8 dicembre 2013

8 Dicembre: Solennità dell'#Immacolata Concezione

Le monache benedettine del Monastero «Regina Pacis» di Saint-Oyen inviano tutte le settimane via mail un foglio con alcuni spunti di riflessione.

Ecco che cosa propongono per la Festa dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. 

Buona lettura e buona festa.

Maria, donna dell’Avvento

«L’Immacolata deve diventare la festa della nostra speranza. La speranza non è un vago ottimismo, ma la certezza che a tutti è offerta la possibilità di essere diversi, di essere fedeli al progetto di Dio, non nell’illusione e nel sogno, ma nella concretezza della nostra vita. In questa fedeltà nel quotidiano si rivela la grandezza di Maria. Maria non è una creatura idealizzata, irreale, lontana, da ammirare. È una donna vera, semplice, che incarna i grandi valori della nostra umanità» (P. Piero Buschini).

La gioia della santità – «Maria Immacolata ci parla della gioia, quella gioia autentica che si diffonde nel cuore liberato dal peccato. Il peccato porta con sé una tristezza negativa, che induce a chiudersi in se stessi. La Grazia porta la vera gioia, che non dipende dal possesso delle cose ma è radicata nell’intimo, nel profondo della persona, e che nulla e nessuno possono togliere. Il Cristianesimo è essenzialmente un “evangelo”, una “lieta notizia”, mentre alcuni pensano che sia un ostacolo alla gioia, perché vedono in esso un insieme di divieti e di regole. In realtà, il Cristianesimo è l’annuncio della vittoria della Grazia sul peccato, della vita sulla morte. E se comporta delle rinunce e una disciplina della mente, del cuore e del comportamento è proprio perché nell’uomo c’è la radice velenosa dell’egoismo, che fa male a se stessi e agli altri. Bisogna dunque imparare a dire no alla voce dell’egoismo e a dire sì a quella dell’amore autentico. La gioia di Maria è piena, perché nel suo cuore non c’è ombra di peccato. Questa gioia coincide con la presenza di Gesù nella sua vita… Gesù è la gioia di Maria ed è la gioia della Chiesa di tutti noi. In questo tempo di Avvento, Maria Immacolata ci insegni ad ascoltare la voce di Dio che parla nel silenzio; ad accogliere la sua Grazia, che ci libera dal peccato e da ogni egoismo; per gustare così la vera gioia» (Benedetto XVI, Discorso in Piazza di Spagna – 8.12.2012).

La nostra vocazione – «La Vergine Maria è immacolata per poter concepire e dare alla luce Gesù Cristo, cioè per permettere a Dio di farsi presente all’uomo peccatore facendosi uomo. La Vergine Maria è immacolata affinché il suo “sì” possa permettere a ciascuno di noi di ritrovare la propria vocazione originaria, quella di essere “glorificatori di Dio”, santi e immacolati al cospetto di Dio nella carità. Essere santi e immacolati, però, non è una condizione per accedere alla presenza di Dio: ne è la conseguenza. Noi diventiamo santi e immacolati, cioè diventiamo pienamente noi stessi, stando al cospetto di Dio, accogliendo e riconoscendo la presenza del Signore nella nostra vita. È la presenza di Dio che santifica l’uomo, non la santità dell’uomo che rende presente Dio. L’alba non produce il sole: è il primo segno che il sole sta sorgendo. Ma che cosa significa tutto questo per noi? Forse la cosa più importante è quella di capire che la presenza di Dio è più grande dei nostri peccati, più grande delle nostre resistenze all’amore. Un peccatore non si purifica prima di trovarsi di fronte a Cristo, ma è purificato dalla presenza di Cristo, perché la presenza di Gesù è la misericordia di Dio» (P. Mauro Giuseppe Lepori, La vita si è manifestata).

«Signore tu sei in mezzo a noi,
ma non ancora completamente in noi, non ancora fatto nostra vita.
Per questo siamo sempre in attesa e il nostro tempo è ancora tempo di avvento.
Ti preghiamo: fa’ che la pienezza di vita che risplende nell’esistenza di Maria
aiuti tutti noi a pregare sempre con le sue parole:
“Ecco, sono la serva del Signore, si compia in me la sua parola”.
La tua grazia, Signore, guarisca anche in noi le ferite del peccato da cui hai liberato la Vergine Maria,
 perché, liberati dalla soggezione al nostro istinto egoista,

possiamo essere anche noi protagonisti della storia nuova a cui chiami tutti gli uomini» (Piero Buschini).

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