Il sistema Valle d’Aosta tiene. A dirlo è la società di ratings Fitch che ha confermato alla Regione Autonoma Valle d’Aosta (VdA) il rating di lungo termine “AA+” ed il rating di breve termine “F1+”, con prospettive stabili. La conferma riguarda circa 378 milioni di mutui e prestiti in essere (incluso ciò che resta da pagare dei due prestiti obbligazionari, rispettivamente di 543 e 74 milioni, con scadenza 2021 e 2026).
Gli elementi che hanno favorito il giudizio positivo, pur in presenza di uno scenario globale tutt’altro che rassicurante, sono stati i solidi risultati operativi anche nel medio termine, seppur in lieve riduzione, la buona flessibilità del bilancio regionale e la robusta posizione patrimoniale.
Un bel respiro di sollievo per l’Assessore al Bilancio Claudio Lavoyer. «L’Agenzia valuta positivamente la tenuta del margine operativo della Regione, ossia la differenza tra entrate correnti e spese correnti - spiega l’Assessore - sostenuto anche dalla tenuta dei consumi. Sempre l’Agenzia evidenzia come l’economia locale abbia beneficiato, nel biennio 2009-2010, di una manovra anticiclica di oltre 200 milioni messa in atto dalla Regione che ha contribuito alla crescita del PIL ed al mantenimento di un basso tasso di disoccupazione, di circa il 4%».
Da notare che Fitch stima che il margine operativo della Regione continuerà a rimanere solido, prossimo a 350 milioni, pari a circa il 25% delle entrate correnti anche nel 2011-2013. La capacità della Regione di controllare la crescita dei costi operativi e un aumento del PIL di circa l’1% annuo nel 2011-2013, infatti, dovrebbero ampiamente assorbire gli impatti sul bilancio di circa 130 milioni dal 2011 quale contributo regionale al risanamento del deficit nazionale.
«Anche in un eventuale scenario di shock sulle entrate tributarie – si legge in una nota diffusa dalla Società - tale da comportare una riduzione del margine operativo sotto il 20%, Fitch prevede che il bilancio della Regione abbia flessibilità per chiudere in pareggio nel 2012/2013; il contenuto fabbisogno di investimenti infrastrutturali consentirebbe la riduzione e/o lo slittamento di parte della spesa per nuovi investimenti». Questa spesa, nello scenario base di Fitch, dovrebbe comunque essere superiore ad un miliardo nel triennio 2011-2013, (1.5 nel 2008-2010) e sarebbe finanziata per oltre il 90% con risorse correnti e riduzione di riserve. Fitch pertanto ritiene che «il debito residuo per mutui e presti obbligazionari rimanga stabile a circa 350 milioni, pari al 20% delle entrate correnti nel 2012-2013».
Reazioni positive alla conferma del rating anche nel mondo del credito e della impresa. Martino Cossard, presidente della Bcc Valdostana, il principale istituto di credito regionale, e componente del direttivo Abi, sottolinea come l’analisi di Fitch sia la conferma che la politica economica regionale può disporre «delle necessarie risorse finanziarie da destinare anche con finalità di crescita o comunque di sostegno del sistema». «Sono anche convinto – conclude Cossard – che questa solidità possa costituire un’opportunità per attrarre investitori sul nostro territorio. E’ un appeal importante per imprese alla ricerca di nuove aree dove insediarsi».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Presidente di Confindustria Valle d’Aosta Monica Pirovano. Per l’Ad della Cogne Acciai Speciali la Regione dimostra così di avere «la capacità di mantenere, almeno nel breve, la destinazione gli investimenti per sostenere in maniera determinante il tessuto industriale, soprattutto delle PMI, e per garantire i livelli di politica sociale e assistenziale in essere». Tuttavia la stessa Presidente invita a «non aumentare le spese, migliorando l’efficienza e l’efficacia della PA». Per Pirovano ci sono alcuni elementi sui quali bisogna riflettere in una logica di medio periodo. «Le previsioni di aumento del Pil della Regione dell’1% annuo, contro 1,4% nel 2010, - commenta - dovranno essere riviste al ribasso, alla luce della previsione di crescita dell'Italia vicina allo zero. Il tasso di disoccupazione al 4% è inferiore alla media nazionale, ma nel breve periodo è difficile pensare ad una inversione di tendenza. Se non intervengono fattori esterni che alimentino la crescita e politiche nazionali a difesa dei bassi redditi per aumentare il potere di spesa, il rischio è di avere una contrazione dei consumi ed un aumento dell’indebitamento delle famiglie». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 28 settembre)
Gli elementi che hanno favorito il giudizio positivo, pur in presenza di uno scenario globale tutt’altro che rassicurante, sono stati i solidi risultati operativi anche nel medio termine, seppur in lieve riduzione, la buona flessibilità del bilancio regionale e la robusta posizione patrimoniale.
