3 novembre 2012

Grandangolo sui Professionisti valdostani - 3: i Medici


Dopo gli ingegneri questa settimana la serie di incontri con le professioni operanti sul territorio regionale fa tappa presso l’Ordine dei Medici. L’intervistato è il Presidente Roberto Rosset.
La prossima settimana toccherà invece all’Ordine degli Agronomi con Eugenio Bovard. Ricordo che Grandangolo è anche una trasmissione radiofonica che va in onda tutti i giovedì alle 10,35 su radio Proposta in Blu. A sponsorizzare l’intero ciclo di trasmissioni (24 puntate) è il Consorzio Valfidi che ha al suo interno una sezione riservata alle professioni.


L’IDENTIKIT

Iscritti totali: Gli iscritti all'Ordine dei medici e degli odontoiatri della Valle
di Aosta sono al momento 665 di cui 78 odontoiatri e 31 doppie iscrizioni.

Il Consiglio direttivo è così compostoRoberto Rosset (Presidente), Piero Sirianni (Vicepresidente)
Massimo Ferrero (Odontoiatra - Segretario), Barbara Cirabisi (Tesoriere), Riccardo Brachet Contul, Antonio Ciccarelli, Leonardo di Cesare, Abdulsattar Hadri, Valeria Porcaro, Mario Rebagliati e René Viérin (Consiglieri),

Il “trend” dell’ultimo triennio 2010-2012 è stato di 55 nuovi iscritti all'Albo dei Medici Chirurghi e 4 all'Albo degli Odontoiatri.

Mail: segreteria@omceo.vda.it

Sito internet: http://www.omceoaosta.altervista.org


LE DOMANDE

Mi descriva le principali problematiche a livello regionale e nazionale che la vostra professione si trova a dover affrontare. 
Quelle regionali sono principalmente criticità di crescita. In effetti stiamo lavorando molto per l’integrazione dell’ospedale con il territorio e in questo senso riusciamo ad integrare in questo percorso anche tutta quanta la professionalità assistenziale quindi dalle operatrici socio-assistenziali alle assistenti sociali proprio perché di fatto l’allungamento della vita media, l’aumento delle malattie  croniche impone un atteggiamento più continuativo nell’assistenza del paziente. Più che curare noi dobbiamo prenderci cura e questo richiede una grande integrazione tra le professioni. Siamo su questa strada e continueremo a prodigarci in questa direzione. Per fortuna a livello regionale la Valle d’Aosta anche per quanto riguarda il rapporto con i pazienti rimane un’oasi felice. A livello nazionale il contenzioso medico paziente ha raggiunto le 34mila denunce all’anno di sinistro, cioè un medico ogni quattro. In Valle sono molto attenuate. C’è un buon rapporto con la popolazione, è ancora particolarmente gratificante fare il medico in quanto si è ascoltati. Tutti quegli eccessi
di tipo mediatico, quelle aspettative miracolistiche, propagandate da una certa qual attività di “marketing”
qui non arrivano o se arrivano sono filtrate da una cultura ed una preparazione della popolazione che è
maggiore che in altre parti d’Italia.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
Le possibilità ci sono. E ci saranno sempre di più. Ho visto i dati presentati del Consorzio Alma Laurea e
questi dati ci dicono che il medico a livello nazionale è la professione che in assoluto a tre anni dalla Laurea ha più facilità di trovare lavoro. E’ così per il 97% dei medici laureati. Più degli economisti, degli ingegneri o degli architetti. Anche per quanto riguarda le retribuzioni un neolaureato dopo circa tre anni di attività guadagna circa 2341 euro mensili contro i 1700 per gli ingegneri. Per fare il medico ci vuole poi la vocazione. Occorrono capacità che vanno molto al di là della freddezza di questi dati. Ma credo sia giusto anche far notare che nei prossimi anni andranno in pensione 20mila medici in Italia. E queste professionalità dovranno essere sostitute. Per i giovani vedo quindi grosse opportunità sul fronte medico, ma più in generale su quello di tutte le professioni sanitarie legate alla medicina.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Il settore si sta modificando. Si sono dimezzate quelle legate alle malattie acute dove è diminuita significativamente la mortalità e sono aumentate le patologie croniche. Le opportunità maggiori sono in quei settori che riguardano la lungodegenza, geriatria, neurologia. Tutte quelle situazioni di malattia in crescita come il diabete, le cardiopatie diabetocorrelate, per fortuna, grazie ad una serie di azioni messe in atto negli
anni scorsi sono dimezzate le cardiopatie acute di ictus. Situazioni che fino ad oggi avevano spaventato noi come medici, ma soprattutto la popolazione.

