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Enrico Letta |
Pier Antonio Genestrone, Presidente di Confcommercio imprese per l’Italia Valle d’Aosta, giudica criticamente l'azione del Governo Letta: «Dalla legge di
stabilità del Governo Letta ci aspettavamo molto di più; l’irrilevante taglio
delle tasse nel triennio viene totalmente assorbito, in termini di potere
d’acquisto dall'aumento Iva. La delusione è forte perché ancora una volta il
Governo non ha saputo dare risposte concrete alle attese del terziario e dei
consumatori. Ridurre il tasso della
pressione fiscale dal 44,3% al 43,3% in tre anni è poca cosa soprattutto se si
considera che la vigilia del varo è stata foriera di grandi promesse. Non c’è
stata la svolta che chiedevamo così come non c’è
stato il più volte promesso taglio alla spesa pubblica. Confcommercio Valle
d’Aosta ha già chiesto un incontro-confronto con i Parlamentari valdostani per
valutare le possibili azioni per giungere ad una concreta riduzione della pressione
fiscale in fase di dibattito della Legge di Stabilità nelle due Camere del
Parlamento. L’attuale pressione fiscale è incompatibile con la benché minima
ipotesi di crescita visto che il 5% famiglie vende casa o gioielli (14,3%) per
arrivare a fine mese».
Il Centro studi di
Confcommercio, a dispetto della promessa del governo di un calo della pressione
fiscale di un punto percentuale in tre anni dal 44,3 al 43,3%, stima che nel
2014 gli italiani pagheranno 4,147 miliardi di euro di maggiori imposte senza
contare che la Trise 2014 potrebbe costare 2,4 miliardi in più rispetto
all'Imu2013.
Nel secondo semestre
2013, sempre secondo il Centro Studi, sono aumentate le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese con il
proprio reddito (19% rispetto all'11,2% del 2012) più
di 17 milioni di famiglie (il 69% del totale) ritengono che le capacità di
spesa e di consumo siano peggiorate rispetto alla fine del 2012. Una grande
fetta degli italiani (il 72%) avrebbe difficoltà ad affrontare spese
impreviste, come quelle per le spese mediche. Per la crisi il 68% ha tagliato
cinema e svago, il 53,5% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare benzina,
quasi il 50% ha cambiato abitudini alimentari ma c'e' anche un 4,8% che è
stato costretto a vendere la casa per avere liquidi e il 14,3% ha venduto
gioielli di famiglia per arrivare a fine mese.
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