riforma che prevede la costituzione di
un gruppo bancario a cui tutte le BCC avranno obbligo di aderire per
poter continuare l’attività bancaria. Mi preme però evidenziare
che, come ho avuto modo di dire negli incontri sul territorio,
comunque sarà garantita l’autonomia della nostra banca come di
tutte le altre 360 BCC, perché la riforma prevede che all’Assemblea
dei soci delle singole Banche rimanga il potere di nominare i propri
Organi sociali. Le BCC, inoltre, manterranno anche la propria licenza
bancaria individuale. Altro aspetto da sottolineare è che il
controllo del capitale della Capogruppo del Gruppo Bancario
Cooperativo rimarrà in capo alle BCC, in quanto è stata accolta la
richiesta di Federcasse secondo la quale il capitale della Capogruppo
deve essere detenuto in misura almeno maggioritaria dalle BCC.
L’autonomia è importante anche perché la BCC Valdostana potrà
continuare a fare ciò che di importante ha fatto in questo
quarant’anni, e cioè che tutta la raccolta dei risparmi fatta in
Valle d’Aosta verrà reimpiegata in Valle d’Aosta, mediante
prestiti alle famiglie e alle imprese valdostane.
Un minuto per chiudere. Un sogno imprenditorial-creditizio da realizzare?
Le novità
sono già state tante come ho avuto modo di raccontarvi, per cui non
vorrei aggiungere altro se non invitare tutti i soci e i clienti a
continuare ad approfittare delle opportunità, dei servizi e dei
prodotti che la BCC Valdostana mette a loro disposizione.
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