Ieri mattina ho partecipato al seminario conclusivo del corso organizzato dal Csv «La partecipazione a portata di click» come vi avevo scritto un po' di post fa. «Partecipazione, democrazia e territorio di fronte alla rivoluzione comunicativa» l'affascinante tema su cui siamo stati chiamati a riflettere attraverso una eccezionale ricerca-azione per capire quali sono le risorse in VdA. 33 i siti web analizzati, tra cui il mio, suddivisi in istituzionali, associativi, culturali e informativi.
Sulla cronaca dell'evento rimando al post di Mario Badino, uno dei docenti del corso, che sul suo blog con un tempismo ammirevole alle 23,58 di ieri era già riuscito a raccontare (bene) la mattinata. Perchè fare due volte lo stesso lavoro quando basta un link? Solidarietà internettiana o pigrizia la mia? Meglio non rispondere. Digressioni a parte constato sempre più come momenti come quest'ultimo in cui sono chiamato ad intervenire in quanto blogger, portatore per giunta di un sapere che per me è estremamente empirico, si rivelano spesso più utili a me che all'uditorio. O almeno questa è la mia - piena di vergogna - percezione.
A posteriori ho riflettuto molto su come da subito l'incontro abbia messo a confronto due atteggiamenti quasi diametralmente opposti: da un lato un certo disincanto dei docenti (io compreso) e dall'altro l'entusiasmo dei corsisti. Casus belli: l'effettiva voglia di partecipazione dei valdostani in rete. Per i primi non poi così diffusa per i secondi priva di canali validi nel dialogo con le istituzioni. In particolare i siti istituzionali regionali sono stati indicati come assolutamente chiusi ad ogni attività di web 2.0, cioè ad ogni interazione con l'esterno. Sandra Bovo, capoufficio stampa della Giunta, non si è nascosta dietro ad un dito. Anche lei riteneva l'analisi corretta ma ha spiegato come l'apertura all'esterno di una rete istituzionale abbia un numero incredbile di implicanze normative in merito alla proprietà e alla responsabilità dei contenuti ospitati.
Io stesso, un po' narcisticamente, ho sottolineato come sul mio blog strumenti semplici semplici come commenti e sondaggi siano poco utilizzati. Giustamente mi è stato fatto notare che il mio è un blog specializzato e non tutti se la sentono di intervenire. Ho replicato che anche sondaggi su temi apparentemente più aperti (come un giudizio sulla Giunta regionale) non hanno avuto il numero di voti che ci si potrebbe aspettare dato il numero di visite e i commenti sono stati quasi nulli. E mi è stato detto che, forse, certi temi finiscono un po' per esulare dall'argomento del blog. Inoltre in certi casi certi quesiti rischiano di scivolare nella demagogia o per interessare i soliti noti. Insomma urge tenere bene a mente l'obiettivo del mio blog.
Del resto cosa significa favorire la partecipazione atraverso ImpresaVda? A me piacerebbe creare un luogo dove non solo gli imprenditori conoscono altri imprenditori, ma dove si dialoga in maniera più diffusa su quali siano atout e limiti del fare impresa, e del fare impresa in Valle d'Aosta. Dove magari anche altri attori - penso perchè no ai sindacalisti o ai politici - possano dire la loro sul mondo dell'economia. L'obiettivo è ancora un po' distante ma non è il caso di rannicchiarsi in piagnistei.
Diciamo che al momento ho creato una bella biblioteca dove si possono sapere molte cose, vorrei però, prima o poi, trasformarla in una casa. Anzi no in un'officina. Ma ci vuole tempo e perciò non devo mollare e devo rinunciare da subito a facili scuse raccontando a tutti di una società valdostana cristallizzata, che non muta mai. Non è un mondo perfetto, ma questo non deve frenarci nel fare.
All'inizio del 2000, ad esempio, io non mi sarei mai sognato di fare un blog che ormai sta per compiere i due anni oppure non avrei mai immaginato che non ci sarebbero più stati i buoni di benzina. Battute a parte quello che voglio dire prima di tutto a me stesso e poi a chi mi legge è che non dobbiamo mai rinunciare ad essere il motore del cambiamento, a dare il nostro piccolo contributo là dove siamo. La rivoluzione comunicativa non può comunque essere fermata. Come è stato detto da uno dei corsisti fino a qualche anno fa' You Tube era out sui server regionali e oggi è la stessa Regione che ha un suo canale su You Tube. Insomma non è vero che tutto rimane uguale.
Per questo sono convinto che piuttosto che attendere che siano le istituzioni a fare il primo passo sia un errore. Chi, come i corsisti presenti, desidera realmente creare degli spazi affinchè la società civile dialoghi con la politica deve dare vita ad un soggetto nuovo di confronto oppure sfruttare le realtà dell'on line già presenti. Su temi di tipo economico il mio blog è pronto ad offrire un supporto.
In questa logica merita di essere segnalato anche il corso, organizzato sempre dal Csv, ideale prosecuzione di quello dove ho offerto la mia docenza, dal titolo «Agire con... La società civile organizzata per una cittadinanza attiva». Il corso vuole affrontare il tema della partecipazione in rapporto al tessuto associativo organizzato del territorio «che sostanzia la cittadinanza attiva - si legge nel dépliant di presentazione dell'iniziativa - attraverso il volontariato, la promozione sociale, la cooperazione e tutte le forme di aggregazione che costituiscono la società civile valdostana».
Pre-iscrizioni entro il 23 settembre: tel 0165 - 230685.
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