Terzo post dedicato al Convegno, organizzato dall’Assessorato delle attività produttive, svoltosi venerdì scorso al Centro congressi del Gran Hôtel Billia di Saint-Vincent, sul tema «Oltre la crisi: scenari possibili nel settore industriale e ruolo dei territori. Le prospettive della Valle d’Aosta». Qui trovate il primo e qui il secondo post.
Nel pomeriggio Marco Cattaneo, direttore della rivista Le Scienze, ha moderato un dibattito con un parterre imprenditoriale d’eccezione.
In occasione della tavola rotonda del pomeriggio sono intervenuti Adriano Marconetto, Amministratore delegato Electro Power Systems; Alessandro Lorenzi, Direttore centrale corporate Lavazza: Francesco Forlenza, Presidente Olivetti; Luigi Palmisani, Direttore generale personale e organizzazione Engineering; Paolo Conta, Presidente Consorzio VN Tech; Pietro Palella, Direttore generale ST Microelectronics Italia; Roberto Marzorati, Vicepresidente Cogne Acciai Speciali.
Ero presente al dibattito del pomeriggio. Provo perciò a proporti alcuni dei tantis punti che ho colto in ciascuno degli interventi.
Basta all'estero a certi «gruppi vacanze Italia»
Marconetto (Electro Power Systems): «per noi la crisi è stata un’opportunità in quanto ha accelerato la richiesta di prodotti come li facciamo noi, che utilizzano un’energia più pulita e meno costosa». E ancora «Abbiamo aperto una nostra fabbrica alle fine del 2008 in Valle d’Aosta poiché qui c’erano condizioni interessanti a livello di opportunità territoriali. Qui rispetto ad altre realtà regionali della pubblica amministrazione si respira una boccata d’aria fresca quando si interagisce con il territorio». Marconetto ha sottolineato anche la necessità che le Pmi italiane possano contare sulle istituzioni quando si va all’estero, rifiutando come gite dannose certi «gruppi vacanze Italia», riferendosi evidentemente ad alcune mission, a suo avviso, non organizzate nel migliore dei modi.
Lorenzi: (Lavazza) «Siamo un’azienda matura che produce un prodotto maturo. La crisi perciò l’abbiamo avvertita. Ciò non toglie che chi sa fare innovazione possa uscire rafforzato da una simile congiuntura. Noi con il Politecnico di Torino stiamo lavorando all’ecosostenibilità del packaging dei prodotti alimentari. La biodegradabilità è l’obiettivo da raggiungere. Del resto Lavazza ha una lunga tradizione in questa direzione. Fummo i primi ad inventare il sottovuoto che permise di degustare il prodotto anche in luoghi molto lontani dal luogo di produzione». Lorenzi ha anche annunciato che Lavazza ricollocherà il suo impianto industriale sempre a Verrès in un sito dismesso grazie al quale sarà possibile triplicare l’area industriale. «In un decennio – ha dichiarato Lorenzi – triplicheremo la forza occupata e i volumi di produzione. Inoltre si tratterà di uno stabilimento di classe A dal punto di vista energetico che autoprodurrà tutta la sua energia attraverso un impianto fotovoltaico, il ripristino di una veccgia centralina già presente nel sito e la costruzione di un impianto di recupero biomasse. Tutto rigenerabile. Tutto in loco».
Forlenza (Olivetti): «Uno dei problemi più curiosi in cui mi imbatto è che spesso la gente non sa che l’Olivetti esiste ancora. I numeri non sono più quelli di un tempo ma si tratta di un brand forte nel mondo dell’office per quanto riguarda i sistemi di stampa specializzati, ad esempio Banche e Poste. Fatturiamo 330 milioni di euro all’anno di cui il 50% all’estero e i dipendenti sono 1100. Siamo un caso un po’ unico di un’azienda che pur avendo perso il prodotto originario, prima le macchine da scrivere poi i Pc, è rimasta ancora sul mercato. Una parte della produzione è stata portata all’estero e in Italia la nostra presenza più importante sul versante produttivo e ad Arnad». In merito alla presenza valdostana di Olivetti Forlenza si è sempre detto colpito «dal clima di collaborazione e dalla disponibilità a fare sistema». Ha poi sosttolineato come un fronte su cui ci si deve impegnare sia quello dell’attrazione di talenti.
Non è vero che andava tutto bene
Palmisani (Engineering): «La prima premessa da fare è che la crisi è arrivata in un momento in cui non è vero che tutto andava bene. Nel 2000 per il settore dell’Ict sono stati toccati i vertici massimi poi il mercato ha iniziato a contrarsi». Riferendosi poi alla presenza valdostana dell’azienda ha spiegato come Engineering in Valle faccia un “mestiere” un po’ diverso dal resto d’Italia. «Noi qui gestiamo infrastrutture tecnologiche di clienti. Tanto per capirci un check in a Antigua su una nave Costa crociere è fatto dal Centro di calcolo di Pont-saint-Martin. Si tratta di una macchina che ha alle spalle un decennio. Allora era tre passi avanti a tutti. Oggi c’è un centro in Italia che gli è superiore, ma non vi diro quale neppure sotto tortura. Il nostro obiettivo è quello di dare valore a questo asset ed è possibile farlo soltanto con nuovi investimenti».
In Italia l'energia costa troppo
Marzorati (Cogne): «Il settore siderurgico è stato investito in pieno dalla crisi. Siamo old economy e abbiamo pagato questa nostra condizione con un –40% di produzione nel primo semestre. Rispondiamo alla crisi grazie ai nostri nuovi prodotti e alla nostra riconosciuta competenza qualitativa, ma la ripresa è lenta. In questo secondo semestre c’è un miglioramento ma registriamo comunque un –25%». Marzorati ha poi ricordato come in Italia il costo energetico rimanga comunque il più alto d’Europa. «E tenete conto – ha detto – che per noi il costo energetico viene appena dopo quello delle materie prime. Prima di quello dei dipendenti».
Un mercato completamente nuovo richiederà prodotti nuovi
Palella (ST Microelectronics Italia): «Noi produciamo chip. Il nostro core business è inevitabilmente innovazione. Investiamo il 18-20% del nostro fatturato in R&S, il 25% di quanto produciamo va in Cina. Tuttavia dal 3° trimestre 2008 al secondo 2009 il mercato dei semiconduttori, quello per noi più importante, ha perso il 17%. E’ una crisi che tocca tutti i settori. E per questo siamo convinti che l’uscita da questa pesante congiuntura renderà il mercato diverso dal passato. Quali saranno i prodotti più importanti di questo nuovo mercato. E’ questa la sfida». Guardando alla Valle d’Aosta Palella ha ricordato alcuni punti fondamentali per il futuro della piccola regione autonoma: va creata una rete delle conoscenze che colleghi Università ed aziende; occorre un sistema di formazione di alta qualità; qualità delle infrastrutture, in particolare delle reti di telecomunicazione; attrarre talenti sia dal territorio che da fuori e qualità della pubblica amministrazione.
La necessità di fare rete
Conta (VNTech): «L’esperienza di Vntech indica alle aziende valdostane una possibile strada da percorrere. Quella di lavorare per gruppi di progetto. E’ poi fondamentale, anche per me, che si crei una rete fra pubblica amminsitrazione e aziende e fra le aziende fra di loro. A volte non ci rendiamo conto che il nostro vicino di casa fa delle belle cose e che, magari, ci potrebbero servire. E’ una positiva esperienza che stiamo vivendo con il Consorzio. Al di là del progetto specifico sulla sensoristica un primo dato positivo è costituito dal conoscersi meglio».
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