4 giugno 2013

Il #Confidi Commercio, Turismo, Servizi ricorre al Consiglio di Stato e cerca alleanze con #Valfidi e Confidi Valle d'#Aosta



Questa mattina, nel salone ducale di Aosta, il presidente Pierluigi Genta ha presentato il Bilancio del Confidi C.T.S. (Commercio,Turismo e Servizi) Valle d’Aosta. Platea con rappresentati degli altri confidi, degli istituti di credito, consiglieri regionalisti. Al tavolo con Genta l'Assessore comunale alle Attività Produttive Patrizia Carradore a fare gli onori di casa e i momentaneamente uscenti Aurelio Marguerettaz (Turismo e vice della Giunta) nonché Augusto Rollandin, giunto un po' a sorpresa.

Come sempre queste tipologie di relazioni partono analizzando il quadro macroeconomico e arrivano all'attività locale. Ovviamente saltiamo i preamboli e andiamo al succo della questione. Tutti sappiamo quantoil quadro economico sia critico

I numeri
La cooperativa,  nel corso del 2012, ha rilasciato garanzie per €. 8.722.216 a fronte di 483 pratiche esaminate. Solo in 3 occasioni il comitato a rigettato la richiesta di concessione della garanzia. Molte operazioni si sono confermate finalizzate a consolidare e/o ristrutturare posizioni già in essere. I dati evidenziano un calo rispetto agli ultimi esercizi, sia in termini di pratiche esaminate che conseguentemente di garanzie erogate. Nel complesso lo stock delle garanzie in essere al 31.12.2012 risultava pari ad €. 37.838.290 (nel 2011 €. 38.762.766, -2,38%) a presidio di finanziamenti bancari per €. 77.794.208. I soci della cooperativa a fine 2012 erano 1822 con un saldo negativo rispetto a 12 mesi prima di 42 unità. 

«L’anno 2012 - s legge nella relazione - ha visto la cooperativa rilasciare garanzie a valere sul fondo di dotazione regionale, ai sensi della legge regionale anticrisi n. 1 del 2009, per €. 984.164. Vale a dire che l’11,28% delle garanzie 2012 è stato concesso a favore di aziende che probabilmente, senza la possibilità di accedere a tale fondo, non avrebbero potuto beneficiare delle garanzie ordinarie della cooperativa e conseguentemente ai prestiti bancari. Complessivamente il fondo regionale è stato utilizzato per €. 1.897.714, quale saldo garanzie a fine 2012, che rappresenta il 5% dell’intero volume di garanzie in essere e che hanno generato finanziamenti a favore delle aziende per nominali €. 4.525.085. Si tratta di dati di un certo rilievo se consideriamo che la nostra Società per le garanzie rilasciate sul fondo regionale percepisce un commissionale di garanzia marginale».

Il ricorso alle controgaranzie è lievitato sensibilmente. Le operazioni riassicurate, infatti, sono giunte ad €. 1.871.133, che rappresentano quasi il 5% dell’intero stock di garanzie in essere al 31.12.2012 e hanno visto un incremento nel corso dell’ultimo anno del 68,27%. Dai dati riepilogati si evidenzia, pertanto, come la cooperativa, per il 10% di garanzie in essere, ha adottato idonee coperture a tutela del proprio patrimonio, senza sottrarsi ai propri impegni statutari. Un percorso obbligato quello di adottare provvedimenti preventivi di copertura poiché anche nel corso del 2012 si sono registrate tensioni sui crediti di firma. Nell’anno trascorso, infatti, hanno subito un deterioramento della qualità garanzie per €. 432.889 con un trend sostanzialmente in linea con l’anno precedente (€. 465.011) ma in forte rialzo se paragonato al 2010 il cui dato registrava garanzie deteriorate in ingresso per €. 260.578. 

Nel corso del 2012 le sofferenze, intese come delibere di escussione delle garanzie sono state pari ad €. 297.337 con un incremento del 15,08% sul dato 2011 che già rappresentava un record (€. 258.372). A fronte di tali tensioni, il consiglio di amministrazione della cooperativa ha incrementato la quota di copertura del fondo rischi per interventi a garanzia che è giunto ad €. 1.076.689 pari al 43,21% dello stock di garanzie non performing.

«Problematiche - ha detto ancora Genta - purtroppo figlie dei tempi che se confrontate con le realtà dei Confidi a livello nazionale trovano pari riscontro e, nella maggioranza dei casi ed in particolare fuori dai confini regionali, i dati sulle garanzie deteriorate presentano segnali di degrado ben più allarmanti. Questo ovviamente non ci rallegra ma anzi ci è di stimolo per migliorare ed accrescere il nostro monitoraggio sul portafoglio della cooperativa. Ad ogni modo, nonostante un anno complicato e certamente tra i più difficili, la
cooperativa ha saputo chiudere l’esercizio 2012 con un avanzo di gestione di €. 26.488 testimonianza della capacità di fronteggiare le difficoltà attraverso una gestione oculata ed attenta»


Confidi 106 o 112?
Genta nella relazione fa rilevare come «la dicotomia tra Confidi 106 e Confidi 112 abbia conosciuto nel recente passato variabili schizofreniche laddove pareva che i Confidi vigilati avrebbero dovuto rappresentare la cura e l’unica soluzione possibile nel mercato delle garanzie». E aggiunge «Ebbene a distanza di qualche anno possiamo certamente dire che la realtà dei fatti ci ha rappresentato uno scenario difforme dalle previsioni. La nostra cooperativa, Confidi 112, ha saputo fornire le risposte adeguate alle richieste provenienti dal mercato. La garanzia della nostra cooperativa ha sempre trovato l’apprezzamento del sistema bancario che ha continuato ad approcciarci individuando nella nostra struttura una controparte seria, credibile e solida. Le aziende appartenenti alla nostra Società non sono state certamente discriminate dalle banche per via di una garanzia che avrebbe dovuto essere bistrattata. Gli spread sulle operazioni bancarie applicate alle imprese associate rispecchiano sostanzialmente gli spread applicati ai Confidi vigilati. Ciò è anche la conseguenza di un processo di revisione delle convenzioni laddove abbiamo concesso al sistema bancario garanzie “a prima richiesta” che, per le banche che adottano sistemi interni avanzati, rappresenta un plus a prescindere se la garanzia è concessa da intermediari vigilati o meno».

