L'identikit
Iscritti totali e trend dell’ultimo triennio: 638 di cui 25 valdostani (tra 640 e 660)
Giuseppe Geda |
Composizione direttivo:
PRESIDENTE: Dott. Giuseppe GEDA
SEGRETARIO: Dott. Franco MARLETTI
TESORIERE: Dott. Arnaldo GIZZARELLI
CONSIGLIERI:
Dott.ssa Piera CASALE
Dott.ssa Antonietta MASTRONE
Dott. Antonello NONNATO
Dott.ssa Cristina PACCHIARDO
Dott. Vittorio PICH
Dott. Roberto RAMPONE
Dott. Davide TIRABOSCHI - Sez. B
Dott. Prof. Vincenzo ZELANO
Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti: circa 650
Mail: segreteria@chimicipiemonte.it
Sito internet: http://www.chimicipiemonte.it/
Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
A livello nazionale possiamo dire che ci troviamo ad affrontare le problematiche riguardanti l’intera area tecnicoscientifica delle professioni. In particolare molti dei temi sollevati dal dpr 137 del 2012 erano
già stati affrontati dal nostro Ordine ed eravamo già pronti a recepirne le disposizioni. Ad esempio l’accesso all’esercizio dell’attività professionale e quindi il ribadire che l’esame di Stato è fondamentale unitamente a dei percorsi formativi post-universitari professionalizzanti proprio per poter dare questo esame. C’è poi il tema dei 18 mesi di tirocinio ancora da focalizzare. Noi però da tempo stiamo invitando i chimici neolaureati
prima dell’esame a fare un periodo di tirocinio presso le aziende o presso gli studi professionali e consigliamo loro anche di seguire un corso ad hoc per la preparazione all’esame di Stato, attualmente non obbligatorio,
ma che in futuro lo sarà, di quattro-cinque giorni dove di discute di problematiche relative all’esercizio della
professione. Come dico spesso io un conto è conoscere una Ferrari, un conto è guidarla. Ci tengo comunque a sottolineare che soltanto un 5-10% di candidati non riesce a superare il nostro esame.
Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo? E quali sono i nuovi
sbocchi professionali?
Prima di tutto va detto che la professione del chimico non corrisponde esclusivamente a quella di analista chimico. Una parte di noi, non la maggior parte, svolge questo tipo di attività, mentre la maggior parte svolge attività legate all’indagine chimica ma se ne serve per dare dei suggerimenti per superare un eventuale problema di tipo produttivo, ambientale o di sicurezza. Molti svolgono un’attività di tipo consulenziale. Seguono quindi i loro clienti all’interno di strutture pubbliche o private sia come dipendenti che come liberi professionisti. La professione di chimico perciò va a toccare tanti aspetti: la consulenza su ambiente e sicurezza, su restauro opere d’arte, sulla materia plastica, sulla produzione di oli lubrificanti o sicurezza
alimentare. Di conseguenza direi che ci siano meno chimici di quanti servirebbero sia per l’attività
pubblica che per quella privata. I nostri chimici dopo la laurea restano a casa pochi mesi in quanto ormai molti temi critici vanno comunque a toccare l’aspetto chimico. Attualmente, ad esempio, si discute molto
delle importazioni dall’estero di prodotti chimici o anche articoli, ad esempio i giocattoli che potrebbero essere trattati con prodotti non idonei. Di conseguenza affrontiamo queste problematiche sempre in collaborazione con altre professioni come il biologo o il medico.
Iniziative di formazione realizzate nel 2012 e in programma nel 2013?
E’ ovviamente fondamentale. E non può avvenire una tantum. Anche i chimici hanno da tempo istituito corsi di formazione, congressi, convegni e seminari per favorire la formazione continua in modo da garantire al cittadino che il chimico che opera sia perfettamente formato e informato non soltanto sull’evoluzione della
norma tecnica, ma pure su quella cogente.
Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Innanzitutto di interessarsi al mondo della chimica già molto prima di fare la propria scelta professionale. Devo però far notare come in generale sia la passione per la chimica a far scegliere questa professione. In qualche maniera non si sceglie la chimica è la chimica che ci conquista per il grande potenziale che ha.
Un giudizio sulla riforma degli Ordini? Che cosa ha senso fare e che cosa no?
La riforma tocca alcuni punti fondamentali ed è sicuramente positiva. Ora ogni professione dentro alle linee guida deve meglio interpretare gli articoli di legge per mettere in luce alcuni punti fondamentali presenti nell’articolato. La formazione continua è diversa da professione a professione. Anche l’assicurazione obbligatoria è una scelta che ci trova d’accordo in quanto tutela professionista e cittadino.
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