So che ci sono buone notizie da New York. Che cosa possiamo dire?
Siamo
contenti di poter dire che abbiamo finalmente trovato un accordo con
un'azienda importatrice su un prodotto di punta che è l'amara Ebo
Lebo, che arriverà a New York nella catena eataly attraverso
un'azienda del Gruppo Bastianich. Dopo un anno di collaborazione,
soprattutto dopo aver affrontato tuttii vari esami richiesta dalle
dogane americane finalmente possiamo arrivare negli Stati Uniti e in
particolare a New York.
Lo
stabilimento sta subendo una metamorfosi molto importante...
Lo
stabilimento è la casa della nostra impresa. La nostra impresa nasce
a Quart nel 1968. Ed era il primo stabilimento prefabbricato ad
arrivare in Valle d'Aosta. Da questo punto di vista ci fu da parte di
mio padre una buona lungimiranza. Detto questo lo stabilimento deve
seguire le trasformazioni dell'azienda. Oggi come oggi la Saint-Roch
si è rivolta ad altri settori e, pur mantenenendone la storicità
che non voglio perdere, stiamo rifacendo tutta una serie di servizi
che oggi sono necessari. Una volta lo stabilimento era costruito per
dare privacy alla produzione. Oggi noi vogliamo mostrare quello che
facciamo, mettendolo in evidenza per chi viene dall'esterno,
mostrando come lo facciamo, con cosa e quando.
Questi
anni sono stati caratterizzati da grossi investimenti...
La
distilleria Saint-Roch ha cambiato pelle quando decisi di continuare
la nostra avventura imprenditoriale in Valle d'Aosta dopo la cessione
di Napapijry. In quel momento decisi di fare degli investimenti
mirati a collegare l'azienda sempre di più con il territorio. Da
quel punto di vista furono degli investimenti trasversali: sulla
produzione, per cui nuova distilleria e nuovi impianti di produzione,
e anche puntando alla completa ecocompatibilità. Tutta la nostra
energia è prodotta da pannelli fotovoltaici e riscaldamento prodotto
da pellet. Furono degli investimenti importanti che oggi iniziano a
dare i loro risultati. Anche la strategia aziendale è cambiata.
L'azienda non è soltanto più trasformatrice ma ha sviluppato al
suo intreno un'altra azienda, che è quella gricola, che ha
continuato ad investire in attività come vigneti, produzione dello
zafferano, di lamponi e la coltivazione di genepy, che per noi è un
importante fiore all'occhiello. Questi sono investimenti che danno
risultato nei tempi lunghi. Ma inizamo oggi a vedere i primi
risultati soprattutto sul fronte della qualità. E i nostri clienti
se ne sono accorti. Investimenti che continuano su una strada avviata
dieci anni fa.
In
una recente intervista avete parlato di prodotti del territorio diq
ualità internazionale. Cosa significa?
Abbiamo
capito di avere dei prodotti di qualità e talvolta peccavamo di
provincialismo, semplicemente contenti di stare a casa nostra. Oggi
noi riteniamo che questi prodotti siano di una qualità eccezionale e
per capire se sono veramente devono confrontarsi con i mercati
internazionali. Non avremo mai grossi numeri, ma abbiamo dei prodotti
che sono riusciti ad emergere...
E'
stata una sorpresa. Da due anni studiavamo il Gin che non doveva
essere soltanto buono, ma anche caratteristico, cioè di ginepro
valdostano, raccolto anche in proprietà nostre, e doveva essere una
monobotanica per dare uno spaccato fortemente connotato al ginepro di
montagna. Lo abbiamo mandato a Londra, non aspettandoci questo
premio, che invece è arrivato dandoci grande soddisfazione.
La
tradizione dei liquori in famiglia è antica, la produzione di vino è
più recente. C'è stata una contaminazione tra questi due mondi
produttivi simili ma differenti...
Naturalmente
sì. Prima di tutto la tradizione dei liquori è quella della grappa
per cui noi abbiamo sempre avuto come filiera il ragionamento sulla
vinaccia che è il residuo della vinificazione per cui c'è sempre
stato un rapporto intenso fra i produttori, gli agricoltori e la
distilleria. Direi però che in famiglia Rosset la produzione del
vino in qunato alimento c'è sempre stata. Non parlerei soltanto di
una contaminazione fra i due mondi, ma di una scelta imprenditoriale
nostra di voler se non fonderli renderli sinergici. Da questo punto
di vista delle capacità nella produzione e nella trasformazione sono
state trasferite nell'ambito dell'agricoltura e delle capacità molto
importanti legate alla comprensione del prodotto le abbiamo imparate
dagli agricoltori.
Chi
visita il vostro showroom si accorge delle tante partnership…. Vi
sentite come un volano economico per il territorio?
Più
ch evolano ci sentiamo integrati in un territorio. La partnership è
stata anche il risultato di una scelta imprenditoriale molto
specifica. Non mi piace un'azienda che faccia tutto per cui abbiamo
scelto degli interpreti di primo piano quali produttori e abbiamo
voluto lavorare con loro portando la nostra capacità, la nostra
conoscenza e i nostri prodotti facendoli lavorare a chi è già
capace e non nascondendo al cliente che questi prodotti sono fatti da
esperti del settore. Cito Trione nell'ambito del panetto al Genepy,
Les Bières du Grand-Saint-Bernard per quanto riguarda la birra
Artemisia. Da questo punto di vista credo che queste sinergie
facciano bene a tutti perchè trovano sbocchi commerciali differenti
e possono essere utili ad entrambi.
Progetti
per il 2017?
La
prima è la nuova cantina per l'invecchiamento dei distillati che
sarà presto aperta al pubblico, al massimo entro un paio di mesi, e
questo permetterà di vedere direttamente ai nostri clienti come noi
invecchiamo realmente i nostri prodotti. L'altro passaggio è che
stiamo partendo con la costruzione di una nuova cantina di
vinificazione sempre all'interno dello stabilimento. Era necessario
perchè siamo cresciuti dimensionalmente. Spero di avere completato
questi investimenti per noi molto importanti nel corso del 2017,
senza dimenticare che abbiamo acquisito e messo a dimora tre ettari
di vigneto tra Chambave e Villeneuve già produttivi nel corso del
2017.
Si
amplierà anche lo spettro delle produzioni?
Sì,
ma anche i numeri di alcune produzioni aumenteranno, in quanto questi
sbocchi all'estero ci fanno capire che un certo numero di bottiglie
sono necessarie per affrontare il mercato...
Il
vino valdostano è ricercato...
Non
solo il vino. Anche il concetto Valle d'Aosta sta cominciando ad
essere apprezzato all'estero, naturalmente deve rispondere con dei
prodotti all'altezza delel aspettative...
Un sogno imprenditoriale da realizzare?
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