Sul tema dei treni bimodali segnalo con un po' di ritardo la nota di Legambiente Valle d'Aosta. Un tema di grande interesse sul quale è giusto non dare nulla per scontato. Ecco la nota:
“Se la rampa di accesso di casa
mia – introduce Alessandra Piccioni, presidente del Circolo valdostano di Legambiente - è così
disastrata che mi si rompe la macchina nel percorrerla, cosa faccio per
risolvere il problema? Compro una macchina nuova o riparo la strada?”
Entrare in un'auto nuova è sempre
bello, c'è un profumo di nuovo, di pulito, di efficiente. Ma il problema è solo
accantonato. Quanto durerà l'infatuazione prima di rendersi conto che il
problema è ancora lì?
Questa introduzione ci è utile
per parlare della ferrovia valdostana e dell'acquisto dei treni bimodali:
investire sul materiale rotabile anziché sulle linee è un errore clamoroso... A
meno che non serva a coprire incapacità e inerzie consolidate.
L'assessore Marguerettaz, mentre
si lamenta del fatto che le Ferrovie non investono per sistemare i binari, sa
dirci quanti soldi la Regione ha investito negli ultimi quindici anni per
migliorare la situazione? Quanti soldi ha messo sulla ferrovia?
Abbiamo capito: la ferrovia non è
negli interessi della nostra amministrazione. Perchè?
E poi, perchè in recenti
dichiarazioni fatte in Consiglio regionale viene fornita dall'assessore una
lettura fuorviante di costi e dati contro l'ammodernamento della linea?
Perchè la Valle d'Aosta che
esporta energia elettrica deve far girare i propri treni a gasolio?
Perchè investire su treni
bimodali, unici in Italia, con un progetto sperimentale al pari dell'infelice
caso del pirogassificatore?
L'alternativa per la mobilità dei
valdostani sarà la nostra “economica” autostrada?
Legambiente non ritiene
l'argomento chiuso. Invitiamo i valdostani a non farsi abbindolare da sparate
di numeri esagerati con il solo scopo di tacitare il dibattito e continuare a
procrastinare il vero problema che è quello strutturale.
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