«Il fenomeno non è nuovo per la Valle e le differenze con Bolzano possono avere alcune spiegazioni. Innanzitutto il peso del credito cooperativo a Bolzano è assai maggiore che in Valle d’Aosta. Lì è preponderante qui riguarda il 20% del mercato. Su un territorio come il nostro le grandi banche nazionali probabilmente preferiscono fare raccolta piuttosto che impieghi, se non a condizioni per loro mediamente più remunerative». L’economista Massimo Lévêque è appena tornato dalla Cina dove è stato in vacanza con la famiglia e della querelle sui tassi di interesse valdostani ha potuto leggere soltanto qualche lancio di agenzia. Siamo perciò i primi con cui riflette ad alta voce della vicenda.
Oggetto del contendere i dati emersi nel corso della «Giornata dell’Economia 2010», che hanno rilevato un costo del denaro nettamente più elevato in Valle d’Aosta rispetto ad altre regioni italiane. In quell’occasione, è stato evidenziato che, benché dal dicembre 2008 i tassi medi praticati sui prestiti a breve termine siano scesi di quasi due punti (da 7,76 a 5,85), restano tuttavia più elevati di quelli praticati sia in Piemonte (di circa mezzo punto) sia nella Provincia autonoma di Bolzano (in media di 2 punti percentuali). La differenza permane anche sui prestiti a medio-lungo termine: la discesa di quasi due punti percentuali tra marzo 2008 e dicembre 2009 registrata in Vallée è inferiore a quella avvenuta in Piemonte e a Bolzano.
E’ soprattutto quest’ultimo confronto, trattandosi di una realtà territoriale e socio-economica comparabile a quella valdostana, ad aver destato le reazioni più veementi del mondo politico tanto che il Presidente della Giunta Augusto Rollandin ha subito convocato i responsabili degli istituti di credito della Valle d’Aosta (il risparmio finanziario è pari a 4,019 miliardi con un incremento del 6,1% rispetto al 2008), per fare luce sulla vicenda. «Gli istituti intervenuti – spiega Martino Cossard, presidente della sezione Abi valdostana e della Bcc Valdostana – hanno fatto emergere la necessità di approfondimenti e chiarimenti sui dati presentati. Non dimentichiamoci poi che si tratta di analisi fatte da Banca d’Italia a campione e il credito cooperativo non è presente nel panel valdostano, mentre è preponderante a Bolzano. Le banche hanno poi sollevato il problema del legame tra i tassi sui prestiti e i rating delle imprese locali, il cui livello è in Valle d’Aosta mediamente inferiore alle altre realtà oggetto del confronto».
Il Presidente Rollandin, in merito alla questione rating, ha però ricordato il ruolo fondamentale dei Confidi, presenti anche loro all’incontro, che «la Regione finanzia ampiamente e che arrivano in alcuni casi a fornire fino al 75% di garanzia, proprio nell’obiettivo di accrescere la qualità del credito. Dobbiamo quindi comprendere quali siano le motivazioni per cui tali sforzi finanziari non si traducono anche in condizioni contrattuali più favorevoli per le imprese locali».
Per Lévêque tuttavia anche la presenza di finanziamenti a medio lungo termine fortemente agevolati potrebbe aver favorito l’applicazione da parte delle banche di tassi di interesse mediamente più alti, poco avvertiti dalla clientela per via dell’intervento pubblico ma che, in parte, tendono a vanificare l’impegno finanziario dell’amministrazione regionale a tutto vantaggio delle banche.
Un disagio percepito anche dal mondo industriale tanto che la Presidente di Confindustria Monica Pirovano, in occasione dell’assemblea annuale, ha espresso la disponibilità dell’associazione ad affiancare le aziende nell’approccio con il mondo del credito. «Abbiamo costituto uno sportello ad hoc per aiutare gratuitamente le imprese che sino ad ora però è stato poco sfruttato».
L’idea di una concertazione che veda seduti allo stesso tavolo tutti i soggetti coinvolti è alla base della proposta di Rollandin di costituire una commissione di lavoro che si impegni a verificare come ovviare al divario dei tassi. «Vi chiedo la disponibilità – ha concluso - a collaborare affinché l’economia regionale non sia danneggiata, soprattutto in un momento di difficoltà come questo, in cui l’impegno di tutti è orientato a sostenere le imprese in ogni modo possibile».
Sullo sfondo anche l’ipotesi, espressa in maniera molto chiara in occasione dell’Assemblea di Valfidi, che la Regione favorisca la convergenza dei Confidi in unico soggetto in modo da poter trattare in una posizione di maggiore forza con le Banche.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
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