17 giugno 2016

Marco Linty (#BCCValdostana): «nel primo trimestre è tornato l'utile»

Marco Linty 
Questa settimana abbiamo intervistato Marco Linty, presidente della BCC Valdostana

Avete organizzato una serie di incontri su come sta cambiando il mondo del credito. In cosa consistevano questi incontri?
Il CDA della BCC, alla luce delle novità che hanno interessato il sistema bancario a livello nazionale negli ultimi mesi, visto che sui giornali e in televisione, non si parlava che di banche, e non se ne parla bene, vista la preoccupazione manifestata da alcuni clienti e soci della banca abbiamo deciso in un tale contesto era importante mettere in campo un’informazione chiara e completa facendo degli incontri sul territorio per informare clienti e non su temi di attualità come il nuovo sistema di salvataggio delle banche (Bail-in), la riforma delle BCC e i dati andamentali della nostra banca. Gli incontri si sono tenuti nel mese di aprile a Verres, in bassa valle, a Morgex, in alta valle e per la zona centrale a Gressan. Tali incontri sono stati moderati dal giornalista Giacomo Sado, ex capo-redattore della Rai di Aosta con interventi del giornalista del Sole24ore Morya Longo per il tema Bail-in, del sottoscritto per la riforma BCC e del Direttore generale per i fondamentali della BCC. 

Quali erano i temi più gettonati da parte dei presenti alle conferenze?
Devo dire che i partecipanti erano interessati a tutti tre i temi, questo perché tali temi avevano un filo comune che è la solidità della nostra banca. I partecipanti infatti erano principalmente risparmiatori, soci e clienti della banca, che volevano avere informazioni precise e tranquillizzanti in un momento in cui si sente parlare di risparmiatori, come quelli di Banca Etruria ad esempio, che hanno perso tutti i propri risparmi.

Il mondo del credito sembra presentare molte criticità. Quali sono i problemi veri e quelli che in realtà non hanno fondamento? Le Bcc hanno qualcosa in più o in meno delle altre Banche? Soci e Clienti possono dormire – si fa per dire- sonni relativamente tranquilli? 
Dal 1 gennaio sono entrate in vigore le nuove regole sul salvataggio delle banche e mi riferisco all’ormai noto “BAIL-IN” che tradotto letteralmente vuol dire “salvataggio dall’interno”, questo perché, in caso di dissesto di una banca, non è più possibile l’intervento pubblico, ma sono gli stessi azionisti, risparmiatori a essere toccati. Le BCC hanno però qualcosa in più, perché alle BCC non si arriverà mai ad applicare il bail-in. Grazie alla propria rete di protezione interna (una rete di solidarietà), le BCC hanno strumenti di garanzia nei confronti dei risparmiatori, dei clienti e degli obbligazionisti, anche nel caso in cui siano possessori di obbligazioni subordinate. Anche nel caso di default (commissariamento) di una di loro, i fondi di ogni BCC sarebbero garantiti dal FGI (Fondo di Garanzia Istituzionale), dal FGD (Fondo di Garanzia Depositanti e dal FGO (Fondo di Garanzia Obbligazionisti) e fino ad oggi i risparmiatori clienti delle BCC non hanno mai perso un soldo. Anche per questo le BCC sono differenti non solo a livello «pubblicitario», ma lo sono nella sostanza. Tale sistema diventerà ancora più forte, si rafforzerà con la Riforma appena approvata a seguito della quale è stato istituito un nuovo Fondo di Garanzia Temporaneo , che è un ulteriore garanzia per i risparmiatori in attesa della completa attuazione della riforma.

Torniamo a quanto Lei diceva : che le Bcc hanno senz’altro qualcosa in più delle altre banche. Mi citi allora esemplificativamente qualcosa che possa tranquillizzare di più i Vostri Clienti
Un’altra importante differenza che contraddistingue le BCC è il Fondo di garanzia degli Obbligazionisti: questo strumento permette a ogni cliente delle BCC che possiede obbligazioni ordinarie emesse dalla Banca di avere un’ulteriore garanzia fino a 100.000 euro sui propri investimenti (che le altre banche non hanno), che si aggiunge ai 100.000 euro già riconosciuti per legge a tutti i depositanti (che diventano 200.000 se vi sono 2 cointestatari)

Il 2015 in termini di bilancio non è stato un anno positivo. Cosa che devo dire, sicuramente con meno clamore, avevate già annunciato in una intervista a ImpresaVda nel gennaio del 2016. A bocce più ferme cosa possiamo dire di più rispetto ad allora?
Rispetto ad allora, abbiamo i dati definitivi relativi al 2015 in quanto il Bilancio dell’esercizio 2015 è stato approvato dall’assemblea dei soci lo scorso 20 maggio. Un bilancio che nonostante un risultato lordo di gestione positivo di circa 6,5 milioni di euro, chiude con una perdita di quasi 5 milioni di euro. Su di essa hanno inciso principalmente due elementi negativi. Il primo è un’attività di maggiore copertura dei crediti deteriorati operata nel 2015, anche per via degli sforzi richiesti da Banca d’Italia, applicando criteri di prudente apprezzamento sui rischi e tempi di recupero di quegli stessi crediti, per circa 12 milioni di euro; il secondo elemento è costituito dai versamenti che abbiamo dovuto fare al sistema bancario per gli istituti in crisi, per circa 1,5 milioni di euro. Tra questi c’è anche circa mezzo milione di euro che abbiamo dovuto versare, su richiesta del Governo, per contribuire al soccorso di altri istituti di credito (mi riferisco alle 4 ormai famose banche salvate Etruria, Marche, Ferrara e Chieti). Sottolineo inoltre che queste quattro banche non sono BCC. Si tratta comunque di un risultato, quello del 2015, da ritenersi del tutto estemporaneo e che è garantito dalla solidità patrimoniale della Banca: il patrimonio netto, dopo l’assorbimento della perdita, si attesta comunque a 49 milioni di euro. Una situazione, quindi, che ci permette di guardare con serenità al futuro.

