Oliviero Gobbi ha partecipato al Convegno di Capri dei Giovani imprenditori di Confindustria sul tema «Mediterraneo: dall'Europa al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti». Gli ho rivolto quattro domande per sapere come è andata.
Da chi era composta la delegazione valdostana?
Eravamo quattro Giovani Imprenditori. Considerando la dimensione della nostra Regione e il numero dei nostri associati, eravamo certamente ben rappresentati se confrontati ad altre realtà ben più grandi. Crediamo che sia importante partecipare a questi eventi nazionali del nostro movimento per raccogliere stimoli nuovi, per mantenersi al passo con i tempi e per coltivare le relazioni.
Quali stimoli, quali idee portate a casa dopo un simile convegno?
Si è trattato di un convegno di ampio respiro, che ha affrontato un tema strategico e di scenario. Il Mediterraneo può essere una nuova area di sviluppo e di crescita economica? I numeri parlano chiaro, pensiamo ad esempio che la parte mediterranea dell’Europa conta oggi circa 177 milioni di abitanti e che i paesi della sponda sud ed est arrivano a 237 milioni. In un’Europa a limitata crescita economica, poter guardare verso nuovi mercati, per di più vicini, è fondamentale. In questo contesto, è possibile che l’Italia colga questa opportunità facendo leva sulla sua posizione privilegiata? È un tema sicuramente interessante e di attualità. Teniamo presente che per l’Europa il focus di questi ultimi anni è stato l’est, con tanto di allargamento e di inclusione di nuovi paesi. Oggi invece si inizia a guardare anche verso sud, a parlare di Mediterraneo sia come area di interesse di per sé sia come ponte verso l’Africa, un continente la cui importanza economica è solo destinata a crescere. Sicuramente abbiamo un’opportunità, che dobbiamo pensare di cogliere. Non mancano però le sfide e i rischi, ad iniziare dai discorsi politici e culturali. Se pensiamo al Mediterraneo abbiamo infatti una serie di realtà diverse e molto “caratterizzate”: i paesi europei, il blocco del nord Africa, per poi arrivare anche ad Israele e alla Turchia.
La partecipazione a questi convegni ci dà inoltre l’occasione di sentire “dal vivo” personaggi che, nel bene e nel male, plasmano il nostro tempo: politici e imprenditori, studiosi e giornalisti.
Un convegno sul Mediterraneo cosa può dire a chi fa impresa in Valle d'Aosta?
Come è naturale, per posizione geografica e per tradizione storico-culturale la Valle d’Aosta ha sempre più guardato al centro delle Europa, a tutta la zona alpina (o “Alpenland” come dicono i tedeschi) e alla Francia. In un mondo sempre più globalizzato però è tutto più vicino e nessuno è troppo distante o “lontano” in senso lato. Non dimentichiamoci che noi abbiamo in Valle d’Aosta esempi di virtuose imprese medio-piccole che esportano in tutto il mondo!
Il sogno di un Mediterraneo come di una grande zona franca. Per associazione di idee verrebbe da dire...e la Valle d'Aosta?
La Valle d’Aosta deve continuare a puntare sui suoi punti di forza. In uno scenario di crescita e sviluppo dell’area Mediterranea la nostra Regione potrebbe comunque contare su una importante posizione che le consente di guardare sia verso sud (il Mediterraneo) sia verso Nord (l’Europa centrale). E le nostre imprese hanno tutte le carte in regola per competere in questi contesti in continua evoluzione.
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