18 marzo 2013

Leandro #Bornaz (#AdHoc): «Fare impresa è per noi il sogno più grande!»

Leandro Bornaz
Intervistiamo questa settimana Leandro Bornaz, uno dei soci di Adhoc, società che Progetta e realizza rilievi laser scanner in base alle esigenze dei clienti. 

Spieghiamo in cosa consiste la vostra attività?
Noi ci occupiamo di geomatica. Questo termine significa tutto quello che riguarda la misurazione sia del territorio, sia di oggetti, cioè misura e documentazione. E lo facciamo attraverso diversi strumenti dal classico Gps a strumenti più innovativi come il già citato laser-scanner che uno strumento che acquisisce dati tridimensionali.

Quali sono i settori dove operate?
Sono davvero tanti. Si parte dall’ambiente fino all’archeologia passando per il settore idraulico o quello delle strutture. La nostra tecnologia si adatta alle richieste del committente.

Come mai avete deciso di fare gli imprenditori?
E’ una scelta che nasce da un’esperienza maturata in università. Io mi sono occupato in particolare, durante la mia tesi di laurea, del già citato laser-scanner. Era allora particolarmente innovativo in quanto eravamo i primi ad utilizzarlo. Il mio lavoro in Università è poi proseguito con alcuni anni di Dottorato e di ricerca. E tutta la ricerca che è stata svolta è sfociata nell’idea imprenditoriale di applicare questo tipo di tecnologia dove era possibile.

Voi, fra l’altro, siete un’azienda giovanissima…
Siamo in cinque tutti al di sotto dei 35 anni. Tutti colleghi di università fra l’altro.

Cosa significa avviare un’attività imprenditoriale nuova in un periodo di crisi?
E’ una scommessa. Bisogna crederci. Ci sono diverse difficoltà ma se uno ha un’idea e la porta avanti con convinzione ce la può fare. Avendo poi noi alle spalle già il lavoro universitario questo ci ha facilitato nel lavorare insieme a partire dalla condivisione dell’attività fino all’amicizia che è un elemento che sicuramente aiuta.

Voi avete fatto ricorso alla legge sull’imprenditoria giovanile: qual è il vostro giudizio sulla legge?
E’ una legge sicuramente utile. Avendo poi io studiato e lavorato a Torino prima di trasferirmi in Valle effettivamente ho notato che in Piemonte ci sono molte meno agevolazioni e meno aiuti che qui da noi.

E’ una legge che aiuta  a capire che non esiste soltanto il posto pubblico?
Certamente. E’ una legge che cambia il punto di vista iniziale attraverso il quale un giovane si può affacciare al mondo produttivo.

C’è chi dice che l’Italia non sia un paese per giovani? Voi siete d’accordo?
C’è un’effettiva difficoltà, anche soltanto nell’approcciarsi a chi ti dà il lavoro che inevitabilmente vedendoti giovane a volte può pensare che tu abbia poca esperienza. E’ un primo scoglio. E poi è anche uno scoglio la situazione economica. Una impresa giovane ha meno garanzie e viene messa in secondo piano. All’estero poi si guarda prima di tutto all’idea imprenditoriale. Molti miei amici sono andati fuori dall’Italia in quanto fuori dai confini nazionali hanno trovato un’attenzione più puntuale nell’aiutare l’idea. Lo stesso concetto di fallimento da noi è una catastrofe altrove è un’idea che non è andata bene senza alcuna drammatizzazione.

La Valle d’Aosta invece è una regione per giovani?
E’ inevitabile che si risenta del clima italiano. Anche se per quanto riguarda la nostra esperienza imprenditoriale abbiamo ricevuto una buona accoglienza. Quando ci siamo proposti siamo stati ascoltati e ci è stata data anche fiducia. E questo non ci è mai successo in Piemonte o in Lombardia o in altre zone.  

Voi lavorate soprattutto in Valle?
In Valle e in virtù di alcuni prodotti particolari ci capita spesso di andare a lavorare all’estero. Di poco tempo fa è un lavoro in Mozambico per il raddoppio di una diga. Ci rivolgiamo ad un mercato molto ampio proprio per il tipo di attività molto particolare che effettuiamo.

Una novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
Noi abbiamo deciso di scommettere molto sulla ricerca all’interno dell’impresa per fare innovazione. Di novità ne abbiamo pronte già qualcuna. La più interessante potrebbe essere lo sviluppo di un sistema per documentare dal punto di vista dei beni culturali gli oggetti in modo molto speditivo. Per esempio utilizzando delle piattaforme mobili di acquisizione, cioè i famosi droni che vanno tanto di moda adesso, degli elicotteri telecomandati, che a bordo hanno una serie di strumentazione con le quali fare tutta una serie di rilevazioni. Avendo comunque un centro di ricerca interno le innovazioni si verificano quasi giornalmente e sono tutte in funzione di quello che i nostri clienti ci chiedono. In particolare della Regione Autonoma valle d’Aosta in quanto è uno dei nostri migliori clienti.

Un sogno imprenditoriale da realizzare…
Il primo sogno è riuscire  concretizzare un’idea e ci siamo riusciti. Il sogno grande è che questa idea riesca ad avere un futuro e che il periodo di crisi non la influenzino. Il fatto che la società possa vivere e possa crescere è il sogno più grande.

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