17 settembre 2012

Turismo: il fastidioso valzer dei numeri



Prosegue la collaborazione con gli amici di Turismok. Ecco un loro nuovo post che propongo alla tua attenzione.

C’è chi li reputa noiosi, c’è chi li interpreta a proprio piacimento, c’è chi parla per sensazioni, in realtà disporre di una chiara analisi della situazione è fondamentale per poter definire una programmazione strategica vincente. Gestire in maniera efficace i dati non è però cosa da tutti, è necessario essere in grado di raccoglierli, elaborarli correttamente, presentarli con obiettività e fare tesoro definendo le azioni conseguenti da porre in essere. Il problema dei dati è un argomento storico che naturalmente non riguarda solo il turismo tuttavia negli ultimi mesi si è assistito ad un alternarsi continuo di fonti, più o meno autorevoli, che presentavano dati talvolta anche in netta contrapposizione. Il problema riguarda nello specifico i dati sull’occupazione, se infatti gli indicatori generali dell’andamento turistico come ad esempio le abitudini dei vacanzieri (come prenotano, cosa cercano e come si informano) registrano elementi di condivisione su pressoché tutti gli studi, sono gli arrivi, le presenze e l’occupazione - finché non passano da provvisori a definitivi - che lasciano spiazzati. Si passa da dichiarazioni drammatiche a strane euforie anche nelle stesse località, com’è possibile?

La prima considerazione da fare è che i dati a livello nazionale e regionale si basano solo su interviste effettuate ai cosiddetti opinion leader del settore, i quali nel più dei casi non dispongono di dati “pronti all’uso”. Chi volesse condividere i propri risultati deve dunque basarsi su sensazioni soggettive. Data per buona la loro esperienza, è però fondamentale che gli interpellati dispongano di una raccolta scientifica delle performance delle proprie aziende altrimenti il rischio è che anche le fonti più autorevoli possono incappare in gravi errori di valutazione; avere consapevolezza di quanto accade nella propria azienda è il punto base per poter definire le corrette strategie.

Un secondo elemento fondamentale è la tempestività dei dati, non è più concepibile avere sistemi di rilevamento che trasmettono dati aggregati e ormai vecchi di diversi mesi. Per evitare di trarre conclusioni affrettate é necessario dotarsi di sistemi in grado di monitorare quotidianamente la situazione, così come é indispensabile avere conoscenza del significato dei dati che si trasmettono, per leggere correttamente gli indicatori sugli arrivi e sulle presenze è necessario ad esempio che essi siano inseriti in un’analisi più ampia della località, che tenga conto del numero di strutture aperte in quel determinato periodo, del risultato dei competitor, del numero di posti letto disponibili, delle politiche di pricing delle aziende, dell’andamento generale del mercato nonché del fatturato complessivo.

In Valle d’Aosta il problema delle fonti è piuttosto serio, tutt’ora manca un sistema in grado di dare delle risposte tempestive e spesso la programmazione non appare basata su una corretta analisi dei flussi turistici potenzialmente interessati e interessanti per la nostra regione. Le aziende turistiche devono utilizzare sistemi di monitoraggio, condividere senza remore i dati sulla propria occupazione con i colleghi e fare tesoro delle elaborazioni che gli enti preposti possono produrre.

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