19 luglio 2012

Per Innovare le imprese devono imparare a fare rete

Da sinistra Federico Molino (Attiva), il moderatore Severino Zampaglione (direttore della sede  Rai di Aosta), Carmine Garzia (docente di economia aziendale dell'Università della Valle d'Aosta e volto noto di questo blog) e, infine, Antonio Di Blasi, responsabile degli incubatori di impresa di Aosta e Pont-Saint-Martin)

Oggi mi sono preso una pausa dal tradizionale lavoro del Corriere della Valle e ne ho approfittato per partecipare al mattino presso il polo tecnologico di Verrès - ex cotonificio Brambilla- al Convegno su «Strategie a supporto dell’innovazione di prodotto: le PMI della Valle d’Aosta» (qui il post con il programma completo della giornata).


Da sinistra Alfredo LIngeri, presidente della Piccola Industria di Confindustria Valle d'Aosta, Enrico Vezzetti (Politecnico di Torino) che ha fatto un'interessante intervento sul progetto Open Alps, ancora Zampaglione, il dottorando Andrea Guerra, sempre del Politecnico di Torino e, infine, Federica Marcolin che ha ben illustrato dal punto di vista della dottrina il concetto di Open innovation


Ricco il panel di interventi come puoi anche dedurre dalle foto di questo post. Tanto che mi riprometto di tornarci su in svariati modi nei prossimi giorni. Di certo l'impressione complessiva che ne ho ricavato è della presenza di un potenziale enorme che per essere sfruttato a pieno deve ancora essere messo a sistema. La cultura del fare rete deve in fretta diventare un patrimonio del nostro modo di fare impresa. La tavolata di oggi e alcune presenze in platea (Confindustria Valle d'Aosta, Finaosta, ma pure Banca d'Italia dove direttore e staff dimostrano una grande attenzione per il mondo della impresa valdostana non soltanto in termini numerici ma sul fronte delle relazioni personali).

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