Se non hai voglia di leggerti tutto il Rapporto della Banca d'Italia sull'economia valdostana eccoti la sintesi che ho scritto per il Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 giugno 2010. Come sempre sei invitato a lasciare la tua opinione. I commenti dei visitatori sono molto graditi.
L'economia della Valle d'Aosta nel 2009 ha risentito della crisi economica internazionale in misura più contenuta rispetto alla media del Paese. A dirlo è il tradizionale rapporto di Banca d’Italia sull’economia della Valle d’Aosta, illustrato ieri mattina ai giornalisti dal direttore della filiale di Aosta Giuseppe Manitta.
Il prodotto interno lordo della regione, infatti, ha avuto un andamento migliore di quello nazionale e del Nord-Ovest. Unica incertezza la definizione precisa del dato statistico in quanto la forbice tra i vari istituti di ricerca (Svimez e Prometeia su tutti) è ancora ampia tanto che nel rapporto si è scelto di non indicare nessun dato. «Una situazione – spiega il direttore – delineatasi in virtù dell’elevato peso in regione del terziario, colpito con minore intensità dalla recessione. Un contributo importante poi al sostegno dell'economia regionale, pari ad oltre il 2% del Pil, è venuto anche dalle misure adottate dalla Regione a sostegno di famiglie, imprese e occupazione».
Tuttavia la congiuntura negativa si è comunque avvertita anche in Valle d'Aosta. Nel turismo si è registrato un aumento del 2,3% degli arrivi, grazie soprattutto all'aumento dei flussi degli italiani, ma una riduzione delle presenze dell'1,3%, a fronte di una capacità ricettiva degli alberghi cresciuta del 7,4%. Il settore industriale, per Bankitalia, è stato quello più duramente colpito con una contrazione del fatturato mediamente del 20% rispetto al 2008: alla diminuzione degli ordini (-9,3%) sia sul mercato interno sia su quello estero si è associato un forte calo della produzione (-10,3%) e una contrazione del grado di utilizzo degli impianti (da 70,9 a 67,6). Anche sul fronte della domanda interna si è registrata una forte riduzione degli investimenti delle imprese manifatturiere, scesi ai livelli più bassi degli ultimi dieci anni. «Per il 2010 – commenta Manitta - dovremmo invece assistere ad una significativa inversione di tendenza con un incremento di investimenti e produzione».
Spostando l’attenzione sul comparto delle costruzioni le indagini congiunturali hanno evidenziato un indebolimento dell'attività. Nel settore privato i “permessi di costruire” rilasciati dai principali comuni sono calati del 23,5%. Il numero di transazioni immobiliari è invece calato del 12,8%, riduzione più consistente rispetto a quella registrata nell’ultimo biennio e analoga a quella riscontrata nel Nord Ovest e a livello nazionale. L'occupazione è diminuita dello 0,9% (pari a circa 500 unità), dopo il calo dello 0,5% registrato l'anno precedente. I cali hanno riguardato industria e commercio, quest’ultimo settore appare tra i più colpiti: il numero delle imprese attive è infatti ancora diminuito (-1,4% dopo essere già calato del 2% nel 2008) e c’è stata una significativa flessione anche dei livelli di spesa per beni durevoli (-7,3%). Il tasso di disoccupazione è cresciuto dal 3,3% del 2008 al 4.4%, rimanendo comunque ben al di sotto di quello medio nazionale (7,8%).
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