Sette liste, 245 candidati, tre programmi: due comuni con da una parte le forze del centro autonomista, Union Valdôtaine, Stella alpina e Fédération Autonomiste, e dall’altra i partiti di centro sinistra, cioè Arcobaleno, Partito Democratico, Vallée d’Aoste Vive/Renouveau Valdôtain, e uno individuale, quello del Popolo della libertà. Sono questi i numeri ufficiali della prossima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Valle d’Aosta che il 25 maggio vedrà rinnovati i suoi 35 consiglieri che daranno vita alla tredicesima legislatura. Per la terza puntata della nostra inchiesta dopo aver dato voce alle opinioni delle associazioni di categoria prendiamo in esame, sotto il profilo economico, i programmi presentati all’attenzione degli oltre 100.000 elettori della piccola regione autonoma.
Popolo della libertà
Il Pdl critica pesantemente l’operato di Finaosta e nel suo programma suggerisce una cura fondata su quattro punti: procedere a una graduale dismissione delle partecipazioni societarie non strategiche oggi detenute da Finaosta; accorpare in un’unica società di tutte le aziende funiviarie a capitale regionale, al fine di contenere i costi di gestione e degli organi societari; subordinare le nomine degli amministratori e dei sindaci nelle società partecipate a criteri di competenza e di managerialità, anziché di appartenenza partitica; e effettuare un costante monitoraggio delle realtà industriali che hanno ricevuto benefici economici dall’ente pubblico. In materia di autonomia e riforme il centrodestra propone di «applicare, in senso innovativo e con particolare riferimento alle imprese, l’articolo 14 sulla “zona franca”». In campo agricolo Il Pdl vuole incentivare la diffusione di «giardinieri della natura», «sostenendo finanziariamente i conduttori di spazi verdi - terreni agricoli e non - in grado di conservare e migliorare le caratteristiche ambientali del territorio attraverso la coltivazione costante ed accurata di ogni spazio verde della Valle d’Aosta, prescindendo dagli attuali vincoli minimi di appezzamento» e introdurre nel settore vitivinicolo «un aiuto al mantenimento dei muri nelle zone terrazzate, come già realizzato nel Vallese». Per il settore artigiano nel programma è indicata la necessità di semplificare le procedure burocratiche esistenti nei rapporti tra imprenditori e Pubblica Amministrazione.
Union Valdôtaine, Stella alpina e Fédération Autonomiste
Il programma pone come primaria l’attuazione del nuovo piano strategico sull'industria (Studio Ambrosetti) per una nuova reindustrializzazione della Valle e per un rilancio delle imprese esistenti «anche con l'uso dei vantaggi derivanti dall’inserimento di alcune aree della Valle nel quadro di riferimento comunitario che consente di applicare maggiorazioni agli incentivi per le imprese». In particolare le forze della coalizione sostengono la necessità «di semplificare l’accesso al mondo dell’imprenditoria e il sostegno nella fase di start-up». Il programma si impegna a dare il via alla tanto invocata riforma del settore turistico e pone come elemento primario l’istituzione di un unico Ente regionale preposto all’informazione e accoglienza turistica, in sostituzione delle attuali undici Aiat, garantendo tuttavia presidi territoriali. La coalizione si impegna anche a istituire e organizzare, in collaborazione con la Chambre e l’Università della Valle d’Aosta, un’ attività di Osservatorio e monitoraggio del mercato e dell’offerta riferita al settore turistico valdostano ed ai settori ad esso funzionalmente collegati. Per il settore degli impianti a fune si ipotizza la nascita di una holding che riunisca tutte le stazioni a prevalente capitale pubblico. In materia di viabilità nel programma è indicata la volontà di avviare le procedure di trasferimento dall'Anas alla Regione della tangenziale di Aosta per un uso non autostradale a vantaggio del comune di Aosta e dei Comuni dell’Envers.
Arcobaleno, Partito Democratico, Vallée d’Aoste Vive/Renouveau Valdôtain
La coalizione si propone di ridurre «entro i limiti strettamente necessari» la presenza pubblica regionale nelle aziende valdostane controllate finanziariamente dalla Regione e dalla Finaosta, «per lasciare spazio e slancio all’iniziativa privata, concentrando l’opera della Regione sulle funzioni di controllo della gestione e dell’efficacia degli interventi economici, eliminando perciò il condizionamento politico sul loro operato». In materia turistica le forze di centrosinistra intendono far gestire la programmazione e la promozione turistica «da un nuovo ed unico soggetto fondato sul ruolo preminente delle categorie coinvolte, autonomo dall’Assessorato regionale». Il nuovo soggetto dovrà redigere e attuare un Piano Turistico Regionale che garantisca equilibrio tra le grandi stazioni, la città di Aosta e la restante parte del territorio, in particolare la fascia di media montagna. La coalizione intende incentivare e promuovere la costituzione di consorzi tra imprese turistiche «per accrescerne la competitività in termini di costi (gruppi d’acquisto) e la capacità di autopromuoversi e di promuovere le località di media montagna con il coinvolgimento degli enti locali e delle associazioni operanti sul territorio nell’organizzazione di manifestazioni di promozione e di intrattenimento». Sul futuro della Casa da gioco di St-Vincent manifesta l’intenzione di scindere «le funzioni di gestione operativa da quelle di indirizzo, controllo e verifica dei risultati così da estromettere la politica dal momento decisionale».
Il crinale fra protesta e democrazia
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