La Dop, nelle speranze degli addetti ai lavori, garantirebbe ulteriore valore aggiunto al «miele di rododendro», «di castagno» e al «millefiori di montagna» - tre tipologie, il cui prezzo mediamente va da 7 a 10 euro al chilo - già fatte inserire nell'elenco dei prodotti tradizionali italiani. Da tempo l’assessorato ha infatti individuato la strada della certificazione come la maggiormente indicata in un panorama in cui sempre più qualità e particolarità finiscono per essere facce della stessa medaglia, ma percorrerla fino in fondo non è così semplice.
Compagni di viaggio di questo cammino il già citato consorzio, nato nel 1955 per far fronte ad una terribile malattia che rischiava di compromettere il locale patrimonio apistico, e la Cooperativa Miel du Val d’Aoste, costituita nel 1978 per soddisfare le esigenze di commercializzazione del miele della Valle d'Aosta, e attualmente guidata da Michele Beltramelli.
Negli ultimi anni inoltre il Consorzio si è dotato di un apiario sperimentale a Saint Marcel, dove effettua diverse prove, come l'arnia a grattacielo, saggia i differenti materiali da costruzione dell'arnia, testa i diversi prodotti e le forme manipolative nella lotta all'acaro varroa, verifica e adatta i vari metodi di conduzione suggeriti in altre regioni d'Italia e della zona alpina, diffonde l'ottimizzazione dei raccolti dei diversi prodotti dell'alveare, ma soprattutto ricerca sul territorio in collaborazione con il Servizio Sviluppo delle produzioni agroalimentari gli elementi che costituiscono la caratterizzazione dei mieli della Valle d'Aosta. Di particolare interesse anche l’attività didattica. «Nel corso del 2008 – conclude Glarey – il Centro è stato meta di numerose scolaresche. Complessivamente sono stati circa 650 i ragazzi, provenienti sia dalla Valle d’Aosta che dal vicino Piemonte, che hanno visitato la struttura. E il numero sembra destinato a crescere».
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