Crescono i transiti all'interno dei trafori valdostani. Sia sul Traforo del Monte Bianco che su quello del Gran San Bernardo, sono soprattutto i mezzi pesanti a far registrare le performance migliori, rispettivamente con un più 6 e 18 %. Sul fronte elvetico la Sitrasb (65,5% Regione Valle d’Aosta e 36,5% Sav), guidata da Ugo Voyat, società che gestisce sul fronte italiano il Traforo del Grande ha fatto registrare 629.259 passaggi (contro i 585.281 del 2010): 573.678 di traffico turistico (538.254 l'anno scorso) e 55.581 di pesante (47.027), praticamente la migliore performance dell'ultimo quinquennio. Numeri (+7,51%) ovviamente che garantiranno un risultato dei ricavi da pedaggi superiore a quello conseguito nel precedente esercizio.
«In particolare - commenta il direttore commerciale Paolo Vietti - si evidenzia una crescita importante nella categoria dei mezzi pesanti, dovuta ad una serie di concause come la buona percorribilità delle strade, i tempi ridotti di attesa alla frontiera e alla barriera di esazione, la riattivazione di commesse su Italia a seguito del notevole accrescimento della divisa svizzera nei confronti dell’euro». Va tenuto comunque presente che il traffico pesante commerciale costituisce soltanto il 9% del totale dei transiti confermando la vocazione turistica del Traforo del Gran San Bernardo. «La Società - prosegue Vietti - è fortemente impegnata in investimenti destinati ad aumentare il livello di sicurezza complessiva della struttura come la realizzazione della Galleria di servizio e di sicurezza, i cui scavi sono giunti ormai al 60% della lunghezza totale. Tra gli interventi si segnala il risanamento del viadotto dei Dardanelli con termine dei lavori previsto per l’estate del 2012». «E’ presumibile - conclude ancora il direttore commerciale - ritenere che il risultato netto di Bilancio atteso per l’esercizio appena concluso, in considerazione degli importanti investimenti in parte compensati dell’incremento dei ricavi, sarà sostanzialmente in linea con quello dell’anno 2010».
Sul fronte del Monte Bianco il Geie, il gruppo di interesse europeo che gestisce il traforo che collega Italia e Francia, si riscontra una crescita totale dei veicoli pari a 1.866.459 (+3,4%). Sostanzialmente appare quasi colmato il gap con il 1998 (-6,6%) l'anno precedente alla chiusura del Traforo in s guito al terribile rogo sviluppatosi al suo interno. Il traffico turistico ha toccato quota 1.260.504 contro 1.233.458 del 2010, mentre quello pesante si è fermato a 605.955 rispetto al 571.535 raggiunto lo scorso anno. Dati ovviamente che si riverberanno anche sui ricavi e sulla chiusura di bilancio.
Nel frattempo al Bianco a partire dal 1° gennaio 2012, in ottemperanza a quanto deliberato dalla Commissione Intergovernativa il 20 ottobre 2011 per i mezzi pesanti ed il 25 novembre 2011 per i veicoli leggeri, è applicato un aumento pari al 5,97% complessivo, «risultante - come precisato in una nota dai vertici aziendali - dalla combinazione di due elementi: 2,47% corrispondente alla media dei tassi di inflazione registrati in Francia ed in Italia nel periodo 1° settembre 2010 - 31 agosto 2011 e 3,50% in conformità all’Accordo dei Governi italiano e francese del 24 febbraio 2009, la cui destinazione è ancora da individuare a livello governativo».
Guardando poi alla nazionalità dei mezzi pesanti che attraversano il traforo ci si rende conto che il Bianco sta assolvendo ad una funzione essenziale per lo sviluppo delle relazioni commerciali in un’area geografica molto più vasta di quella che per abitudine e per tradizione gli si attribuisce. «I camion di targa francese – fanno sapere dall’azienda - continuano a perdere quota. Nel 2011 hanno perso un ulteriore 3,70% di transiti ed ormai non sono che circa la metà di quelli del 1998, anno in cui con un 36% circa rappresentavano la maggioranza relativa dei passaggi rispetto a tutte le altre nazionalità. Quelli italiani sono invece saliti dal 30% del 1998 al 43% attuale, con un trend di crescita costante e confermato anche nel 2011 rispetto al 2010 (+11%). In buon recupero nel 2011 risultano pure i transiti di nazionalità svizzera, inglese, olandese, lussemburghese e belga; ma ormai il terzo posto assoluto che l’insieme di questi Paesi otteneva nel 1998 (con una quota di circa il 26% contro l’attuale 7,40%) è ormai occupato dai camion immatricolati nei Paesi dell’Est europeo. Questi ultimi, con un aumento di oltre il 45% registrato nel 2011 rispetto al 2010, hanno raggiunto e superato la quota del 21% del totale dei transiti, mentre nel 1998 non arrivavano neppure al 3%».
«In particolare - commenta il direttore commerciale Paolo Vietti - si evidenzia una crescita importante nella categoria dei mezzi pesanti, dovuta ad una serie di concause come la buona percorribilità delle strade, i tempi ridotti di attesa alla frontiera e alla barriera di esazione, la riattivazione di commesse su Italia a seguito del notevole accrescimento della divisa svizzera nei confronti dell’euro». Va tenuto comunque presente che il traffico pesante commerciale costituisce soltanto il 9% del totale dei transiti confermando la vocazione turistica del Traforo del Gran San Bernardo. «La Società - prosegue Vietti - è fortemente impegnata in investimenti destinati ad aumentare il livello di sicurezza complessiva della struttura come la realizzazione della Galleria di servizio e di sicurezza, i cui scavi sono giunti ormai al 60% della lunghezza totale. Tra gli interventi si segnala il risanamento del viadotto dei Dardanelli con termine dei lavori previsto per l’estate del 2012». «E’ presumibile - conclude ancora il direttore commerciale - ritenere che il risultato netto di Bilancio atteso per l’esercizio appena concluso, in considerazione degli importanti investimenti in parte compensati dell’incremento dei ricavi, sarà sostanzialmente in linea con quello dell’anno 2010».
