13 dicembre 2018

#AlfredoLIngeri (#Honestamp): «Sogniamo un polo della meccanica»

Questa settimana proponiamo l’intervista a Alfredo Lingeri della Honestamp. 

Possiamo dire che avete festeggiato i vostri primi 50 anni lavorando? 
Quest’anno abbiamo celebrato i 50 anni di attività, frutto di un lavoro portato avanti con tenacia per tre generazioni. Con mio padre nel 1968 a Hône, poi a Donnas in due unità produttive e, infine, sfruttando un’occasione offertaci dalla Regione Valle d’Aosta ci siamo insediati nello stabilimento dove operiamo ancora oggi a PontSaint-Martin. Abbiamo festeggiato questi 50 anni in una struttura della Brambilla a Verrès in quanto ci sembrava che questo vecchio stabilimento dove si era sviluppata l’attività del cotone poi trasformato in una unità scolastica poteva essere una riuscita sintesi tra industria e le future generazioni che verranno in seguito per sviluppare l’attività industriale nella nostra regione. Ci pareva una location delle più rappresentative sul nostro territorio.

In mezzo secolo la vostra attività è cambiata tantissimo… 
Oggi l’azienda è portata avanti dai figli Mirko e Simone e sicuramente dall’inizio dell’attività il percorso dell’Honestamp è stato anomalo rispetto a quanto avveniva in quegli anni. Io e mio papà con l’aiuto di un tecnigrafo e una matita abbiamo iniziato a progettare degli stampi, delle attrezzature inerenti alla nostra attività. In seguito dalla progettazione siamo passati alla costruzione e poi alla produzione di quanto progettato. Tutto questo nel tempo ci ha permesso di acquisire quella professionalità che oggi ci dà quell’atout in più attraverso il quale garantire quel servizio completo ai nostri clienti: dalla necessità dell’oggetto al suo sviluppo, alla progettazione dell’attrezzatura per renderlo costruibile fino alla sua definitiva costruzione. Io dico che diamo un servizio al nostro cliente dall’idea al prodotto finale.

Sicuramente ci sono stati momenti difficili: come li avete superati? 
Noi per carattere e abitudine siamo abbastanza attenti a non fare il cosiddetto passo più lungo della gamba e quindi questa nostra attenzione a non esporci troppo a volte può averci penalizzato perché non siamo riusciti a percorrere certe strade, però io mi immagino sempre una bilancia che ha un certo livello di stabilità, può essere più alto o più basso, ma se si rimane stabili si hanno determinate garanzie. Il piatto più alto può significare successi importanti, ma quando si scende le difficoltà possono diventare molto grandi. Il mantenerci in equilibrio è stata comunque la nostra fortuna.

Possiamo dare un po’ di numeri aziendali? 
Fra le 30 e 40 unità occupazionali. Quando abbiamo dei surplus produttivi ci avvaliamo della collaborazione di alcune aziende vicine del nostro settore e questo ci ha permesso anche di poter superare in maniera accettabile le eventuali eccedenze di richiesta dei nostri prodotti. Nei momenti di difficoltà facendo rientrare queste attività siamo riusciti comunque a mantenere inalterata la nostra potenzialità operativa.

Su quali mercati operate in questo momento? 
Il mercato dell’Honestamp è caratterizzato da un elevato livello di concorrenza. Oggi anche gli stati in via di sviluppo acquistano i macchinari che abbiamo noi, hanno possibilità di avere delle consulenze da tutto il mondo e quindi la concorrenza è molto spietata. L’unica cosa in cui ci differenziamo sono le professionalità che rendono leader l’attività aziendale e la celerità. L’essere concorrenziale dipende dalla velocità con cui si porta sul mercato un prodotto. Più nessuno vuole fare magazzino perché costa e, quindi, la produzione si sta avvicinando alla vendita. I tempi tra un passaggio e l’altro sono sempre più brevi e la velocità di realizzazione è determinante.

 Sul fronte dell’export qual è la situazione? 
Il nostro export è, purtroppo, legato al trasferimento delle aziende italiane all’estero. Alcune aziende hanno delocalizzato in Cina, Romania, Brasile, America, Francia, Germania ma non riescono a raggiungere in loco la qualità dei nostri prodotti e così noi continuiamo a fornire queste unità produttive.

Cosa vuol dire operare in un settore come il vostro in Valle d’Aosta? Più le gioie o i dolori? 
A volte mi chiedo se la Honestamp fosse nata in un distretto vicino a Torino o Milano cosa sarebbe oggi. Naturalmente vivere in Valle d’Aosta in particolare in questi ultimi periodi - dove la chiusura dell’Olivetti ha creato seri problemi e lo stesso quella di Fiat a Torino - ci porta ad avere delle grosse difficoltà di comunicazione e di presenza sui mercati nazionali e internazionali. Milano è una delle zone più proficue per avere contatti commerciali e la Valle d’Aosta è un po’ problematica in questo senso. I nostri clienti quando vengono in Valle sono entusiasti delle nostre montagne, dell’accoglienza che la gente offre loro, ma quando si ragiona sugli aspetti produttivi abbiamo difficoltà nel fare arrivare i materiali e nel rispedirli. Anche perché quando queste attività sono ridotte perché alcune aziende o si sono localizzate altrove o hanno chiuso i battenti ci troviamo in difficoltà.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
 Il sogno dell’Honestamp è quello di valorizzare il territorio. Honestamp fa parte di Confindustria Valle d’Aosta e questo le ha dato l’occasione anche di poter conoscere le potenzialità del nostro territorio, in particolare di Pont-SaintMartin dove l’attività d’eccellenza metalmeccanica è stata sicuramente molto forte perché le aziende che c’erano e che ci sono tutt’oggi hanno dato un grosso apporto sul fronte della tecnologia. Il sogno sarebbe dunque quello di creare un polo dove poter raccogliere tutte queste tecnologie di qualità e, operando in maniera comune, aggredire i mercati.

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