«Pensare alla gente è l’unica cosa seria» e occorre «pensarci con responsabilità e senza populismi inconcludenti».
Ho riflettuto a lungo su cosa dire nel mio editoriale che prepara all’appuntamento elettorale del 26 maggio.
Nel 2008 scrissi un’accorata lettera ai futuri consiglieri regionali dove, fra l’altro, domandavo «amore per il popolo e non per le clientele, intese come piccoli egoismi da soddisfare», «amore per la competenza più che per la piaggeria»; «più professionalità nella politica e meno politici di professione» e ancora, rivolgendomi alle future forze di opposizione chiedevo di «evitare inutili demagogie e demonizzazioni».
Oggi credo che le parole del cardinale Angelo Bagnasco, dette nella prolusione all’Assemblea nazionale della Cei, e sintetizzate all’inizio di questo scritto siano le uniche che davvero contano.
Il momento è serio, critico, difficile. Chi governerà la Valle d’Aosta nei prossimi cinque anni deve essere all’altezza di una sfida complessa, con scelte non immediate da fare, dove l’unica bussola da seguire sarà
l’avere a cuore davvero la gente di questa regione nella consapevolezza di un percorso non semplice, irto di
difficoltà, attraverso le quali assicurare un futuro alla Valle d’Aosta. Penso, ad esempio, alla necessità di una nuova lettura dell'autonomia in chiave moderna, che sia fonte di efficienza, equità e responsabilità. Ma prima di tutto credo che sia un dato innegabile come anche nella nostra regione, pur partendo da uno scenario meno drammatico (ma è un piano inclinato ripidissimo), l’occupazione inizi ad essere un tema in agenda, legato inevitabilmente ad un modello di sviluppo che deve essere riletto nel nuovo contesto mondiale.
In proposito il Presidente della Cei cita il Santo Padre: “Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci ‘unge’ di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio che ha lavorato e lavora, agisce sempre; dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della Nazione. (…) Desidero rivolgere (…) ai Responsabili della cosa pubblica l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione; questo significa preoccuparsi della dignità della persona (Udienza Generale 1.5.2013)”.
E le scelte sull'occupazione si riverberano inevitabilmente su che futuro sogniamo per questa regione. Non credo che ci sia un'unica ricetta, ma di certo una strada va individuata e deve essere all'insegna di un binomio, apparentemente abusato, ma su cui – ne sono convinto - si gioca il futuro della nostra Valle: il merito come criterio di valutazione per chi opera e l'innovazione come modus operandi di ogni azione. Spetta alla politica dare concretezza ad una visione coerente di futuro.
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