Sul fronte del Monte Bianco il Geie, il gruppo di interesse europeo che gestisce il traforo che collega Italia e Francia, si riscontra una crescita totale dei veicoli pari a 1.866.459 (+3,4%). Sostanzialmente appare quasi colmato il gap con il 1998 (-6,6%) l'anno precedente alla chiusura del Traforo in s guito al terribile rogo sviluppatosi al suo interno. Il traffico turistico ha toccato quota 1.260.504 contro 1.233.458 del 2010, mentre quello pesante si è fermato a 605.955 rispetto al 571.535 raggiunto lo scorso anno. Dati ovviamente che si riverberanno anche sui ricavi e sulla chiusura di bilancio.
Nel frattempo al Bianco a partire dal 1° gennaio 2012, in ottemperanza a quanto deliberato dalla Commissione Intergovernativa il 20 ottobre 2011 per i mezzi pesanti ed il 25 novembre 2011 per i veicoli leggeri, è applicato un aumento pari al 5,97% complessivo, «risultante - come precisato in una nota dai vertici aziendali - dalla combinazione di due elementi: 2,47% corrispondente alla media dei tassi di inflazione registrati in Francia ed in Italia nel periodo 1° settembre 2010 - 31 agosto 2011 e 3,50% in conformità all’Accordo dei Governi italiano e francese del 24 febbraio 2009, la cui destinazione è ancora da individuare a livello governativo».
Guardando poi alla nazionalità dei mezzi pesanti che attraversano il traforo ci si rende conto che il Bianco sta assolvendo ad una funzione essenziale per lo sviluppo delle relazioni commerciali in un’area geografica molto più vasta di quella che per abitudine e per tradizione gli si attribuisce. «I camion di targa francese – fanno sapere dall’azienda - continuano a perdere quota. Nel 2011 hanno perso un ulteriore 3,70% di transiti ed ormai non sono che circa la metà di quelli del 1998, anno in cui con un 36% circa rappresentavano la maggioranza relativa dei passaggi rispetto a tutte le altre nazionalità. Quelli italiani sono invece saliti dal 30% del 1998 al 43% attuale, con un trend di crescita costante e confermato anche nel 2011 rispetto al 2010 (+11%). In buon recupero nel 2011 risultano pure i transiti di nazionalità svizzera, inglese, olandese, lussemburghese e belga; ma ormai il terzo posto assoluto che l’insieme di questi Paesi otteneva nel 1998 (con una quota di circa il 26% contro l’attuale 7,40%) è ormai occupato dai camion immatricolati nei Paesi dell’Est europeo. Questi ultimi, con un aumento di oltre il 45% registrato nel 2011 rispetto al 2010, hanno raggiunto e superato la quota del 21% del totale dei transiti, mentre nel 1998 non arrivavano neppure al 3%».
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Mini-aggiornamento 14 febbario 2012
Riunione congiunta della terza e della quarta Commissione
Confermato il limite al traffico giornaliero di mezzi pesanti ai Trafori valdostani
La terza Commissione consiliare “Assetto del territorio” e la quarta Commissione “Sviluppo economico”, rispettivamente presiedute dai Consiglieri Dario Comé e Diego Empereur, riunite congiuntamente oggi, martedì 14 febbraio 2012, hanno approvato a maggioranza, con l’astensione dei gruppi Alpe e PD, il limite al traffico giornaliero medio di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate, autorizzato al transito in entrata e uscita attraverso i trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo. Per il 2012 sono state confermate le soglie di 1.600 veicoli per il traforo del Monte Bianco e di 250 per il traforo del Gran San Bernardo, già stabilite il 21 febbraio 2008 dal Consiglio Valle.
Nel corso della riunione di oggi è stato sentito il Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico, composto dal Presidente della Regione, dall’Assessore regionale al territorio e ambiente, dall’Assessore regionale al turismo, sport, commercio e trasporti, dai rappresentanti del Compartimento della Valle d'Aosta dell’Anas, delle Società di gestione delle autostrade e dei trafori, delle Forze dell’Ordine, degli enti locali, dell’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, delle associazioni e dai comitati per la tutela dei cittadini dagli effetti del traffico di merci su strada.
«I componenti il Comitato hanno espresso soddisfazione per voler mantenere inalterati i limiti al traffico giornaliero dei mezzi pesanti – commenta il Presidente della terza Commissione, Dario Comé –. In particolare, è stato riconosciuto il lavoro svolto dall’Arpa, che ha evidenziato il progressivo miglioramento della qualità dell’aria, soprattutto grazie al fatto che il parco dei veicoli pesanti è composto per oltre il 90% da classi uguali o superiori alla Euro 3. Rilevante inoltre il fatto che di questo 90%, il 35% rientra nella classe Euro 5.»
«Nel corso dell’audizione il Direttore dell’Arpa si è impegnato a mettere in campo ulteriori azioni di monitoraggio volte a verificare la situazione delle polveri sottili ai trafori, in conseguenza del passaggio dei mezzi pesanti, ma non ci è sufficiente – dichiarano, in rappresentanza del gruppo Alpe il Vicepresidente del Consiglio Albert Chatrian e il Consigliere Giuseppe Cerise –: il nostro intento è che sia espressa una specifica volontà politica, e per questo provvederemo a proporre un emendamento, in modo che il Consiglio Valle si impegni a concretizzare nuove verifiche sulla qualità dell’aria.»
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