Le iniziative del Ministro Renato Balduzzi a favore della lotta alle ludopatie trovano una sponda un po' inaspettata in Federgioco, associazione che riunisce i quattro casinò italiani, cioè Campione d'Italia, Saint-Vincent, San Remo e Venezia. Inaspettata in realtà fino ad un certo punto. Da tempo le Case da gioco italiane si lamentano di una deregolamentazione che ha portato ad un azzardo troppo diffuso, eccessivamente alla portata di tutti. Una concorrenza ritenuta sleale e perciò mal sopportata.
In questa logica l'articolo 11, cap II, sul gioco d'azzardo, contenuto nel decreto del Ministro della Sanità Balduzzi in materia sanitaria, è inevitabilmente accolto con favore da Federgioco.
Il decreto Balduzzi recita: «Gli apparecchi idonei al gioco d’azzardo non potranno essere installati all’interno ovvero in un raggio di 500 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto».
Il Presidente di Federgioco Luca Frigerio, amministratore unico della Casino de la Vallée di Saint-Vincent SpA, in merito sottolinea come «l'associazione è da sempre impegnata nello stigmatizzare il fenomeno sociale delle ludopatie proprio quale risultato del dilagare incontrollato del gioco d’azzardo. Ci auguriamo quindi che domani il Consiglio dei Ministri approvi il decreto Balduzzi, che consideriamo il primo tentativo del Governo di rimediare alla deregulation finora consentita in Italia. Occorre recepire correttamente la legislazione europea relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo (Art. 10 – III Direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 ottobre 2005). Essa impone l'identificazione e la registrazione delle operazioni di acquisto o vendita di gettoni per il gioco al di sopra dei 2.000 euro con esclusione delle case da gioco soggette a controllo pubblico. In Italia, paradossalmente, questa normativa è stata recepita a senso unico ed applicata proprio solo nei nostri Casinò, i quali, essendo soggetti al controllo pubblico, sulla base del principio del minor rischio legato alla natura degli azionisti, avrebbero dovuto invece avere obblighi meno stringenti. In tutti gli altri casi, manca qualunque controllo, favorendo così, appunto, le ludopatie ed esponendo i giovani e le fasce deboli della popolazione a un grave rischio».
«Le nostre Case da gioco dovrebbero essere pertanto prese a modello - continua Frigerio -. I controlli agli ingressi impediscono ai minorenni non solo l’accesso, ma anche la permanenza nelle sale e tutta la clientela viene registrata».
Frigerio conclude con una valutazione economica: «C'è chi sostiene la deregulation perché favorirebbe la nostra economia, ma è un falso ideologico. La diffusione incontrollata del gioco d’azzardo porta a fenomeni di impoverimento molto superiori rispetto alla possibile diminuzione delle entrate. Il gioco localizzato in aree definite e controllato secondo regole condivise a livello europeo, può produrre effetti benefici per gli Enti di riferimento, per l’occupazione e anche per il turismo più in generale».
Frigerio ricorda inoltre che proprio sulla salvaguardia dei minori, nell'incontro del 7 agosto con il Vice-Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Michel Martone, Federgioco ha presentato la richiesta di convocazione di un tavolo tecnico. Altri argomenti in discussione: gioco illecito, lotta all'evasione fiscale e riciclaggio, sviluppo dei territori e sostegno al lavoro.
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