Quarta azienda a livello mondiale con una fetta di mercato che, per ora, vale il 6% di tutta la torta, dietro a due colossi canadesi (ma da loro la ricerca viene finanziata al 100%) e ad un’azienda coreana che – ci spiegano - fa più quantità che qualità. Sono queste le dimensioni planetarie della Thermoplay di Pont- Saint-Martin che ora si prepara al grande balzo con l’ampliamento della superficie. L’azienda (160 dipendenti e 20 milioni di euro di fatturato nel 2006 con una previsione di +15% nel 2007) specializzata nei sistemi di iniezione a canale caldo per stampi di materie plastiche raddoppierà la superficie produttiva del proprio stabilimento entro maggio 2008 (nella foto potete vedere quale sarà il risultato finale), e assumerà circa cinquanta nuovi dipendenti nel prossimo quinquennio.
Un ampliamento reso possibile dall’acquisto (con una spesa di 420 mila euro), formalizzato nel mese di agosto, ad Aosta, di 10 mila metri quadri nell’area industriale dell’ex Illsa Viola di proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta, di cui la metà già occupati in diritto di superficie dalla stessa azienda. Uno dei primi risultati della nuova strategia avviata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta in materia di aree industriali. Una rivoluzione copernicana attesa da tempo. Per l’azienda, infatti, l’acquisto dello stabilimento attuale e la sua futura espansione costituiscono un passaggio fondamentale per il suo futuro sviluppo. Dimostrare di avere alle spalle un buon patrimonio con le nuove norme dettate da “Basilea 2” in merito alla “capacità di credito” delle aziende è diventato ormai un vincolo insormontabile per poter ricorrere al credito o ad altre forme di finanziamento. In questa logica il fatto che l’immobile non fosse di proprietà, ma che l’azienda potesse soltanto disporne per un certo numero di anni era un handicap fortemente penalizzante per lo sviluppo della Thermoplay. “La Regione ha capito che la logica del diritto di superficie era un errore e che, sul lungo periodo, danneggiava le aziende in grado di camminare sulle proprie gambe”.
Piero Enrietti, 71 anni, dal 1995 presidente della Società Thermoplay di Pont-Saint-Martin, finalmente sorride soddisfatto dopo che per lungo tempo non riusciva a capacitarsi di come certi lacciuoli burocratici finissero per limitare il potenziale della sua azienda fondato su
una grande capacità di sfornare brevetti in grado di interpretare il mercato nel prossimo quinquennio. “Spesso – dice Enrietti con un sorriso sornione – sento dire che le aziende per salvarsi devono fare ricerca e sviluppo, ma se un’azienda è già in difficoltà non riesce a risollevarsi in questa maniera. La ricerca che facciamo oggi guarda al mercato fra cinque anni. Non è possibile fare diversamente”. “Noi – spiega il figlio Roberto Enrietti, 43 anni, amministratore delegato dell’azienda - monitoriamo constantemente con attenzione le esigenze della nostra clientela in modo da capire in anticipo qual è il prodotto che manca oggi sul mercato”.
La soddisfazione di Enrietti è palpabile anche se, sotto sotto, si percepisce che avrebbe maggiormente gradito festeggiare il decennale aziendale con già la certezza di ampliare la produzione. Senza contare che qualche commessa particolarmente significativa proprio in virtù di questa attesa ha preso altre strade. Nonostante la lunga querelle in questi anni la famiglia Enrietti non è comunque rimasta inattiva e ha rafforzato la sua presenza sui mercati esteri. Alle tre sedi estere di Pontoise in Francia, Basildon in Inghilterra e Ludenscheid in Germania si sono aggiunte Marinha Grande in Portogallo e Itatiba nello stato di San Paolo,in Brasile. Nel corso del 2007 sono stati aperti due uffici commerciali: uno negli Stati Uniti e un altro in India. Oggi si guarda anche con interesse a Russia e Bielorussia. “Bisogna essere però molto cauti – conclude Roberto Enrietti – per noi occidentali si tratta di mercati difficili, dove non è facile muoversi essendo rimasti per lungo tempo chiusi”. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 6 settembre 2007)
Un ampliamento reso possibile dall’acquisto (con una spesa di 420 mila euro), formalizzato nel mese di agosto, ad Aosta, di 10 mila metri quadri nell’area industriale dell’ex Illsa Viola di proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta, di cui la metà già occupati in diritto di superficie dalla stessa azienda. Uno dei primi risultati della nuova strategia avviata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta in materia di aree industriali. Una rivoluzione copernicana attesa da tempo. Per l’azienda, infatti, l’acquisto dello stabilimento attuale e la sua futura espansione costituiscono un passaggio fondamentale per il suo futuro sviluppo. Dimostrare di avere alle spalle un buon patrimonio con le nuove norme dettate da “Basilea 2” in merito alla “capacità di credito” delle aziende è diventato ormai un vincolo insormontabile per poter ricorrere al credito o ad altre forme di finanziamento. In questa logica il fatto che l’immobile non fosse di proprietà, ma che l’azienda potesse soltanto disporne per un certo numero di anni era un handicap fortemente penalizzante per lo sviluppo della Thermoplay. “La Regione ha capito che la logica del diritto di superficie era un errore e che, sul lungo periodo, danneggiava le aziende in grado di camminare sulle proprie gambe”.
Piero Enrietti, 71 anni, dal 1995 presidente della Società Thermoplay di Pont-Saint-Martin, finalmente sorride soddisfatto dopo che per lungo tempo non riusciva a capacitarsi di come certi lacciuoli burocratici finissero per limitare il potenziale della sua azienda fondato su
una grande capacità di sfornare brevetti in grado di interpretare il mercato nel prossimo quinquennio. “Spesso – dice Enrietti con un sorriso sornione – sento dire che le aziende per salvarsi devono fare ricerca e sviluppo, ma se un’azienda è già in difficoltà non riesce a risollevarsi in questa maniera. La ricerca che facciamo oggi guarda al mercato fra cinque anni. Non è possibile fare diversamente”. “Noi – spiega il figlio Roberto Enrietti, 43 anni, amministratore delegato dell’azienda - monitoriamo constantemente con attenzione le esigenze della nostra clientela in modo da capire in anticipo qual è il prodotto che manca oggi sul mercato”.
La soddisfazione di Enrietti è palpabile anche se, sotto sotto, si percepisce che avrebbe maggiormente gradito festeggiare il decennale aziendale con già la certezza di ampliare la produzione. Senza contare che qualche commessa particolarmente significativa proprio in virtù di questa attesa ha preso altre strade. Nonostante la lunga querelle in questi anni la famiglia Enrietti non è comunque rimasta inattiva e ha rafforzato la sua presenza sui mercati esteri. Alle tre sedi estere di Pontoise in Francia, Basildon in Inghilterra e Ludenscheid in Germania si sono aggiunte Marinha Grande in Portogallo e Itatiba nello stato di San Paolo,in Brasile. Nel corso del 2007 sono stati aperti due uffici commerciali: uno negli Stati Uniti e un altro in India. Oggi si guarda anche con interesse a Russia e Bielorussia. “Bisogna essere però molto cauti – conclude Roberto Enrietti – per noi occidentali si tratta di mercati difficili, dove non è facile muoversi essendo rimasti per lungo tempo chiusi”. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 6 settembre 2007)
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