Un bancale di 760 bottiglie è già arrivato, via nave, a Sidney in Australia e presto - il contratto è stato firmato la scorsa settimana con un noto importatore - altre 280 faranno rotta per l’India. Il marchio
Les Crêtes di Aymavilles, fondato da
Costantino Charrère, e oggi nelle solide e competenti mani delle figlie Eleonora e Elena, ormai sta facendo il giro del mondo. Proprio la scorsa settimana il suo Chardonnay Cuvée Bois ha vinto
l’Oscar del vino 2008 come miglior bianco avendo raccolto i maggiori consensi tra i lettori di
«Duemilavini», la celebra guida-cult della cultura enologica italiana, e della patinata rivista
«Bibenda». La cerimonia di premiazione è avvenuta il 1° giugno nell’ambito di
«Squisito», l’annuale rassegna gastronomica che si tiene nella Comunità di San Patrignano. Un appuntamento con un parterre tra mondo dei sapori e dello spettacolo (da
Massimo Giletti a
Gianfranco Vissani passando per
Pamela Prati) che si è trasformato in uno show televisivo trasmesso la settimana scorsa da Rai Uno. «
La commessa indiana – spiega Costantino Charrère –
è arrivata quattro giorni dopo la premiazione -. Un riscontro immediato dovuto ad una visibilità aziendale crescente e che oggi ci impone di far aumentare la nostra massa critica. Attualmente produciamo infatti 230mila bottiglie, ma l’obiettivo nel breve periodo è di arrivare a 300 mila». Del resto il trend di crescita di Les Crêtes in questi anni non ha conosciuto rallentamenti, passando dagli 800mila euro di fatturato del 2002 al milione e mezzo del 2007. E il 2008 non sembra accusare cedimenti. «
Con le mie figlie – prosegue Charrère -
intendo investire sull’ampliamento della cantina. Da un lato per poter far fronte all’aumento di produzione, dall’altro per migliorare l’accoglienza all’interno della struttura. Allestiremo una barriquerie da esibire come immagine aziendale. Inoltre ristruttureremo la vecchia casa di famiglia dove realizzeremo alcune chambres d’hotes».
Il turismo del vino è un fenomeno cui l’azienda valdostana guarda con interesse. «
Una coppia particolarmente facoltosa di Baltimora - racconta
–, cliente di una enoteca dove importiamo i nostri vini, verrà in vacanza una settimana in Valle d’Aosta per visitare l’azienda e soggiorneranno a Courmayeur su nostro suggerimento. E’ un fenomeno interessantissimo in quanto si tratta di un turismo mirato, di altissima qualità e con grande capacità di spesa. E sono convinto che se manteniamo alta la qualità e facciamo crescere la massa critica delle nostre produzioni o, comunque della nostra offerta, si tratti di un fenomeno che può interessare tutta la regione. Del resto tutte le volte in cui ho l’occasione di promuovere i miei vini all’estero cerco, prima di tutto, di far conoscere il terroir valdostano e le sue particolarità». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 25 giugno 2008). La foto di Costantino Charrère è presa dal sito specializzato
Oenotropie.
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