31 maggio 2011

Turismo Scolastico dove sei?

Anche la prof. Luciana Littizzeto con la fiction «Fuori classe» è venuta in gita scolastica in Valle d'Aosta
Gli amici di Turismok ti propongono il loro consueto post.

Il turismo scolastico rappresenta una delle più storiche e tradizionali nicchie di mercato del comparto turistico. Caratterizzato da forte stagionalità, perlomeno in passato, le scuole rappresentano tutt’ora una fonte di reddito importante per diversi operatori turistici. Purtroppo però i margini di guadagno sono andati ridimensionandosi ogni anno di più, la forbice si è dapprima ristretta e poi, in questi ultimi anni, addirittura quasi chiusa. Un mercato dunque dove il business sta nel saper muovere grandi numeri, cosa piuttosto complessa soprattutto negli ultimi anni contraddistinti da contrazioni piuttosto notevoli della domanda.

Del resto sono recenti le cronache sulle proteste del comparto scolastico, contestazioni scaturite da una sempre minore capacità contributiva dello Stato che inevitabilmente si ripercuote in tagli ai servizi delle varie istituzioni scolastiche. Come sempre accade in questi casi, quando c’è da tagliare si parte dal superfluo, é seppur un tempo chiamate gite “di istruzione”, sono proprio quest’ultime a farne le spese. La decisione di annullare gite come forma di protesta verso i tagli alla scuola pubblica ha preoccupato molti operatori turistici, soprattutto quelli che risiedono nelle città d’arte, da sempre mete tradizionali per le scuole, turismo che muove un giro di affari di oltre 370 milioni di euro.

Un certo fermento c’è stato e c’è tutt’ora anche tra gli operatori della Valle d’Aosta, timori che purtroppo sono stati confermati dal presunto calo dei ragazzi presenti tra le strade del capoluogo che rappresenta indubbiamente una destinazione importante dal unto di vista storico culturale. Talvolta malvisti per i loro eccessi, i ragazzi rappresentano oltre che un importante fetta di reddito per alcune imprese anche un buon biglietto da visita della Valle d’Aosta. Molti giovani, soprattutto nelle fasce di età più basse tendono poi a ritornare nella località con amici e parenti. Questi ritorni sono quantificabili addirittura in circa il 60% dei bambini e adolescenti che frequentano campi estivi, campeggi sociali colonie o nel caso in questione partecipano a gite scolastiche.

La questione si fa ancora più interessante se consideriamo che il numero medio degli accompagnatori nei viaggi successivi è di 5,83 con una permanenza media di 4,76 giorni. Si tratta dunque di un comparto, quello giovanile, piuttosto sottovalutato nel suo potenziale complessivo perché se é vero che l’economia sociale ne beneficia in maniera limitata, i giovani rappresentano comunque un canale di promozione gratuito estremamente interessante e se questi vengono a mancare, naturalmente si tratta di un doppio danno, per gli operatori interessati direttamente mancato reddito, per le località un danno di immagine.

L’augurio di tutti noi e, prima ancora senz’altro dei ragazzi, è che questi momenti tanto attesi durante l’anno scolastico possano essere garantiti anche nei prossimi anni.

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