Come sempre propongo on line i fondi che scrivo sul Corriere della Valle. Questo è stato pubblicato giovedì 6 novembre.
Mentre scrivo da poche ore Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Ma non è di politica che voglio parlarvi o del significato che ha questa elezione o della piattaforma politica del futuro presidente (troverete un ampio servizio nelle pagine interne). Non è questo che mi interessa. Sono invece rimasto colpito da come il candidato abbia descritto sua nonna, scomparsa proprio nell’ultimo giorno della campagna elettorale, in un crescendo di emozioni intense, continue. «Era una donna umile e diretta. – ha detto Obama parlando in un comizio, a Charlotte, in North Carolina - Un eroe silenzioso come ce ne sono molti qui tra voi, che lavorano sodo, che pensano alla famiglia, che si sacrificano per figli e nipoti». «E’ stata - ha proseguito l'allora senatore - la pietra angolare della nostra famiglia, una donna di una straordinaria forza e umiltà. Era fiera dei suoi nipoti e pronipoti e ha lasciato questo mondo con la consapevolezza che la sua impronta su tutti noi è stata significativa e sarà durevole».
In queste parole non c’è soltanto abilità retorica, ma traspare un messaggio, anzi ne traspaiono molti: si evidenzia il ruolo degli anziani che, in quest’ultima fase della loro vita - anche se spesso si sentono messi da parte - possono in realtà ancora dare molto; si sottolinea il valore del sacrificio, senza tornaconti, per gli altri. Proprio nell’omelia dei santi, lo stesso Vescovo, ha introdotto l’importanza che si riscopra con i figli l’importanza di un rapporto educativo personale, basato su un dialogo quotidiano. «I figli, troppo spesso, – ha precisato Mons. Giuseppe Anfossi - sono invece affidati ad altri: scuola, tv, mezzi informatici, compagni e, invece, occorre riscoprire un rapporto personale con i figli e ritagliarsi i giusti spazi per poterlo esercitare. In questo il ruolo delle persone anziane è privilegiato. Ora che la loro responsabilità educativa diretta - in quanto genitori - è finita possono mettersi in rapporto con i giovani in modo gratuito». Recentemente un giovane sacerdote della città ha chiesto ad un gruppo di giovani con quale persona avessero sperimentato la bontà. Oltre la metà dei ragazzi interpellati ha risposto i nonni. Sono convinto che questa disponibilità del cuore, l’esempio di questa generosità di amore, unita ad una preghiera fedele, che caratterizza molti anziani, li fa messaggeri di fede verso i più piccoli. La loro testimonianza può aiutare la nostra chiesa locale a raccogliere il frutto di nuove vocazioni. In questi casi è però necessaria la pazienza del contadino che conosce i tempi della natura. Non bisogna mai stancarsi di seminare nei cuori.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
3 commenti:
L'altro giorno ho fatto una chiaccherata con un amico di Gaby, che fra laltro oggi si trova ad essere uno degli amministratori del paese essendo presente nell'unica lista presentata, e fra le altre cose mi diceva di quanto fosse elevato il costo dell'ampliamento della struttura per anziani che c'è in paese in rapporto al numero di anziani che potranno usufruirne in più rispetto a quanto avviene oggi.
I costi per queste struttre sono talmente elevati che in molti casi sarebbe economicamente più conveniente stipendiare un famigliare per rimanere in compagnia del proprio caro ed eventualmente ricorrere in caso di bisogno all'ausilio delle assistenti domiciliari dell'Usl.
Al di là del semplice aspetto economico esiste, a mio avviso, un importante problema culturale che può influire in modo pericoloso sulle nuove generazioni.
L'idea, come giustamente sottolinea Favre, che passata una certa età non si abbia più nulla da dare, seppur ovviamente con i limiti naturali dell'età, e che la società veda come naturale la reclusione dei nostri anziani in strutture per quanto ben gestite e confortevoli è cosa triste e a mio avviso dannosa.
Credo sia necessario, soprattutto in questi momenti che ci vedranno obbligati ad una rivalutazione e una riconsiderazione del "posto fisso" prendere in considerazione che in molti casi si potrebbe non solo risparmiare ma gestire in modo più dignitoso il nostro patrimonio sociale.
i bambini: all'asilo nido appena nati, se possibile
gli anziani: in microcomunità appena non servono più.
Occorre produrre, e gli esseri umani sono eufemisticamente e con linguaggio economico chiamati "patrimonio sociale"
che tristezza! ho già avvertito mia moglie: appena ti rendi conto che non servo più, rinchiudimi da qualche parte.
Certo che, cinicamente, la soluzione più economica sarebbe un termovalorizzatore per anziani!
Ne approfitto per salutare mia nonna Emilie, dovunque sia, trovatella, cresciuta da due sorelle nubili che godevano così di un contributo e di future braccia da lavoro, terza elementare a Tache (Introd), mia prima ed ancora insuperata maestra di vita e di filosofia.
@Curthoud
Oppure ci vorrebbe un valorizzatore del loro grande affetto per noi che talvolta siamo un po' troppo freddi... :)
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