Giorgio Anselmet |
1)
Giro di affari 2011: meglio o peggio del 2010?
Abbiamo
fatto registrare un +25%
2)
Avete Dipendenti?
Nei
periodi di potatura e di legatura abbiamo bisogno di più persone e ci
rivolgiamo ad una cooperativa. Il lavoro in cantina è fatto tutto da noi.
3)
Tipologie di vino prodotte?
Lo
Chardonnay affinato in barriques, il Pinot Noir anch'esso affinato in legno, un
Muller Thurgau, il Pinot Grigio. Ma abbiamo anche il Broblan (uve Cornalin), il
Chambave Muscat, il Fumin, l'Henry (Sirah), il Monrosé, il Pellerin (Merlot),
il Petit Rouge, la Petite Arvine, Il Torrette, anche nella versione SuPérieur,
il Prisonnier e lo Stephanie. Come avrete notate in alcuni casi si tratta di
nomi di fantasia, spesso dedicati ad un parente. Questo perché non credo nella
Doc. Hanno stufato. Però il consumatore finisce inevitabilmente per fare dei
paragoni tra le Doc con lo stesso nome e la prima cosa che si nota è la
diversità di prezzo e non il tipo di lavorazione che c'è dietro. Io faccio un
Torrette Supérieur in una determinata maniera ed esco con un certo prezzo e poi
mi ritrovo alla Cidac un altro Torrette Supérieur venduto a 3,80 euro. Come si
fa? Il consumatore alla fin fine è confuso. Come può comprendere quali sono le differenze fra i due prodotti?
4)
Particolarità e preferenze nella vinificazione?
Cerchiamo
di fare qualità. Il potere scegliere in cantina è una spetto indispensabile.
Lavorando sul freddo e sul caldo lavoriamo sulla fermentazione. Va detto che
l'uva fermenta anche sena aggiunte. Il vino si fa anche da solo però in
condizioni particolari di temperatura si riescono a gestire nel modo migliore.
Ciò non toglie che si possa fare ancora meglio, Le potenzialità ci sono.
Esistono delle tecniche particolari come il lavoro sulla feccia fina che potremmo
applicare ottenendo risultati qualitativamente ancora più importanti.
5)
Come è andata l’ultima vendemmia?
Direi
bene.
6)
Il più bel complimento che avete ricevuto e da chi?
Domenico
Clerico, un barolista molto noto nel settore, ha avuto parole di elogio per il mio Pinot Nero.
7)
Lezioni imparate a vostre spese sul mondo del vino?
Piantare
a forchetta in Valle d'Aosta. E' una tecnica che permette di piantare
tantissime piante molto velocemente. Significa impiantare 1500 viti a persona. Purtroppo
abbiamo avuto il 50% di viti morte. Non hanno attecchito. Le barbatelle non ce
la facevano.
9)
La soddisfazione maggiore che vi siete preso?
Essere
premiati in Svizzera nel 1997 a Vinea come il miglior Pinot Nero del mondo.
C'erano davvero i più grandi produttori: francesi, austriaci, tedeschi,
neozelandesi, sudafricani e americani oltre ovviamente ai padroni di casa. Poi
è chiaro che non ci si deve neanche troppo fossilizzare sui premi però quello
vinto nel Vallese è quello che ricordo con maggior piacere.
10)
Vinitaly sì o Vinitaly no?
Vinitaly
un anno sì e un anno no. In parte perché è un costo e quando vai devi avere già
degli agganci prefissati. Diversamente è dispersivo. Il meglio sarebbe un anno
da produttore e uno da visitatore in modo da vedere che cosa fanno gli altri.
11)
Bisogna fidarsi delle guide?
Il
consumatore non è stupido è in grado di fare le sue giuste valutazioni. In
generale il livello medio di chi beve e compra vino è aumentato. Il bâtonnage,
ad esempio, cioè l'azione di rimettere il sospensione la feccia del vino, quando
io ho iniziato non sapevo cosa fosse, adifferenza di alcuni miei attuali clienti. Nel 1988 sono andato con Moriondo alla
ricerca di qualcuno che ci spiegasse come si faceva. Abbiamo girato per due
giorni senza che nessuno ci dicesse nulla finché non abbiamo trovato un signore
molto anziano che ci ha invitato nella sua cantina e ci ha spiegato come si
faceva. E così nel 1990 ho iniziato a farlo anch'io
12)
Progetti futuri?
Mi
piacerebbe lasciare alcune vigne che ho in affitto e realizzare alcuni vigneti
in zone storiche, curare dei Cru. Ci sono dei posti che, secondo me, sono
favolosi e di cui si parlava in molti libri sulla viticoltura già a partire
dall'800. La Valle d'Aosta era tutta vitata. Un vero spettacolo.
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