Soffermiamoci sulle iniziative di formazione realizzate nel corso del 2012 e su quelle che avete in programma nel 2013.
L’Educazione continua in medicina come si sa per noi è un obbligo. Dobbiamo raggiungere i 150 crediti nel triennio, cioè 50 all’anno, in attività di tipo formativo. Al di là degli argomenti specifici della specializzazione
in essere del medico, non è secondaria tutta quella parte che riguarda la relazione medico-paziente.
Soprattutto i conflitti etici che cominciano a diventare impegnativi in una società che sta cambiando. Cito le dichiarazioni anticipate di volontà, nella cronicità tutte quelle manifestazioni di volontà da parte dei pazienti che per legge non possono essere espletate. Ci sono dei grossimi dilemmi etici che tutti i giorni il medico deve affrontare generalmente in perfetta solitudine e decidendo di volta in volta in condizioni di assoluta incertezza. Su questi argomenti cerchiamo con i nostri incontri di creare delle visioni abbastanza condivise
e utili per tutti quanti i professionisti.

Un consiglio per chi si vuole avvicinare alla professione?
Mentre una volta si pensava che fosse sufficiente una predisposizione generica a livello scientifico-matematco
i cambiamenti in atto consigliano di dare molta più importanza alle capacità relazionali e alla capacità di gestire lo “stress”, la tensione, soprattutto di assumersi delle responsabilità perché si tratta spesso di decidere
in situazioni di incertezza nonostante si presuma che la medicina sia una scienza quasi esatta. E’ affascinante
constatare come, passata l’euforia di tipo specialistico e ultraspecialistico, si stia riscoprendo l’approccio
primordiale della medicina che era quello prendersi cura di una persona che soffre, di accompagnarla lungo il suo percorso che, nelle migliori delle situazioni porta alla guarigione, ma che sovente cronicizza e, quindi, il supporto diventa umano più che scientifico.

Giudizio sulla riforma degli Ordini? Che cosa ha senso fare e che cosa no?
Sicuramente gli ordini vanno riformati. La loro costituzione risale a 60 anni e lo scenario è mutato profondamente. La nostra situazione vede un decreto dell'ex-Ministro Fazio ancora in Parlamento. Di fatto nella nostra situazione alcuni concetti introdotti con l’ultima Riforma non hanno molto motivo perché da noi la tariffa minima è da anni che non esiste più. Si accede alla professione con un tirocinio abilitante e poi quasi tutti i laureati superano l’esame di Stato e possono iscriversi agli ordini professionali. Non c’è dunque nessuna barriera all’accesso della professione. Ci sono dei problemi per quanto riguarda – e speravamo tanto che venissero affrontati – la responsabilità professionale in quanto siamo – come avevo già detto prima
– una categoria sotto attacco e chiediamo, appurato che la medicina non è una scienza esatta – che nelle situazioni di colpa lieve qualora il medico si sia attenuto a dei protocolli, a delle procedure, cioè non abbia preso delle iniziative personali, non ci sia la possibilità di accusarlo. Questo è contenuto anche nel Decreto Balduzzi e speriamo che il Parlamento ce ne offra la possibilità. Sarebbe un segno di rasserenamento  per tutti, non solo per i medici ma pure per i pazienti.

Dato per scontato che nel caso della  vostra categoria il rapporto con il mondo delle imprese e del credito sia un po’ più sfumato le sottoporrei direttamente la domanda con cui normalmente si chiude questo ciclo di interviste. Le chiedo di indicare un valore da recuperare in questa nostra società sempre più sfilacciata…
Direi l’etica. E quando dico etica intendo qualcosa che va molto al di là della morale individuale di ciascuno
di noi. Il senso di solidarietà, di uguaglianza di fronte alla malattia penso che non si siano persi. Il nostro
sistema sanitario si è sempre contraddistinto per questi aspetti e io vorrei tanto che venissero salvaguardati
nonostante le difficoltà economiche.

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