Il documento presentato dai quattro confidi è in realtà la risposta ad una lettera firmata dal Presidente della Giunta Augusto Rollandin e dall’assessore Claudio Lavoyer dove l’amministrazione regionale manifesta la sua volontà di pervenire ad un consorzio fidi della Valle d’Aosta, iscritto al 107, derivante dalla fusione dei confidi attualmente presenti sul territorio in modo da «migliorare le condizioni di accesso al credito da parte delle Pmi (se c’è la garanzia di un ente vigilato le banche devono accantonare meno riserve ndr) e avere un unico interlocutore nell’ambito del processo di gestione del credito, il quale dovrà, in un processo di razionalizzazione, sottoscrivere un’unica convenzione con le banche, con condizioni migliorative per le Pmi rispetto a quelle in essere».
Un’ipotesi che però per i confidi ancora in 106 presenta delle «difficoltà oggettive». «I confidi valdostani – si legge ancora nel documento – presentano rapporti di forza non omogenei. Si fa presente che il Confidi di maggiori dimensioni (Valfidi, per volume di attività e numero di soci) è, di fatto, il più fragile da un punto di vista patrimoniale, contrariamente agli altri soggetti che presentano valori di forza pressoché paritetici».
Analizzando la tabella allegata al documento risulta che il rapporto patrimoni/garanzie è di 66,12% per gli agricoltori, 58,71 per Confidal, 38,01 per gli industriali, 33,67 per il Commercio e 16,92 per Valfidi. Un modo di procedere che non trova d’accordo Andrea Leonardi, presidente di Valfidi. «Ma se fossimo davvero così fragili Banca d’Italia ci avrebbe dato il via libera per l’iscrizione al 107? Si tratta di un percorso che per ora hanno portato a termine soltanto 29 consorzi. Le disposizioni Banca d’Italia in tema di patrimonio definiscono gli obblighi di accantonamento per gli istituti finanziari nell’ordine dell’8% e 6% per i Confidi, percentuali ponderate per i rischi assunti. Il patrimonio di Valfidi è stato ritenuto idoneo dall’Organo di vigilanza per le attività che il Consorzio deve e dovrà svolgere». «Nella stessa occasione – aggiunge Leonardi - dietro presentazione di un piano industriale, la Banca d’Italia ha valutato positivamente anche tutta la struttura di governance, organizzativa e di controlli interni che Valfidi ha costituito».
Per Leonardi le finalità dei Confidi – prosegue il presidente – non devono essere quelle di accumulare patrimonio, «ma piuttosto quelle di “impiegare” il patrimonio per la concessione di garanzie ai soci. Le attività che hanno dei rapporti patrimonio/garanzie nell’ordine del 30% ed oltre si dovrebbero porre la domanda se effettivamente hanno svolto adeguatamente la funzione di sostegno alle imprese socie o se invece non siano state in grado di provvedere, per assenza di richieste associative o per carenza di attività organizzata,a svolgere il proprio ruolo».
Al di là delle querelle degli ultimi giorni Leonardi dichiara come «Valfidi – che attualmente è l’unico Consorzio di garanzia fidi riconosciuto dalla Banca d’Italia in Valle d’Aosta – non abbia remore nel condividere con gli altri il risultato dei sacrifici e del dispendio di energie, anche finanziarie, impiegate per il raggiungimento della Iscrizione all’Albo degli Intermediari Finanziaria. Siamo interessati ad individuare soluzioni che garantiscano a tutti un’adeguata rappresentatività».
P.S.
Una versione più corta di questo post (o come dico io «ambrosiana») è stata pubblicata sul Sole 24 Ore Nord Ovest di mercoledì 15 dicembre. In seguito Federico Jacquin (presidente Confidi industriali) mi ha contattato in quanto desiderava precisare che la fragilità di cui si parla nel documento, vada letta soltanto rispetto agli altri confidi valdostani, e non si tratti assolutamente di una critica a Valfidi in termini generali tanto da condividere il commento di Leonardi sulla solidità dell'ente. In pratica si tratterebbe esclusivamente di un probloema di omogeneità. Per dovere di cronaca evidenzio anche che Jacquin ha rilevato un certo sbilanciamento dell'articolo nel dare spazio alle posizioni di valfidi. Personalmente mi sembrava che il documento dei quattro confidi fosse così chiaro da necessitare principalmente di una replica da parte di chi era oggetto dei rilievi dello stesso. Ai visitatori valutare la correttezza di quanto scritto.
0 commenti:
Posta un commento