sta mettendo in grave difficoltà le imprese di costruzioni valdostane che nella migliore delle ipotesi si devono confrontare con lavori appaltati sulla base di prezziari che nel giro di sei mesi saranno già completamente fuori mercato. Una torta complessivamente stimata in circa 200 milioni, circa due terzi del Pil del settore valutato, ma l’impennata dei prezzi sta cancellando i margini per le imprese. L’esempio più eclatante di questa folle corsa è il ferro che nell’ultimo semestre ha visto crescere il suo prezzo di oltre il 178%. Epicentro della crisi l’Elenco prezzi 2008 per l'esecuzione di lavori pubblici di interesse regionale (art. 42 della legge regionale 20 giugno 1996, n. 12, e successive modificazioni ed integrazioni) - approvato con deliberazione della Giunta regione del 27 giugno 2008, n. 1955. «In realtà – osserva Alfonso Montrosset, presidente di Cna Costruzioni – alcuni prezzi sono già in partenza fuori mercato e la situazione si fa ancora più complicata se si tiene conto del fatto che l’impresa edile per vincere l’appalto deve applicare anche ulteriori ribassi ad importi già fortemente critici». Per Montrosset il documento nasce da un procedimento infelice già all’origine. «I prezzi – aggiunge – sono stati fissati attraverso una sorta di indagine di mercato, ottenuta tramite una media dei prezziari già esistenti elaborati da regioni con caratteristiche analoghe alla realtà valdostana. Ma i successivi aggiornamenti si sono limitati a tenere conto dell’inflazione. Soltanto per quello del 2008 si è fatto uno sforzo in più, valutando l’incidenza di determinate materie prime, cioè cemento, ferro e carburanti. L’attuale documento ha una tabella che potrebbe tenere conto della variazione del prezzo ma non viene quasi mai presa in considerazione in quanto il suo utilizzo è facoltativo». L’imprenditore vede un’unica via di uscita. «Il metodo migliore – spiega Montrosset - è quello che sta utilizzando la Camera di Commercio, cioè l’analisi dei prezzi. Si tratta di costruire un modello in cui i costi per l’esecuzione di un’opera siano attentamente suddivisi in modo da tenere conto delle oscillazioni di tutti i materiali e le lavorazioni, senza limitarsi agli aggiornamenti inflazionistici».
L’azione della Chambre è particolarmente apprezzata anche perché ha coinvolto, all’interno di dieci gruppi tecnici, un’ottantina di professioni, in rappresentanza degli Ordini professionali e delle Associazioni di categoria, impegnati ad esaminare gratuitamente le differenti voci, in modo da giungere ad una analisi dettagliata dei singoli costi ed elaborare così un primo listino pilota per la formulazione dei prezzi edili di riferimento in Valle d’Aosta nei rapporti tra privati, artigiani e piccole/medie imprese. «A livello regionale, invece, finora – si rammarica Montrosset – è sempre mancata la condivisione delle scelte in merito ad uno strumento così importante con le associazioni di categoria. Alcuni correttivi sono stati fatti, ma quando il prezziario ci viene sottoposto è sempre troppo tardi. Spero che il lavoro fatto dalla Chambre possa essere utilizzato anche da tutto il comparto pubblico. In alternativa sarebbe auspicabile la reintroduzione dell’istituto della revisione prezzi come in passato».
Una speranza condivisa anche da Flavio Bertino, consigliere della sezione edile di Confindustria Valle d’Aosta. «In Regione l’attenzione al problema c’è, ma manca il metodo che garantisca una revisione automatica dei prezzi». Il dialogo è difficile anche con i comuni, attori sempre più rilevanti nel settore. Cna denuncia come molte municipalità spesso non predispongano gli appalti sulla base degli ultimi prezzari disponibili. «Attualmente in gara – sottolinea il responsabile di Cna – ci sono lavori appaltati addirittura con il prezzario del 2003. Abbiamo chiesto l’aggiornamento tramite lettera alle stazioni appaltanti, ma senza ottenere risposta. Potrebbe intervenire l’autorità di vigilanza nazionale ma si tratta di un procedura lunga e complessa e per giunta poco efficace in quanto l’Autorità non può imporre le sue indicazioni. Un’altra strada potrebbe essere allora quella di impugnare il bando davanti al Tar ma alla fine quante sono le aziende disposte a percorrerla». Critiche anche dal settore dell’impiantistica. Per Mauro Papagni, presidente di Cna Installazioni e impianti, il documento presenta alcune carenze dal punto di vista della tipologia di impianti previsti. «Il comparto – commenta – in questi ultimi anni si è particolarmente evoluto e il prezziario si presenta soprattutto carente per quanto riguarda il settore dei rinnovabili. Ci sono poche voci e, per giunta, elaborate in maniera non corretta. Tuttavia va detto che per noi la criticità maggiore sta nel rapporto con l’impresario. Per prendere un lavoro un’impresa artigiana è spesso costretta a sconti considerevoli e questo danneggia tutti». L’assessore alle Opere Pubbliche Marco Viérin sostiene di avere chiari i problemi del settore. «C’è un nodo però di difficile risoluzione: garantire un prezzo adeguato alle opere in esecuzione e allo stesso tempo evitare di dover ricorrere a continue variazioni del prezziario per il modificarsi dei prezzi delle materie prime». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 10 settembre 2008)
2 commenti:
ma è così difficile scrivere un prezziario con un minimo di credibilità? sembra di sì, roba dell'altro mondo! eppure il relativo assessorato regionale ormai pullula di geometri, ragionieri, architetti ed anche ingegneri di ambi i sessi (sì, anche ingegneri)! Ma probabilmente serve anche qui un incarico ad hoc!
L'operazione è realmente complessa. Credo che però la soluzione stia in un attento confronto tra imprenditori e funzionari. E non è comunque un problema soltanto valdostano. Invito comunque gli imprenditori del settore ad inviare commenti per evidenziare quali sono i problemi sul tappeto, magari facendo qualche esempio concreto
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