5 luglio 2009

In attesa dell'enciclica

Come sempre vi propongo l'editoriale che ho pubblicato questa settimana sul Corriere della Valle.
Mi occupo, come potrete leggere, dell'enciclica di Benedetto XVI di prossima pubblicazione. Credo che la sua tematica economico-sociale possa permettere un interessante dibattito sul blog e, magari, alcuni degli interventi più stimolanti potrebbero trovare spazio sul Corriere.

Sarà presentata il 7 luglio la terza enciclica di Benedetto XVI, dal titolo «Caritas in veritate».
Il Pontefice lo ha ricordato in più circostanze negli ultimi giorni, tra cui l'udienza ai membri della fondazione «Centesimus annus - Pro Pontifice» e l'Angelus per la solennità dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno).
«Riprendendo le tematiche sociali contenute nella Populorum progressio, scritta dal Servo di Dio Paolo VI nel 1967, questo documento - che porta la data proprio di oggi, 29 giugno, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo - intende approfondire alcuni aspetti dello sviluppo integrale nella nostra epoca, alla luce della carità nella verità», ha affermato il Papa dopo la recita dell'Angelus, affidando alla preghiera dei fedeli «questo ulteriore contributo che la Chiesa offre all'umanità nel suo impegno per un progresso sostenibile, nel pieno rispetto della dignità umana e delle reali esigenze di tutti».

Intorno al documento c’è grande attesa e qualche aspettativa. «Gli organi di stampa aspettano l'uscita dell'enciclica per soppesare come il Papa valuterà la crisi finanziaria in corso, - commenta Stefano Fontana direttore dell'Osservatorio internazionale “Card. Van Thuân” sulla dottrina sociale della Chiesa - ma il vero senso dell'enciclica sarà di riproporre la necessità pubblica della luce evangelica per capire e promuovere il vero sviluppo, il quale o è umano o non è sviluppo». Parlando infatti della chiusura dell'Anno Paolino, Benedetto XVI ha esortato a «rimanere fedeli alla vocazione cristiana e a non conformarvi alla mentalità di questo mondo - come scriveva l'Apostolo delle genti proprio ai cristiani di Roma - ma a lasciarvi sempre trasformare e rinnovare dal Vangelo, per seguire ciò che è veramente
buono e gradito a Dio (cfr Rm 12,2)».

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