Il mio ultimo fondo pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta. Si accettano commenti.
Sono tempi difficili per fare il consigliere di opposizione. E non mi riferisco alla sproporzione
di forze tra maggioranza e minoranza, ma al fatto che nei prossimi cinque anni c’è un tale numero di sfide sul tappeto che se l’attuale maggioranza non saprà centrarne la maggior parte saranno guai per tutti i valdostani, anche per quel 25% che non è andato a votare. Comprendo Robert Louvin che stigmatizza la ricostituzione dell’assessorato all’Ambiente, mentre si dice di voler intervenire sui costi della politica, ma allo stesso tempo va per lo meno apprezzato che l’assessorato sia stato affidato ad una persona di cui non si può mettere in discussione la competenza. Inoltre l’apertura alle opposizioni per le presidenze delle commissioni consiliari
Istituzioni e autonomia e Servizi sociali mi è sembrata interessante. E’ come dire: sul futuro statutario del nostra regione e sul suo welfare occorre un patto comune che ci porti ad un dialogo con Roma al di là delle singole appartenenze politiche. Sul discorso di Augusto Rollandin è difficile esprimersi anche perché il neoeletto Presidente è uomo da valutare sui fatti concreti. Tuttavia il suo esprimere chiaramente la necessità che si deve «premiare il merito», oltre che essere un’implicita ammissione del fatto che poco si è fatto sino ad ora, vuol dire aver fissato un paletto molto chiaro alla sua futura condotta di governo, verificabile già a partire dalle prossime nomine all’interno delle varie partecipate regionali, dove la politica, per il bene di questa regione,
dovrebbe ridurre i propri spazi di manovra. Un merito applicabile sia nell’ambito privato, dove si dovrà premiare gli imprenditori che più sanno mettersi in gioco con progetti; sia in quello pubblico dove - e questo il Presidente l’ha detto chiaramente - si dovrà far crescere l’efficacia e l’efficienza della macchina amministrativa riducendo apparati burocratici talvolta eccessivi per una realtà che è sì regione, ma che, geograficamente parlando, ha comunque dimensioni più limitate di altre realtà. In tutto questo scenario credo perciò che il ruolo del consigliere di opposizione sia sì di vigilanza, ma anche di stimolo per lo sviluppo della nostra regione.
In questo deve rafforzarsi l’impegno dell’attività legislativa, nel passato, in massima parte, sempre esercitata dalla Giunta. Questo dovrebbe essere anche uno dei primi impegni del neo-eletto Presidente del Consiglio Alberto Cerise. Favorire, appunto, l’attività legislativa dei singoli consiglieri. Sullo sfondo c’è però anche la sfida delle sfide. Siccome a livello regionale tutte le forze politiche concordano sull’importanza della specialità statutaria occorre dimostrare, di fronte ad un certo scetticismo nazionale, che il modello Valle d’Aosta è in grado di moltiplicare il talento statutario e non di limitarsi a perpetuarlo stancamente.
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
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