Per l'intervento ieri in università avevo preparato un breve testo introduttivo che poi ho rispettato in minima parte. L'attenzione dei corsisti era tale e le parole già spese dal professor Carmine Garzia tante che non mi è sembrato il caso di insistere. Tuttavia ci sono alcune annotazioni che, a distanza di qualche ora, ti voglio comunque sottoporre per sapere se concordi con la mia analisi.
La scelta del blog, come ho già scritto in passato, nasce da una personale volontà di sperimentare nuove forme di comunicazione e dal desiderio di dare una visibilità maggiore all’inchiesta che stavo svolgendo per il Corriere della Valle d’Aosta, il settimanale che dirigo.
Il blog prende vita nel novembre 2007 e nel corso del 2009 ha registrato circa 52mila visitatori. E’ un dato che offro senza trionfalismi. Ci sono blog, soprattutto di riflessione politica o di satira, che registrano risultati indubbiamente superiori.
Ma che cos’è ImpresaVda?
Di certo non è un blog tradizionale nel senso del diario personale, non è neppure un luogo in cui mi atteggio a guru economico e offro le mie ricette geniali su come sviluppare dal punto di vista economico questa regione.
E’ invece un archivio privato messo a disposizione di tutti, è la mia «scrivania di lavoro» all’insegna della più totale trasparenza.
E’, insomma, a mio avviso, uno strumento di conoscenza e consultazione, utile per chi racconta quotidianamente il mondo dell’impresa, per chi si occupa di economia in Valle d’Aosta, e molti colleghi mi dicono di farne uso spesso.
Ma è pure utile per chi vuole studiare questa realtà da un punto di vista scientifico in quanto fornisce gratuitamente un insieme di dati consistenti e cronologicamente ordinati. In questo credo si possa spiegare il senso della mia presenza in Università.
Se però guardo ai miei obiettivi iniziali ce n’è sicuramente uno in cui – non so se per colpa mia oppure no – il blog per ora se non ha proprio fallito, ha fatto davvero poco.
Avrei voluto creare dibattiti sul modello di imprenditorialità da applicare alla Valle e non ci sono riuscito. Se tocco temi sensibili dal punto di vista politico allora - in questi tempi in cui tutti siamo o guelfi o ghibellini -subito lo spazio dei commenti si accende. Io però vedo un mondo così complesso che trovo davvero riduttivo essere semplicemente o guelfo o ghibellino. E la mia non è una terzietà di comodo. Infatti se mi avventuro in un dibattito le prendo di santa ragione da entrambi gli schieramenti.
In un caso però sono riuscito a coinvolgere il mondo imprenditoriale che, anche se non ha espresso magari le sue opinioni, ha seguito con attenzione l’evolversi delle vicende del mio blog ed è attraverso il Concorso con il quale per il secondo anno consecutivo ho invitato i miei visitatori a votare chi è per loro l’imprenditore valdostano del 2009… Ed è stato su questo panel di imprenditori che ieri ho incentrato il mio intervento.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
3 commenti:
Spero di non essere OT con questo commento. Trovo interessante che si sottolinei il "fallimento" nel caso del dibattito sui modelli di imprenditorialità. Forse, anche in base alla mia esperienza che è in un settore totalmente diverso, è lo strumento "blog" a non funzionare. I commenti, i dibattiti, si sviluppano con più facilmente in forum, dove c'è uno scambio rapido e concentrato in poche battute. Il blog, il commento ad un post, ha il limite che raramente si ottiene una risposta immediata. Ed inoltre, spesso, penso metta in soggezione il lettore perchè deve postare in maniera articolata: attività che richiede tanto tempo. Il forum, al contrario, è più istintivo, simile alla conversazione che possono avere due persone davanti al caffè in un bar. Se mi permetti un paragone azzardato, il forum è un vino di pronta beva, il blog un vino da meditazione...
In risposta ad enofaber che per altro dice cose giuste: non credo appartenga ai valdostani l'abitudine di esprimere le proprie opinioni pubblicamente.
E' più di "verba volant, scripta manent".
E' la consapevolezza che solo un basso profilo può proteggerti.
I miei migliori auguri per lo sforzo di cambiare le cose.
Francois
@enofaber
La tua analisi è ben circostanziata, anche perchè mi sono reso conto che il termine "dibattito" che ho utilizzato non è del tutto corretto. Io vorrei attraverso il mio blog favorire il confronto di esperienze, raccogliere i problemi di chi fa impresa, diventare un sensore in grado di offrire il polso della situazione. Forse però pretendo troppo...
In Italia invece il dibattito è vissuto spesso su posizioni contrapposte e nel manifesto desiderio di determinare vincitori e vinti. Inoltre concordo che il procedimento per esprimere il proprio commento è purtroppo un po' macchinoso. Facebook, ad esempio, è molto più immediato. Talvolta fin troppo per i miei gusti.
@francois
La ritrosia valdostana è nota ed è pure nota la necessità del low profile, alimentata dal fatto che se il mio giardino è "bello", ma quello del mio vicino è "bellissimo" vengo assalito da un'invidia atavica che, di certo, non facilita nella nostra Regione il "fare rete" tra imprese. Tuttavia non voglio arrendermi e perciò ti ringrazio per i tuoi graditissimi auguri.
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