12 settembre 2008

Claudio Lavoyer: dobbiamo far meglio conoscere il nostro modello di sviluppo (2)

Prosegue la pubblicazione dell'intervista all'assessore al Bilancio Claudio Lavoyer. La prima parte potete trovarla qui.

Avete già costituito una “task-force” per affrontare il nuovo scenario?
Ci stiamo preparando ad affrontare il dibattito attraverso i nostri funzionari. A livello politico insieme alle altre regioni a Statuto speciale evidenzieremo come sia criticabile il metodo con il quale si intende portare avanti la proposta del federalismo fiscale. Non si può modificare la Costituzione con una finanziaria. Anche se devo confessare di essere maggiormente preoccupato dell’applicazione del Patto di stabilità che con i suoi vincoli sulla crescita della spesa ci sta mettendo in difficoltà in quanto nel nostro caso fa lievitare l’avanzo di amministrazione. E’ un paletto che può valere per l’attività ordinaria, ma non può limitare quella straordinaria.

Il previsto taglio dell’Irap alle aziende virtuose annunciato un anno fa sembra di difficile realizzazione. Molto probabilmente saranno pochissime le aziende che potranno ottenerlo. Cosa pensate di fare?
Conosciamo il problema e puntiamo in tempi brevi a dare una risposta dopo un confronto approfondito con i diretti interessati. L’obiettivo è venire incontro alle imprese con interventi di sostanza.

Il suo è un assessorato per competenze molto tecnico. Dove si può vedere la mano dell’azione politica?
E’ il dicastero che preferisco. Ti offre una visione globale dell’attività dell’attività amministrativa e puoi incidere sulle scelte strategiche. Mi ricordo che nel 1990 commissionammo al Censis con Giuseppe De Rita uno studio per fotografare lo stato della società valdostana. E già allora fummo
invitati ad uscire da una logica puramente difensiva dell’Autonomia, a far meglio conoscere il nostro modello di sviluppo e l’utilità di una regione come la nostra. Si tratta di concetti molto attuali ancora oggi.

Secondo quali criteri avete avviato la predisposizione del bilancio?
Confido che il nuovo documento contabile renderà subito evidente la nostra volontà di dare un cambio di direzione allo sviluppo di questa regione. La gente è disorientata e ha bisogno di risposte immediate. Il nuovo bilancio andrà in questa direzione

Fusione Bcc e ipotesi di consorzio fidi unico. Sono progetti che immagino seguiate con attenzione…
Il rafforzamento di un polo del credito regionale è fondamentale per una maggior vicinanza al nostro tessuto imprenditoriale composto in massima parte da micro-imprese. Gli istituti di credito nazionali in questo sono meno efficaci. Il Consorzio unico è una necessità. Tuttavia deve essere il risultato di un percorso il più possibile condiviso. Non intendo forzare la mano a nessuno.

In materia di patrimonio?
E’ un settore molto delicato soprattutto per quanto riguarda la contrattualistica immobiliare. Lo osservo con particolare attenzione.

Vent’anni in Consiglio molti dei quali da assessore. Che cosa pensa della legge 45?
Va rivista. Un tempo il politico aveva troppo potere, però la successiva scelta di distinguere tra definizione degli indirizzi in capo al politico e responsabilità degli atti amministrativi al funzionario in molti casi ha portato a delle “impasse” decisionali gravi. Il sistema deve recuperare efficacia e questo può essere fatto soltanto con una maggior assunzione di responsabilità da parte dell’organo politico ed affidando al dirigente un ruolo più di tipo esecutivo. Sono anche convinto che la struttura vada semplificata. Si può ridurre il numero di dirigenti soltanto mettendo mano alla legge. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 4 settembre 2008)

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Le solite perle frammiste all'aria fritta .

 

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