Questa settimana
proponiamo l’intervista
a Alfredo Lingeri
della Honestamp.
Possiamo dire che avete
festeggiato i vostri primi
50 anni lavorando?
Quest’anno abbiamo celebrato
i 50 anni di attività,
frutto di un lavoro portato
avanti con tenacia per tre
generazioni. Con mio padre
nel 1968 a Hône, poi a
Donnas in due unità produttive
e, infine, sfruttando
un’occasione offertaci
dalla Regione Valle d’Aosta
ci siamo insediati nello
stabilimento dove operiamo
ancora oggi a PontSaint-Martin.
Abbiamo festeggiato
questi 50 anni in
una struttura della Brambilla
a Verrès in quanto ci
sembrava che questo vecchio
stabilimento dove si
era sviluppata l’attività del
cotone poi trasformato in
una unità scolastica poteva
essere una riuscita sintesi
tra industria e le future generazioni
che verranno in
seguito per sviluppare l’attività
industriale nella nostra
regione. Ci pareva una
location delle più rappresentative
sul nostro territorio.
In mezzo secolo la vostra
attività è cambiata tantissimo…
Oggi l’azienda è portata
avanti dai figli Mirko e Simone
e sicuramente dall’inizio
dell’attività il percorso
dell’Honestamp è stato
anomalo rispetto a quanto
avveniva in quegli anni. Io
e mio papà con l’aiuto di
un tecnigrafo e una matita
abbiamo iniziato a progettare
degli stampi, delle attrezzature
inerenti alla nostra
attività. In seguito dalla
progettazione siamo
passati alla costruzione e
poi alla produzione di
quanto progettato. Tutto
questo nel tempo ci ha
permesso di acquisire
quella professionalità che
oggi ci dà quell’atout in più
attraverso il quale garantire
quel servizio completo
ai nostri clienti: dalla necessità
dell’oggetto al suo
sviluppo, alla progettazione
dell’attrezzatura per
renderlo costruibile fino
alla sua definitiva costruzione.
Io dico che diamo
un servizio al nostro cliente
dall’idea al prodotto finale.
Sicuramente ci sono stati
momenti difficili: come li
avete superati?
Noi per carattere e abitudine
siamo abbastanza attenti
a non fare il cosiddetto
passo più lungo della
gamba e quindi questa nostra
attenzione a non
esporci troppo a volte può
averci penalizzato perché
non siamo riusciti a percorrere
certe strade, però
io mi immagino sempre
una bilancia che ha un certo
livello di stabilità, può
essere più alto o più basso,
ma se si rimane stabili si
hanno determinate garanzie.
Il piatto più alto può significare
successi importanti,
ma quando si scende
le difficoltà possono diventare
molto grandi. Il mantenerci
in equilibrio è stata
comunque la nostra fortuna.
Possiamo dare un po’ di
numeri aziendali?
Fra le 30 e 40 unità occupazionali.
Quando abbiamo
dei surplus produttivi ci avvaliamo
della collaborazione
di alcune aziende vicine
del nostro settore e
questo ci ha permesso anche
di poter superare in
maniera accettabile le
eventuali eccedenze di richiesta
dei nostri prodotti.
Nei momenti di difficoltà
facendo rientrare queste
attività siamo riusciti comunque
a mantenere inalterata
la nostra potenzialità
operativa.
Su quali mercati operate in
questo momento?
Il mercato dell’Honestamp
è caratterizzato da
un elevato livello di concorrenza.
Oggi anche gli
stati in via di sviluppo acquistano
i macchinari che
abbiamo noi, hanno possibilità
di avere delle consulenze
da tutto il mondo e
quindi la concorrenza è
molto spietata. L’unica cosa
in cui ci differenziamo
sono le professionalità che
rendono leader l’attività
aziendale e la celerità.
L’essere concorrenziale
dipende dalla velocità con
cui si porta sul mercato un
prodotto. Più nessuno
vuole fare magazzino perché
costa e, quindi, la produzione
si sta avvicinando
alla vendita. I tempi tra un
passaggio e l’altro sono
sempre più brevi e la velocità
di realizzazione è determinante.
Sul fronte dell’export qual
è la situazione?
Il nostro export è, purtroppo,
legato al trasferimento
delle aziende italiane all’estero.
Alcune aziende hanno
delocalizzato in Cina,
Romania, Brasile, America,
Francia, Germania ma
non riescono a raggiungere
in loco la qualità dei nostri
prodotti e così noi continuiamo
a fornire queste
unità produttive.
Cosa vuol dire operare in
un settore come il vostro in
Valle d’Aosta? Più le gioie
o i dolori?
A volte mi chiedo se la Honestamp
fosse nata in un
distretto vicino a Torino o
Milano cosa sarebbe oggi.
Naturalmente vivere in
Valle d’Aosta in particolare
in questi ultimi periodi -
dove la chiusura dell’Olivetti
ha creato seri problemi
e lo stesso quella di Fiat
a Torino - ci porta ad avere
delle grosse difficoltà di
comunicazione e di presenza
sui mercati nazionali
e internazionali. Milano è
una delle zone più proficue
per avere contatti
commerciali e la Valle
d’Aosta è un po’ problematica
in questo senso. I
nostri clienti quando vengono
in Valle sono entusiasti
delle nostre montagne,
dell’accoglienza che la
gente offre loro, ma quando
si ragiona sugli aspetti
produttivi abbiamo difficoltà
nel fare arrivare i materiali
e nel rispedirli. Anche
perché quando queste
attività sono ridotte perché
alcune aziende o si sono
localizzate altrove o
hanno chiuso i battenti ci
troviamo in difficoltà.
Un sogno imprenditoriale
da realizzare?
Il sogno dell’Honestamp è
quello di valorizzare il territorio. Honestamp fa parte
di Confindustria Valle
d’Aosta e questo le ha dato
l’occasione anche di poter
conoscere le potenzialità
del nostro territorio, in
particolare di Pont-SaintMartin
dove l’attività d’eccellenza
metalmeccanica
è stata sicuramente molto
forte perché le aziende
che c’erano e che ci sono
tutt’oggi hanno dato un
grosso apporto sul fronte
della tecnologia. Il sogno
sarebbe dunque quello di
creare un polo dove poter
raccogliere tutte queste
tecnologie di qualità e,
operando in maniera comune,
aggredire i mercati.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
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