Mi hanno raccontato di due famiglie valdostane che l'anno prossimo intendono trasferirsi in Brasile. In uno dei casi un coniuge è nato lì, ma non è la saudade a spingerlo a rifare rotta verso casa.
No. E' la constatazione che lì se si vuol mettere in piedi un'impresa la burocrazia è minima e la crescita dell'economia impressionante. E' davvero la nuova America.
Una di queste famiglie ha pure dei figli è ritiene che per loro in Brasile ci siano le condizioni per un futuro migliore. Del resto fra i famosi stati BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) quello sudamericano presenta indubbiamente un impatto cultural-climatico minore. Al massimo addio neve.
E tu? Hai mai pensato di trasferirti o sai di qualcun altro che lo sta per fare? Ospito volentieri anche casi non valdostani...
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
1 commenti:
Su La Stampa di oggi una storia molto simile...
“Aosta? Meglio l’Australia”
“Emigra” la storica pasticceria Nelva. Il titolare: là ci sono tante opportunità in più
LAURA SECCI
AOSTA
Per farsi un’idea del fenomeno, è sufficiente visitare il sito «italians in fuga. com». Centinaia le storie di giovani, ma non solo, che hanno deciso di salutare l’Italia e andare a vivere in Australia, con la certezza che «lì, il lavoro si trova». Ma c’è anche chi, pur avendo un’attività avviata nel Bel Paese, ha deciso di scommettere su un futuro migliore, per sé e per i propri figli, nei «continente dei canguri». E’ il caso di Giulio Nelva, proprietario dell’omonima pasticceria in via Porta Praetoria ad Aosta. «Il 31 dicembre sarà l’ultimo giorno in cui i valdostani potranno degustare i nostri dolci - ha annunciato, sorridendo -, poi lasciamo l’Italia e ci trasferiamo in Australia. Prima partirò io con i miei due figli, di cui uno è pasticciere, poi mi raggiungerà la mia compagna con le sue due bambine».
Punto di riferimento «goloso» dei valdostani e dei turisti per oltre 27 anni, la pasticceria Nelva inaugurerà il 2012 con le serrande abbassate. «Un po’ dispiace, certo. E’ una pagina della vita che si chiude - ha spiegato Giulio Nelva -, ma non ho nessun rimpianto. L’economia australiana sta crescendo molto velocemente e le opportunità di lavoro sono elevate, per tutti». Il 25 per cento dei lavoratori australiani non è nato in Australia, e questo basta a far capire quanto sia facile per uno straniero inserirsi nel mercato del lavoro, anche se non si conosce bene l’inglese. I margini di guadagno e gli stipendi sono al di sopra della media della maggior parte dei Paesi europei e la qualità della vita è molto alta, grazie a un clima mite, a bassi livelli di stress e ad ottimi servizi pubblici.
«Ho conosciuto molte persone che sono andate lì e non sono più volute rientrare - ha spiegato Nelva -. Ho trovato degli amici che mi hanno aiutato a trovare il visto, la Visa card, e i permessi per aprire lì la mia pasticceria. Con i tanti italiani che ci sono, sono certo che la qualità dei nostri prodotti sarà apprezzata».
Una scelta radicale, dettata dalla noia, dalla necessità o dalla voglia di scoprire nuove realtà? «Da un punto di vista economico, non abbiamo grossi problemi - ha risposto -. Qui ad Aosta abbiamo sempre lavorato bene. Ma è il sistema del fare impresa in Italia che non funziona. Un artigiano ha mille restrizioni, troppi ostacoli burocratici e un’infinità di cavilli e norme che finiscono per strozzare chiunque abbia voglia di investire in questo Paese. Voglio di meglio, soprattutto per i miei figli».
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