Da sinistra il Vicario generale don Ferruccio Brunod, il Vescovo di Aosta Mons. Franco Lovignana e l'autore di questo blog |
Ho scelto il brano dedicato alla politica come espressione di carità in quanto più adatto ai contenuti di questo blog, ma tutta la lettera merita una attenta lettura, in particolare un paragrafo dedicato ai non credenti e a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa.
Nei solchi della storia credere e amare fanno tutt’uno: Se uno dice: "Io amo Dio" e odia suo
fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non
vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello (1 Gv 4, 20-
21). La carità prende forme diverse quante sono le domande, le esigenze e gli ambiti della
vita umana. Essa si esprime non solo nel gesto personale e nascosto, ma anche
nell’assunzione di una responsabilità pubblica, scelta ed elaborata all’interno di un
programma di vita e di intervento nella società.
Oggi torna ad essere più urgente l’impegno
sociale e politico dei cattolici, non solo per la caduta di livello della vita pubblica nel nostro
paese, ma anche per lo stare della Chiesa nel mondo come segno e strumento dell’intima unione
con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.
L’amore con cui Dio si prende cura di tutti i suoi
figli chiede di essere testimoniato. Come cristiani non possiamo nasconderci e coltivare
privatamente la fede. Vogliamo invece rendere visibile e udibile il Vangelo di Gesù Cristo,
invitando gli uomini e le donne del nostro tempo a scoprire che Dio è presente nella nostra
storia e può fare bella e ricca di significato la vita di tutti.
Ricordo ed incoraggio i fratelli e le sorelle che dedicano la loro vita con amore a chi è solo,
emarginato o escluso come a colui che è il primo verso cui andare e il più importante da sostenere,
perché proprio in lui si riflette il volto stesso di Cristo.
Nel momento di crisi che stiamo
attraversando siamo chiamati a riscoprire e a mettere in valore il carisma di istituti religiosi e
le forme di volontariato ecclesiale capaci di dare sollievo a chi è piccolo e in difficoltà, ma
anche le forme di solidarietà tra vicini che possono rendere meno dura e solitaria l’avventura
dell’esistenza per le persone e per le famiglie.
Non voglio neppure dimenticare che nel 2013 saremo chiamati alle urne. I pastori della
Chiesa sono indubbiamente sopra alle parti nelle competizioni elettorali, ma non possono
trascurare un fatto tanto importante per la vita sociale. È un appuntamento al quale nessuno
deve sottrarsi, tanto meno un credente. La coscienza, formata dal Vangelo, ci chiede di
valutare candidati e programmi non per interessi di parte o, peggio, per interessi personali,
ma guardando al bene comune. A chi si candida per legiferare e per amministrare la cosa
pubblica dobbiamo chiedere intelligenza, competenza, onestà e trasparenza di vita. Al
credente che si candida chiediamo le stesse qualità, ma anche di lasciarsi ispirare e guidare
dal Vangelo di Cristo e dalla Dottrina sociale della Chiesa. Egli deve mettere sempre al
primo posto la vita della persona, con la sua dignità e la sua libertà, la famiglia e la comunità.
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