Un bel respiro di sollievo per l’Assessore al Bilancio Claudio Lavoyer. «L’Agenzia valuta positivamente la tenuta del margine operativo della Regione, ossia la differenza tra entrate correnti e spese correnti - spiega l’Assessore - sostenuto anche dalla tenuta dei consumi. Sempre l’Agenzia evidenzia come l’economia locale abbia beneficiato, nel biennio 2009-2010, di una manovra anticiclica di oltre 200 milioni messa in atto dalla Regione che ha contribuito alla crescita del PIL ed al mantenimento di un basso tasso di disoccupazione, di circa il 4%».
Da notare che Fitch stima che il margine operativo della Regione continuerà a rimanere solido, prossimo a 350 milioni, pari a circa il 25% delle entrate correnti anche nel 2011-2013. La capacità della Regione di controllare la crescita dei costi operativi e un aumento del PIL di circa l’1% annuo nel 2011-2013, infatti, dovrebbero ampiamente assorbire gli impatti sul bilancio di circa 130 milioni dal 2011 quale contributo regionale al risanamento del deficit nazionale.
«Anche in un eventuale scenario di shock sulle entrate tributarie – si legge in una nota diffusa dalla Società - tale da comportare una riduzione del margine operativo sotto il 20%, Fitch prevede che il bilancio della Regione abbia flessibilità per chiudere in pareggio nel 2012/2013; il contenuto fabbisogno di investimenti infrastrutturali consentirebbe la riduzione e/o lo slittamento di parte della spesa per nuovi investimenti». Questa spesa, nello scenario base di Fitch, dovrebbe comunque essere superiore ad un miliardo nel triennio 2011-2013, (1.5 nel 2008-2010) e sarebbe finanziata per oltre il 90% con risorse correnti e riduzione di riserve. Fitch pertanto ritiene che «il debito residuo per mutui e presti obbligazionari rimanga stabile a circa 350 milioni, pari al 20% delle entrate correnti nel 2012-2013».
Reazioni positive alla conferma del rating anche nel mondo del credito e della impresa. Martino Cossard, presidente della Bcc Valdostana, il principale istituto di credito regionale, e componente del direttivo Abi, sottolinea come l’analisi di Fitch sia la conferma che la politica economica regionale può disporre «delle necessarie risorse finanziarie da destinare anche con finalità di crescita o comunque di sostegno del sistema». «Sono anche convinto – conclude Cossard – che questa solidità possa costituire un’opportunità per attrarre investitori sul nostro territorio. E’ un appeal importante per imprese alla ricerca di nuove aree dove insediarsi».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Presidente di Confindustria Valle d’Aosta Monica Pirovano. Per l’Ad della Cogne Acciai Speciali la Regione dimostra così di avere «la capacità di mantenere, almeno nel breve, la destinazione gli investimenti per sostenere in maniera determinante il tessuto industriale, soprattutto delle PMI, e per garantire i livelli di politica sociale e assistenziale in essere». Tuttavia la stessa Presidente invita a «non aumentare le spese, migliorando l’efficienza e l’efficacia della PA». Per Pirovano ci sono alcuni elementi sui quali bisogna riflettere in una logica di medio periodo. «Le previsioni di aumento del Pil della Regione dell’1% annuo, contro 1,4% nel 2010, - commenta - dovranno essere riviste al ribasso, alla luce della previsione di crescita dell'Italia vicina allo zero. Il tasso di disoccupazione al 4% è inferiore alla media nazionale, ma nel breve periodo è difficile pensare ad una inversione di tendenza. Se non intervengono fattori esterni che alimentino la crescita e politiche nazionali a difesa dei bassi redditi per aumentare il potere di spesa, il rischio è di avere una contrazione dei consumi ed un aumento dell’indebitamento delle famiglie». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 28 settembre)
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