Il Card. Carlo Maria Martini |
«Allora l’uomo esce al suo lavoro, per la sua fatica fino a sera». In questo modo nel Salmo 104 è espressa la principale occupazione dell’uomo, la sua «quotidianità». Ad essa è legata una promessa: «Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai di ogni bene» (Salmo 128).
L’uomo ha bisogno di lavorare, di sentirsi in qualche modo utile.
Vi sono oggi molte discussioni a proposito del lavoro, della sua libertà, della sua sicurezza ecc. Non entriamo qui in tali questioni, ma vorremmo vedere nel mondo leggi che assicurino un lavoro per tutti. L’uomo che non lavora muore di noia e di vergogna. Ma insieme col lavoro l’uomo ha anche bisogno di una certezza globale, di un qualche cosa che gli assicuri la speranza, la giustezza di un progetto di vita. Per questo vorremmo che fosse garantita quell’alternanza tra lavoro e riposo, che la Bibbia ci presenta nelle sue fondamenta e nella sua importanza.
Ci vogliono per ogni uomo o donna, alternati al periodo del lavoro, tempi di riposo e anche di silenzio, per custodire e far operare quanto di più profondo c’è in noi.
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