La
Tipografia Valdostana nasce nel 1896 come Imprimeri Catholique nella sede
storica di Corso Padre Lorenzo con gli anni comincia a stampare principalmente pubblicazioni
per la Diocesi di Aosta, poi Bollettini parrocchiali e piano piano si evolve.
Negli anni si trasforma nella Tipografia valdostana rimanendo però sempre nella
sede di Corso Padre Lorenzo. Amplia i locali e cresce. Con l’ingresso di mio
zio, il canonico Aldo Perrin, nel 1965 come direttore inizia ad entrare la
famiglia Perrin. Nel 1996 facendo una spa ne diventiamo i proprietari a tutti
gli effetti.
Quali sono le vostre dimensioni aziendali?
Abbiamo
una sede di circa 2000 metri quadri, una ventina di collaboratori e la
tecnologia ormai la fa da padrona.
In questa direzione ci sono stati investimenti importanti…
Abbiamo
iniziato l’evoluzione tecnologica intorno agli anni ’90. Negli ultimi quindici
anni abbiamo messo in campo investimenti per circa 10 milioni di euro, a fronte di un fatturato tipo di 2,5
milioni all’anno.
Come si è evoluto il settore tipografico in quest'ultimo decennio?
Sicuramente
l’informatica che negli ultimi vent’anni ha portato grandi novità nella
lavorazione. La Tipografia Valdostana ha indubbiamente poi avuto uno sviluppo
fortissimo con l’inserimento di macchinari di alta tecnologia. Faccio un
esempio: tre anni fa abbiamo acquistato un macchinario molto particolare, a sei
colori più la lamina, e allora in Italia di macchine di quel tipo, compresa la
nostra, ce n’erano soltanto tre e nel mondo erano dieci. Questo ci ha aperto nuovi
settori e ci ha permesso di lavorare conto terzi per altre aziende italiane ed
estere e adesso ci ha indubbiamente salvato rispetto a questo momento congiunturale
tutt’altro che fortunato per il settore.
Come giudica lo stato di salute del
comparto tipografico?
Certamente
non è delle migliori a livello nazionale. Il mercato regionale ha il vantaggio
di essere transfrontaliero e Svizzera e Francia si prestano tutto sommato con
sbocchi per trovare nuove commesse. Noi siamo comunque riusciti ad aumentare il
fatturato verso l’estero: dal 35 al 40% del nostro fatturato. Il mercato
italiano invece è molto inflazionato e presenta molte aziende sovrastrutturate.
I big hanno avuto un tracollo sui numeri, magari non hanno perso commesse ma
hanno visto ridursi i volumi e sono stati costretti a cercare lavori di
dimensioni minori che di solito erano appannaggio delle medie aziende. Queste
sono entrate un po’ tutte in sofferenza. Ora con l’export, riuscendo comunque a
mantenere la qualità italiana che comunque è riconosciuta ovunque, si riesce ad
avere una marcia in più rispetto agli altri.
Il rapporto tra mercato nazionale ed export?
40%
estero, 20% in Valle d’Aosta e il restante è un conto terzi sul resto d’Italia.
Oltre a Francia e Svizzera come prossimità abbiamo alcuni clienti consolidati
in Inghilterra e in Lussemburgo.
Come questi clienti entrano in contatto con voi?
Principalmente
per le azioni commerciali realizzate. Noi stampiamo spesso e volentieri delle
copertine dedicate al settore, una specie di pubblicità che si fa sia in Italia
che all’estero. Questo ci permette di raggiungere dei clienti con cui
normalmente non potremmo mai entrare in contatto.
Il vostro prodotto di punta è indubbiamente il Messager. Come si presenta
l'edizione 2012?
392
pagine, con articoli di attualità e tradizione, il classico saluto delle
autorità civili e religiose, una parte
di cronaca con tutti gli eventi salienti dei Comuni della Valle d’Aosta con i
quali da tempo abbiamo aperto una collaborazione molto forte. Sono gli stessi
comuni a mandarci sempre di più notizie da pubblicare. Spesso e volentieri una
notizia fondamentale per un comune piccolo non ottiene il giusto rilievo nei
periodici locali…
E
il Messager in questo è più democratico…
E’
vero. In effetti tutte le notizie che diamo hanno la stessa visibilità.
Proseguendo poi la descrizione de Messager abbiamo gli articoli principali
sugli eventi dell’anno: dalla visita del Presidente Napolitano alla nomina del
nuovo Vescovo Mons. Lovignana, il saluto ai Canonici del Gran San Berrnardo che
ci hanno lasciato dopo dieci secoli. E poi un articolo sulla storia della
parrocchia di Torgnon fortemente voluto dal Canonico a suo tempo, rimasto nella
penna e concluso dalla Sandra Barberis con ottimi risultati. Poi c’è l’agenda allegata
al Messager e il calendario con le foto di Davide Camisasca.
Una novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
La
Tipografia Valdostana sempre nella strada dello sviluppo, del cambiamento, dell’innovazione
per il 2013 tenterà nei primi sei mesi di installare una macchina per stampare
etichette a bobina. Un mercato che per la Valle d’Aosta riguarda produttori
vitivinicoli, di miele, di succhi ed è attualmente scoperto in quanto si stampa
tutto fuori valle.
Puntate
a tutto il mercato?
Non
pretendiamo tanto. Già con il 30% saremmo molto contento. Poi ci sono come
sempre Svizzera e Francia che ci danno una mano essendo le zone di prossimità
tutto sommato scoperte. L’obiettivo è non soltanto di mantenere la nostra
attuale forza lavoro, ma addirittura di implementarla.
Un sogno imprenditoriale da realizzare…
Per la Tipografia Valdostana è sicuramente di rimanere la Tipografia Valdostana. Dopo i primi 100 anni puntiamo a farne altri 100. E gli investimenti fatti sino ad oggi ci danno ragione riuscendo a sopravvivere a questo momento di crisi. La speranza è che con un po’ più di buona volontà e di buon senso da parte di tutti si riesca ad uscire da questo momento di certo non felice.
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