Il ricorso contro la Regione: dopo il Tar si va al Consiglio di Stato
Genta affronta nella sua relazione l’entrata in vigore della legge regionale n. 21 del 2011. «Normativa regionale - spiega - che ha assunto il ruolo di spartiacque nel contesto dei Confidi regionali. Infatti la nuova legge, nell’abrogare la precedente lr n. 75/90, ha previsto la possibilità, per i Confidi valdostani, di continuare a distribuire i contributi in conto interessi alle imprese associate, esclusivamente in presenza dell’iscrizione all’Albo di cui all’art. 106 del Testo Unico Bancario dopo la riforma del Titolo V, con il D.lgs 141/2010. Con decorrenza gennaio 2013, e dopo un periodo transitorio terminato lo scorso 31.12.2012, solo i Confidi iscritti al summenzionato Albo 106 T.U.B. ovvero Confidi vigilati, potranno continuare a distribuire i contributi in conto interessi. Confidi C.T.S. VdA attualmente non può essere annoverato tra i Confidi vigilati iscrivibili all’Albo 106 poiché non possiede i requisiti oggettivi previsti dalla disciplina per tale iscrizione. Le prescrizioni del MEF, infatti, prevedono l’obbligo di iscrizione all’Albo una volta raggiunta la soglia di volume di attività finanziarie pari ad almeno €. 75 mln che, per i Confidi, si riconduce sostanzialmente al volume di garanzie erogate sul sistema. Confidi C.T.S. VdA non possiede tali requisiti oggettivi e pertanto è impossibilitato ad iscriversi a tale Albo».  E' la famosa querelle di cui ho scritto ieri.

Per Genta è evidente come «la normativa regionale sia lesiva della libera concorrenza d’impresa in quanto di fatto emargina la cooperativa nel contesto del mercato delle garanzie valdostane, limitandone in particolare, l’intervento a fronte di operazioni finalizzate ad investimento da parte delle imprese». Non così per il Tribunale Amministrativo Regionale che si è pronunciato rigettando le istanze prodotte dalla cooperativa. Il Confidi non demorde e ha ritenuto opportuno fare appello avanti il Consiglio di Stato «poiché si ritiene che la sentenza del TAR Valle d'Aosta abbia scelto una via interpretativa che, significativamente, semplifica il quadro, poiché conduce alla declaratoria di inammissibilità del ricorso, ma non coglie la portata provvedimentale della nota della Regione oggetto di impugnazione e comporta per Confidi C.T.S. VdA grave pregiudizio; inoltre, la questione di costituzionalità non è stata affrontata con adeguato rigore. Sul punto il TAR Valle d'Aosta contiene addirittura errori di fatto. Si confida che il Giudice di secondo grado possa prestare maggiore attenzione ai profili di diritto della delicata questione, rispetto a quanto non abbia fatto il TAR».

Genta prova anche  a fare un po' di autocritica. «Purtroppo, la nostra cooperativa non è stata in grado di rappresentare al meglio all'Amministrazione regionale le problematiche che l’introduzione della nuova normativa avrebbe causato alle imprese, specialmente in uno scenario economico-finanziario già sfavorevole. Malauguratamente, infatti, in oggi centinaia di imprese valdostane associate non potranno continuare a beneficiare del contributo in conto interessi. Contributo che, in particolare, in un quadro finanziario che ha visto accrescere significativamente i tassi applicati alle operazioni finanziarie avrebbe potuto calmierare tensioni nei conti aziendali. A prescindere dall'esito del ricorso la speranza, naturalmente, è quella di poter riavviare dei colloqui con la politica, dopo l’insediamento del nuovo Governo regionale, per far comprendere come una normativa introdotta nel 2011 in uno scenario economico sfavorevole ed in un contesto normativo nazionale in materia di Confidi ancora estremamente incerto non rappresentava certamente ciò che era necessario al tessuto economico locale. Peraltro, a suffragare tale tesi, come richiamato in precedenza, si è potuto constatare come elevarsi al rango di Confidi vigilati non ha di fatto determinato alcun tipo di beneficio per le imprese»

Una prima soluzione
Per superare l'impasse nelle settimane scorse, sono stati fatti recapitare a Valfidi, in oggi l’unico Confidi vigilato sul territorio, ed al Confidi Valle d’Aosta, in procinto di ricevere l’autorizzazione dalla Banca d’Italia, dei progetti di collaborazione attraverso il cosiddetto Confidi baricentro. «Si tratta, di fatto, - commenta il Presidente - di un accordo tra Confidi che permetterebbe di bypassare il problema della legge regionale n. 21/2011 per i nostri associati. Nei prossimi giorni sono in programma incontri con i responsabili degli altri Confidi valdostani al fine di comprendere i margini di trattativa sul tema. Nel frattempo, qualora non si individuassero soluzioni concrete per gli associati, il consiglio di amministrazione ritiene opportuno azzerare il commissionale al fondo rischi che le imprese devono corrispondere a fronte di operazioni di finanziamento potenzialmente beneficiarie del contributo in conto interessi». 

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