9 ottobre 2013

Storie di #Vino: Il Coraggio di Costantino Charrère

Ho letto davvero con grande piacere l'articolo pubblicato oggi su La Stampa a firma di Francesca Soro dove si racconta che Oscar Farinetti, patron di Eataly, ha inserito Costantino Charrère, fondatore dell'etichetta Les Crêtes, fra le dodici storie umane e di impresa del suo libro, edito da Mondadori, «Storie di coraggio», dedicato a 12 produttori tra i più importanti in Italia.

12 dialoghi che, attraversando lo stivale, oltre a Charrère hanno coinvolto Angelo Gaja, Beppe Rinaldi, Walter Massa, Marilisa Allegrini, Josko Gravner, Piero Antinori, Nicolò Incisa della Rocchetta, Ampelio Bucci, Francesca e Chiara Lungarotti, Josè Rallo, Francesca e Alessio Planeta.

Confesso che sapere che c'è un valdostano fra nomi così illustri mi fa davvero piacere e credo sia un riconoscimento che illumina tutto il mondo vitivinicolo valdostano. Mi fa perfino essere un po' più ottimista sul futuro di questa regione. E aggiungo che a Costantino va riconosciuta una tenacia ed una lungimiranza non comuni, che nascono da una passione sincera per il fare bene il proprio lavoro. 

Scrive Farinetti nel presentare il suo libro:

«Il coraggio non è soltanto superamento delle paure, forza d'animo, determinazione nell'agire: per come lo vedo io, se non è accompagnato da capacità di analisi, studio attento dello scenario, tenacia e predisposizione al dubbio, non è coraggio. Non c'è coraggio senza rispetto, cioè senso civico, volontà di vivere in armonia con la natura e con le persone. Non c'è coraggio senza senso di responsabilità: fare e rispondere di ciò che si fa. Una comunità di persone che non si prendono le proprie responsabilità è destinata al fallimento. Non c'è coraggio senza amicizia: insieme ai veri amici è più facile diventare coraggiosi per affrontare un progetto. Non c'è coraggio senza bontà: essere buoni significa essere giusti. (...) Non c'è coraggio senza matematica: conoscere i numeri è fondamentale perché sono l'indicatore più preciso in assoluto dello stato delle cose. Non c'è coraggio senza il mix equilibrato di onestà e furbizia, che devono sempre convivere. Non c'è coraggio senza orgoglio: per ciò che si rappresenta, per la terra, la fabbrica, il proprio lavoro, anche fosse il più umile, la famiglia, la Nazione, la storia. (...) Nelle esperienze che vi raccontiamo non aspettatevi gesti eclatanti e clamorosi. C'è leggerezza e armonia nei vignaioli che ho intervistato. C'è famiglia, c'è impegno, c'è futuro, ma anche passato, c'è l'amore, c'è l'Italia, il mondo, c'è la politica, c'è la speranza. Ma c'è soprattutto tanto coraggio».
C'è poco da aggiungere.Complimenti ancora Costantino. E a tutti gli altri...buona lettura.

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