Sul bollettino ufficiale numero 7 di martedì 17 febbraio è stata pubblicata la legge regionale 3 del 23 gennaio 2009 riguardante «Interventi regionali per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile». Propongo ai miei visitatori una nota in cui è riportata l'opinione del presidente dei giovani industriali Luca Minini. Ovviamente mi attendo commenti sulla validità del provvedimento legislativo. Qui trovate i post dedicati all'argomento. Inutile aggiungere che data la difficile congiuntura economica la legge - il cui obiettivo è di favorire la nascita di start up - non arriva in un momento facile.
«Si tratta di un intervento positivo, gli aiuti economici regionali servono soprattutto in un momento in cui il sistema creditizio è molto attento nell’erogazione di prestiti.
Aspettiamo comunque di conoscere il regolamento di attuazione per dare un giudizio definitivo. Avviare un’impresa oggi non è facile e richiede sacrifici, responsabilità e impegno che non sempre si trovano tra i giovani che preferiscono un lavoro meno interessante e, a lungo termine, meno redditizio ma sicuro.Non ci si improvvisa imprenditori: avviare un’attività significa avere un bagaglio di conoscenze che non si apprendono in un percorso scolastico. Basti pensare alle norme relative alla sicurezza, alla legislazione sul lavoro, agli adempimenti burocratici, previdenziali, autorizzativi e così via. In passato l’apprendistato, per alcune attività soprattutto artigianali, era il percorso standard: oggi purtroppo non è più così».
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
3 commenti:
Ho appena terminato la lettura della Legge. Sicuramente è positivo l'interesse verso la giovane imprenditoria ma negativo il modo di affrontare l'argomento. Nel senso che un giovane che intenda avviare una nuova iniziativa imprenditoriale si trova immediatamente "imprigionato" dal vincolo di bilancio del proprio budget di partenza. Oggi, se non c'è un minimo di intervento da parte dell'imprenditore ed anche in presenza di valide garanzie, il tentativo di innalzare tale vincolo mediante il ricorso al credito bancario è già di per sè un'impresa (provare per credere). Per molti tale iniziativa risulta una pura chimera. In questo senso il denaro avrebbe potuto essere meglio utilizzato magari concedendo delle garanzie per favorire l'accesso al credito aiutando un maggior numero di potenziali fruitori. Vedo poi una stortura, non da poco, nella chiusura ad altre agevolazioni, visto che tanto la Legge opera in regime "De Minimis". Mi spiego, nel caso della L.R. 6/2003 e nella L.R. 19/2001 i contributi a fondo perso sono cumulabili sia con i finanziamenti Finaosta, sia con i finanziamenti bancari agevolati con contributo in conto interessi pagato sempre dalla Regione per il tramite dei confidi (per un massimo del 75% dell'investimento). Dunque se un giovane imprenditore si agevola per il tramite di tale legge può "salutare" tutti gli altri aiuti, finaziandosi al massimo per il 40% degli investimenti contro il 75% di cui potrebbe usufruire mediante i provvedimenti già esistenti.... Ho letto che molte Regioni hanno risposto all'attuale crisi finanziando i confidi al fine di poter concedere maggiori garanzie alle banche, forse questa avrebbe potuto essere una strada migliore.
Jean Benatti
interessante provvedimento, ma per cortesia non chiamiamola legge sull'IMPRENDITORIA GIOVANILE.... è semplicemente l'ennesima legge in aiuto del commercio e dell'artigianato.....a mio avviso l'imprenditoria è ben altro...
Sono abbastanza stupito della profonda soddisfazione da parte di chi dovrebbe tutelare i giovani imprenditori nel vero senso della parola...
Elio Désayeux
@ Elio Desayeux
Sinceramente quella di Minini non mi sembra proprio "profonda soddisfazione". Secondo te che cosa servirebbe per avere una vera legge sull'imprenditoria giovanile...
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