20 maggio 2012

Concorso Miglior Produttore di Vino Valdostano del 2012: 12 Domande a Giorgio Anselmet

Giorgio Anselmet
Come Grosjean ho intervistato anche Giorgio Anselmet, il primo classificato del Concorso. Le domande sono un po' meno delle 17 preventivate. Per l'esattezza sono 12.  Per alcune infatti ti rinvio all'intervista del papà Renato, lasciata non molti giorni fa a ImpresaVda. Clicca qui.

1) Giro di affari 2011: meglio o peggio del 2010?
Abbiamo fatto registrare un +25%

2) Avete Dipendenti?
Nei periodi di potatura e di legatura abbiamo bisogno di più persone e ci rivolgiamo ad una cooperativa. Il lavoro in cantina è fatto tutto da noi.

3) Tipologie di vino prodotte?
Lo Chardonnay affinato in barriques, il Pinot Noir anch'esso affinato in legno, un Muller Thurgau, il Pinot Grigio. Ma abbiamo anche il Broblan (uve Cornalin), il Chambave Muscat, il Fumin, l'Henry (Sirah), il Monrosé, il Pellerin (Merlot), il Petit Rouge, la Petite Arvine, Il Torrette, anche nella versione SuPérieur, il Prisonnier e lo Stephanie. Come avrete notate in alcuni casi si tratta di nomi di fantasia, spesso dedicati ad un parente. Questo perché non credo nella Doc. Hanno stufato. Però il consumatore finisce inevitabilmente per fare dei paragoni tra le Doc con lo stesso nome e la prima cosa che si nota è la diversità di prezzo e non il tipo di lavorazione che c'è dietro. Io faccio un Torrette Supérieur in una determinata maniera ed esco con un certo prezzo e poi mi ritrovo alla Cidac un altro Torrette Supérieur venduto a 3,80 euro. Come si fa? Il consumatore alla fin fine è confuso. Come può comprendere quali sono le differenze fra i due prodotti?

4) Particolarità e preferenze nella vinificazione?
Cerchiamo di fare qualità. Il potere scegliere in cantina è una spetto indispensabile. Lavorando sul freddo e sul caldo lavoriamo sulla fermentazione. Va detto che l'uva fermenta anche sena aggiunte. Il vino si fa anche da solo però in condizioni particolari di temperatura si riescono a gestire nel modo migliore. Ciò non toglie che si possa fare ancora meglio, Le potenzialità ci sono. Esistono delle tecniche particolari come il lavoro sulla feccia fina che potremmo applicare ottenendo risultati qualitativamente ancora più importanti.

5) Come è andata l’ultima vendemmia?
Direi bene.

6) Il più bel complimento che avete ricevuto e da chi?
Domenico Clerico, un barolista molto noto nel settore, ha avuto parole di elogio per il mio Pinot Nero.

7) Lezioni imparate a vostre spese sul mondo del vino?
Piantare a forchetta in Valle d'Aosta. E' una tecnica che permette di piantare tantissime piante molto velocemente. Significa impiantare 1500 viti a persona. Purtroppo abbiamo avuto il 50% di viti morte. Non hanno attecchito. Le barbatelle non ce la facevano.

 8) La difficoltà maggiore che incontrate nel fare il vostro lavoro?
I rapporti con gli enti in generale spesso sono difficoltosi. Ma in qualche maniera li superiamo. La grandine che si è abbattuta sui nostri raccolti qualche mese fa l'anno scorso ci ha danneggiato pesantemente. Tu fai potatura, leghi, togli i tralci e via dicendo e il 23 di agosto il tuo lavoro rischia di essere distrutto in pochi minuti. Bisogna essere preparati.

9) La soddisfazione maggiore che vi siete preso?
Essere premiati in Svizzera nel 1997 a Vinea come il miglior Pinot Nero del mondo. C'erano davvero i più grandi produttori: francesi, austriaci, tedeschi, neozelandesi, sudafricani e americani oltre ovviamente ai padroni di casa. Poi è chiaro che non ci si deve neanche troppo fossilizzare sui premi però quello vinto nel Vallese è quello che ricordo con maggior piacere.

10) Vinitaly sì o Vinitaly no?
Vinitaly un anno sì e un anno no. In parte perché è un costo e quando vai devi avere già degli agganci prefissati. Diversamente è dispersivo. Il meglio sarebbe un anno da produttore e uno da visitatore in modo da vedere che cosa fanno gli altri.

11) Bisogna fidarsi delle guide?
Il consumatore non è stupido è in grado di fare le sue giuste valutazioni. In generale il livello medio di chi beve e compra vino è aumentato. Il bâtonnage, ad esempio, cioè l'azione di rimettere il sospensione la feccia del vino, quando io ho iniziato non sapevo cosa fosse,  adifferenza di alcuni miei attuali clienti. Nel 1988 sono andato con Moriondo alla ricerca di qualcuno che ci spiegasse come si faceva. Abbiamo girato per due giorni senza che nessuno ci dicesse nulla finché non abbiamo trovato un signore molto anziano che ci ha invitato nella sua cantina e ci ha spiegato come si faceva. E così nel 1990 ho iniziato a farlo anch'io

12) Progetti futuri?
Mi piacerebbe lasciare alcune vigne che ho in affitto e realizzare alcuni vigneti in zone storiche, curare dei Cru. Ci sono dei posti che, secondo me, sono favolosi e di cui si parlava in molti libri sulla viticoltura già a partire dall'800. La Valle d'Aosta era tutta vitata. Un vero spettacolo.

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