La scorsa settimana la Giunta regionale ha sottoscritto a Roma con il Governo un'intesa su 7 grandi opere di preminente interesse nazionale. Su alcuni di queste grandi opere si registra l'intervento di Elio Riccarand in qualità di Presidente di ProMont-Blanc. La lettera apre un dibattito interessante che ti sottopongo... Sono molto interessato a sapere che cosa ne pensi...
La più importante montagna d'Europa, il Monte Bianco, il massiccio che è stato la culla dell'alpinismo e che contiene i più importanti ghiacciai delle Alpi è ancora privo di un riconoscimento internazionale del suo valore ambientale e di una adeguata tutela.
Una situazione tanto più negativa se si considerano le minacce che incombono su tale territorio. Il Presidente della Regione Valle d'Aosta ha recentemente firmato una Intesa con il Governo italiano per realizzare due «grandi opere» di notevole impatto proprio sul Monte Bianco: la mega-Funivia Entrèves-Punta Helbronner e una nuova galleria parallela al Tunnel stradale del Monte Bianco. Tali «grandi opere»rappresentano il tentativo di riproporre il solito modello di sviluppo basato sulla quantità, su alti livelli di traffico, sulle elevate portate a scapito della cura della qualità, di un turismo più dolce e di un modello più durevole.
Il tentativo è quello di riproporre vecchie impostazioni, ignorando le linee indicate dalla Convenzione per la protezione delle Alpi ed i principi dei suoi Protocolli. E' un ritorno al passato proprio nel momento in cui in tutte le Alpi sono sempre più evidenti i limiti, gli errori ed i danni del modello di sfruttamento della montagna che si era imposto nella seconda metà del Novecento.
Seppure lentamente, negli ultimi anni era cresciuta, anche in Valle d'Aosta, la consapevolezza dell'eccezionalità del territorio del Monte Bianco e si erano individuati nuovi obiettivi e nuove strategie diverse dalla solita infrastrutturazione massiccia della montagna.
In particolare, Pro Mont-Blanc il Comitato internazionale che raggruppa varie associazione alpinistiche e di tutela ambientale di Italia, Francia e Svizzera ha definito due obiettivi ambiziosi:
1) fare del territorio del Monte Bianco un esempio di sviluppo sostenibile per tutto l'arco alpino. A tal fine è stato elaborato il «Termometro del Monte Bianco», uno strumento per misurare, tramite un sistema di indicatori, il livello di sostenibilità delle varie politiche ed individuarne i punti critici.
2) ottenere l'inserimento del massiccio del Monte Bianco nell'elenco Unesco dei beni naturali che sono Patrimonio dell'Umanità ed in quanto tali da tutelare adeguatamente.
Nel 2010 il «Termometro del Monte Bianco» è stato recepito all'interno del Progetto «Osservatorio del Monte Bianco» del «Piano Integrato Europeo» (PIT) di cui sta partendo la realizzazione. Parallelamente il PIT ha previsto la messa a punto di un "Piano di gestione" transfrontaliero del massiccio del Monte Bianco al fine di utilizzarlo per la candidatura Unesco.
Il 9 maggio 2010 tutte le principali associazioni alpinistiche ed ambientaliste di Italia, Francia e Svizzera, riunite a Chamonix, hanno sottoscritto e lanciato l' "Appello per il Monte Bianco" per dare pieno sostegno ai due obiettivi centrali indicati da Pro Mont-Blanc.
Le «grandi opere»che ora la Giunta regionale della Valle d'Aosta afferma di voler realizzare, rilanciando persino il progetto di una nuova galleria parallela al Tunnel stradale esistente, sono espressione di una strategia opposta a quella delineata da Pro Mont-Blanc e che pure ha ottenuto in questi anni anche il sostegno dei cinque Comuni del versante valdostano del Monte Bianco, così come di alcuni Comuni del versante francese e della Région Rhône-Alpes.
E' necessario che un movimento forte, di carattere locale ed internazionale, si opponga alla riproposizione di un modello di sviluppo sbagliato e dannoso e che si proceda invece concretamente perseguendo obiettivi coerenti con i principi indicati dalla Convenzione Alpina e contenuti nello Schema di sviluppo sostenibile approvato dall'Espace Mont-Blanc.
Il Presidente di ProMont-Blanc
Elio Riccarand
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
1 commenti:
Ho la massima stima per Elio Riccarand, ma in questo caso mi risulta totalmente incomprensibile la sua presa di posizione che unisce nello stesso giudizio negativo due opere diverse, l'una assolutamente condannabile come l'iperfunivia (una buona notizia: il primo tentativo di appalto è andato completamente deserto!)e l'altra meritoria nel senso che si tratta di una canna di emergenza a supporto del tunnel vero e proprio.
Solo chi ama la montagna è in grado di deprecare l'iperfunivia. Io vorrei che si giungesse alla smantellamento della tratta Midi - Helbronner, si riducesse quanto costruito dentro/sopra la Midi, si pensasse a un diverso progetto per la funivia verso l'Helbronner.
Quest'ultima è certo solo una piccola parte della tratta Francia-Italia che bestemmia il Monte Bianco, ma è indice di totale noncuranza per un ambiente che non deve subire violenze del genere solo per far sopravvivere commercialmente qualcuno alle spalle della montagna.
La canna di servizio è simile a quella in gestazione per il tunnel del Gran San Bernardo, canna di servizio e soccorso. In quanto tali, queste canne sono utilissime agli utenti, incrementano la loro sicurezza e non il loro numero. Per questo non capisco la posizione di Riccarand, persona preparata e intelligente che non credo ritenga l'incremento della sicurezza in un tunnel la ragione per cui potenziali turisti, prima timorosi di infilarsi in una galleria, superino le loro fobie sapendo che la nuova canna "tecnica" dovrebbe evitare un bis della tragedia del marzo 1999.
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