Ho appena terminato la lettura del libro dei professori Federico Visconti e Guido Corbetta «Gli imprenditori. Il valore dei fatti». Una pubblicazione (140 pagine - costo 22 euro) inserita in una collana molto particolare dell'editore Egea, la SDA Bocconi School of Management, di cui entrambi sono docenti senior dell'area Stategia e imprenditorialità. Visconti come molti lettori sapranno è pure professore ordinario di Economia aziendale presso l'Università della Valle d'Aosta. Corbetta oltre ad essere professore presso l'Alberto Falck di Strategia delle imprese familiari presso la Bocconi è pure consigliere di amministrazione del Fondo italiano di Investimento, la più importante iniziativa italiana di private equity.
Con Visconti la conoscenza è già da tempo consolidata e a lui debbo la prefazione della pubblicazione redatta in partenrship con l'amico docente Carmine Garzia.
Nella seconda di copertina gli autori così descrivono la loro opera: «Di fronte ai cambiamenti epocali che stanno investendo il sistema economico, l'Italia non ha grandi alternative: deve favorire la crescita di persone in grado di innovare, di proiettarsi sui mercati internazionali, di catturare le opportunità che si presentano anche nei periodi di difficoltà, di mobilitare energie verso obiettivi ambiziosi. In poche parole, ha bisogno di imprenditori, risorsa oggi più che mai fondamentale per lo sviluppo economico. Ma di che profilo? Con quali caratteristiche? E come creare le condizioni di contesto che ne liberino a pieno il potenziale? Il libro prova a dare delle risposte, guardando avanti e fissando un orizzonte simbolico di riferimento, il 2020. Fa emergere il patrimonio di idee, di attitudini, di abilità che occorre tutelare. Identifica le strade da percorrere, i vincoli e le resistenze al cambiamento da superare. Sollecita il contributo di tutti gli attori che, a vario titolo, lavorano al fianco degli imprenditori. Cerca di trasmettere quel senso della sfida e quell'orientamento ai fatti di cui gli imprenditori sono autorevoli testimoni».
Tutto vero. Io però aggiungerei che il libro è uno stimolante viaggio in tutto ciò che costituisce il Dna imprenditoriale. E' un'opera che pur invitando a fare nuovi passi avanti trasmette una enorme fiducia nell'imprenditore e dà il giusto valore al cammino fatto. E' una sorta di check-in per verificare se si ha con sè tutto ciò che serve per un nuovo viaggio. Ne consiglio la lettura (e ovviamente l'acquisto) a tutti gli imprenditori in ascolto...
ops...mi dimenticavo di segnalare l'illustre prefazione di Dario di Vico del Corriere della Sera.
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