E' vero. Forse con questa foto ho un po' esagerato, ma l'esasperazione dei pendolari è davvero tanta... |
Julien Pramotton, universitario, pendolare da lunedì al mercoledì da Verrès, ha un lungo cahier de doléances da sottoporre. «Non c’è soltanto il problema dei ritardi, - osserva - c’è pure la pulizia dei vagoni, la tempestività nelle comunicazioni, perfino l’immagine di una regione che nel 2000, dopo l’alluvione ha perso la grande occasione per rimettere mano al servizio ferroviario. Nel frattempo il resto del mondo è andato avanti e noi ci ritroviamo con i treni a trazione diesel che non possono passare in galleria a Porta Susa e l’elettrificazione ferma ad Ivrea».
Alice Fazzari, anche lei pendolare per studio, racconta di capitreni o controllori che si lamentano di non essere stati informati di variazioni d’orario e che finiscono per fornire comunicazioni inesatte. «Sui treni soppressi in particolare - aggiunge - . c’è molta confusione – anche perché le notizie spesso vengono diffuse tra i pendolari per sentito dire». Ora proprio per recuperare il tempo perduto attraverso la petizione il gruppo chiede di impegnare la Giunta Regionale «ad avviare immediatamente e in via prioritaria l’elettrificazione e l’ammodernamento (raddoppio selettivo e rettificazione della linea) della tratta ferroviaria».
Particolarmente attiva anche Federconsumatori che ha partecipato al Tavolo tecnico convocato dall’Assessorato regionale ai Trasporti, in rappresentanza del comitato pendolari Valle d’Aosta, attivo ormai da due anni. Nei giorni scorsi il Comitato aveva presentato all’assessore una petizione con le firme dei numerosi utenti della linea ferroviaria chiedendo all’amministrazione regionale un sostegno economico nelle eventuali future iniziative legali che intraprenderanno contro Trenitalia. Un attivismo che però, la scorsa settimana, si è infranto contro il muro di gomma eretto da Rfi e Trenitalia e che ha portato al doppio cambio di treno. «Mi domando per quale motivo ci abbiano chiesto il parere se poi hanno deciso tutto loro. - ha detto il presidente di Federconsumatori Bruno Albertinelli -. E noi che in queste settimane abbiamo analizzato con attenzione tutte le tre proposte, pensando di essere presi in considerazione».
Albertinelli allarga il ragionamento. «Purtroppo la rottura di carico in realtà aggiunge disagio ad una situazione già grave da tempo e ammessa dalle stesse società per le quali però la parola “investiamo” non esiste. L’unica soluzione vera è che la Regione ottenga la titolarità del Contratto di servizio e fissi penali e sanzioni. O si colpisce economicamente Trenitalia oppure si otterrà molto poco».
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