Un anno difficile...
Devo aggiungere però che non è stato un anno perso, in quanto nel 2015 la nostra banca: ha aumentato sia la raccolta diretta (i depositi dei risparmiatori) del 2,7% passando da 638 a 655 milioni, sia la raccolta indiretta del 7% da 112 a 120 milioni; questo dato rappresenta che la fiducia dimostrata dai nostri soci e clienti risparmiatori non è venuta meno, neppure dopo le notizie di cronaca negative sulla banche di fine 2015; ha continuato a fare prestiti alle imprese e famiglie valdostane e a fine anno gli impieghi hanno avuto una leggera flessione del 1,2% passando da 506 a 500 milioni, ma tenendo conto che ha sostituito la riduzione naturale di 40/50 milioni dovuta agli ammortamenti dei mutui e finanziamenti con nuove erogazioni; altro aspetto che dimostra la fiducia nei confronti della nostra banca sono i soci che el 2015 sono aumentati del 7% passando da 9.000 a 9.620 infine segnalo che siamo presenti sul territorio con 22 filiali, 124 dipendenti con il 52% di donne. Sottolineo che questi sono gli “asset” importanti della Banca di Credito Cooperativo Valdostana.

Cosa potete dirci sull'andamento del 2016?
A oggi abbiamo già approvato i dati relativi al 1’ trimestre 2016 che confermano quanto vi ho detto prima circa la estemporaneità del risultato del 2015. Ecco i dati fondamentali: la raccolta diretta è aumentata del 5,35% passando a 690 milioni, quella indiretta del 2,10% passando a 122 milioni, gli impieghi sono in linea con quelli dello scorso anno pari a 500 milioni e i soci sono passati a 9.760 con un aumento del 1,4%; il risultato lordo di gestione del 1’ trimestre 2016 è positivo e si attesta a 1,2 milioni di euro 

Tra il 2016 e il 2017 quali novità potete annunciare come istituto?
Abbiamo approvato un nuovo piano strategico per il triennio 2016-2018 i cui elementi cardine sono: radicamento sempre più forte sul territorio regionale, continuando come sempre ad assistere famiglie e piccole imprese in Valle d’Aosta; aumento dei servizi di consulenza, per contribuire a sviluppare una conoscenza del sistema bancario e delle peculiarità delle BCC; e attenzione ai costi e alla qualità del servizio reso alla clientela attraverso la rete territoriale delle BCC. La BCC Valdostana crede profondamente nel suo essere una banca del territorio: la scelta di concentrarsi esclusivamente sulla realtà regionale le permette un’azione mirata al sostegno dell’economia reale e la creazione di una struttura forte e consolidata, anche con l’avvio della riforma del sistema delle Banche di credito cooperativo.

La prima Cassa Rurale ed Artigiana di Gressan nacque nel 1978. Vi avvicinate al quarantennale...
La Cassa Rurale ed Artigiana di Gressan, a seguito di varie fusioni con altre 4 consorelle e l’acquisizione della BVA, è diventata oggi la BCC Valdostana che ha pertanto quasi 40 anni di vita, ma che è particolarmente giovane rispetto al resto del mondo delle BCC e Casse rurali italiane che hanno 130 anni di attività. Ci avviciniamo ai 40 anni, con all’orizzonte dei cambiamenti abbastanza importanti e mi riferisco all’attuazione della riforma del credito cooperativo che è appena stata approvata. Una riforma che prevede la costituzione di un gruppo bancario a cui tutte le BCC avranno obbligo di aderire per poter continuare l’attività bancaria. Mi preme però evidenziare che, come ho avuto modo di dire negli incontri sul territorio, comunque sarà garantita l’autonomia della nostra banca come di tutte le altre 360 BCC, perché la riforma prevede che all’Assemblea dei soci delle singole Banche rimanga il potere di nominare i propri Organi sociali. Le BCC, inoltre, manterranno anche la propria licenza bancaria individuale. Altro aspetto da sottolineare è che il controllo del capitale della Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo rimarrà in capo alle BCC, in quanto è stata accolta la richiesta di Federcasse secondo la quale il capitale della Capogruppo deve essere detenuto in misura almeno maggioritaria dalle BCC. L’autonomia è importante anche perché la BCC Valdostana potrà continuare a fare ciò che di importante ha fatto in questo quarant’anni, e cioè che tutta la raccolta dei risparmi fatta in Valle d’Aosta verrà reimpiegata in Valle d’Aosta, mediante prestiti alle famiglie e alle imprese valdostane.

Un minuto per chiudere. Un sogno imprenditorial-creditizio da realizzare?
Le novità sono già state tante come ho avuto modo di raccontarvi, per cui non vorrei aggiungere altro se non invitare tutti i soci e i clienti a continuare ad approfittare delle opportunità, dei servizi e dei prodotti che la BCC Valdostana mette a loro disposizione. 

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