Cresce l’interesse per la produzione vitivinicola in Valle d’Aosta (nella foto la cantina del noto ristorante
Cafè Quinson di Morgex). Pur in presenza di un leggero calo della produzione (tra il 7 e l’8%) l’albo dei registri di imbottigliamento ha toccato per la prima volta quota 42, con ben tre new-entry nel corso del 2007. Numeri piccoli ma significativi per la regione autonoma che, per la prima volta, ha visto i privati, riuniti nell’Associazione piccoli produttori di vino, toccare quota 500.000 bottiglie rispetto all’1,6 milioni complessivo, realizzato grazie all’impegno delle Cantine sociali (sei distribuite sull’intero territorio regionale). «
II 2007 – commenta l’enologo regionale
Massimo Bellocchia –
sarà principalmente ricordato per i suoi bianchi. La vendemmia precoce ci darà vini con alcolicità potente, sapidi e particolarmente concentrati. Risulteranno al top pinot grigi, chardonnay e petite arvine. Sui rossi avremo, invece, una alcolicità nella media con qualche problema sui colori che in generale saranno molto tenui».
Costantino Charrère, il maggior produttore privato di vino valdostano, titolare del marchio Les Crêtes (il suo Chardonnay con quello di
Giorgio Anselmet è uno dei due “
Tre bicchieri” regionali) guarda con ottimismo al futuro della viticoltura soprattutto viste le recenti buone notizie che arrivano da Bruxelles. «
Risale ai giorni scorsi – la comunicazione della Commissione Agricoltura dell’UE che identifica il
Cervim – commenta Charrère che proprio recentemente è stato nominato nel direttivo dell’ente di ricerca -
quale referente per le viticolture di montagna e in forte pendenza, riconoscendone il lavoro svolto in particolare negli ultimi anni». Un riconoscimento tutt’altro che secondario. Il testo dell’OCM vino, il nuovo regolamento europeo per il settore vitivinicolo, approvato dai ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea lo scorso 19 dicembre, ha introdotto un regime di estirpazione volontaria su un periodo di tre anni, per una superficie totale di 175.000 ettari e con premi decrescenti. Le pressioni esercitate dal Cervim, attraverso il suo Presidente
François Stevenin, e i dati raccolti e trasmessi alla Commissione Agricoltura dell’UE, relativi alle viticolture di montagna e in forte pendenza, hanno dimostrato l’importanza strategica per gli ambienti di coltivazione, e nel contempo l’estrema fragilità, di tali sistemi viticoli. Grazie a ciò gli Stati membri potranno scegliere di escludere l’estirpazione in tali territori, preservando un patrimonio viticolo altrimenti a rischio di eliminazione. Rimangono tuttavia ancora da definire i criteri di identificazione di tali territori. Per uniformare l’applicazione della deroga, la Commissione avrebbe scelto di utilizzare i criteri Cervim (pendenze del terreno maggiori del 30% e/o altitudine superiore ai 500 mt, ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano; sistemi viticoli su terrazze o gradoni).
Dal 3 al 7 aprile la Valle d'Aosta sarà presente al Vinitaly di Verona con uno stand allestito dall'Assessorato all'Agricoltura e Risorse Naturali. L'ambientazione della struttura espositiva rappresenterà un castello mediovale e sarà strutturata in quattro spazi distinti: due destinati al ricevimento del pubblico e due riservati ai servizi. Gli spazi destinati al pubblico saranno l'area commerciale (circa 80 mq.) dove sranno presenti i produttori valdostani, mentre l'altro spazio (circa 30 mq.) sarà destinato alla cura dei contatti istituzionali tenuti da parte di uno staff di funzionari e tecnici dell'Assessorato. In quest'ultima area si organizzeranno ogni giorno delle degustazioni guidate dai sommellier valdostani che presenteranno al grande pubblico, di volta in volta, vini diversi. La superficie totale dello stand sarà di 160 mq. Le aree servizi saranno invece destinate al locale cucina e al magazzino. Oltre al personale regionale saranno presenti quattro sommellier dell'AIS Valle d'Aosta, e due allievi cuochi
dell'Ecole Hôtelière di Châtillon diretti da uno Chef istruttore.
I produttori presenti a Verona
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