Valdostani al Brennero |
Ti propongo un post scritto dal direttore di Coldiretti Ezio Mossoni che ospito spesso anche sul Corriere della Valle d'Aosta.
L’azione che Coldiretti ha intrapreso il 4 e il 5 dicembre, con tre grandi manifestazioni a favore del Made in Italy ha, senza dubbio, dato i suoi frutti. Oltre alle norme che già stanno cambiando – anche a livello Comunitario - cresce sempre più, ed è importantissimo, nel consumatore la coscienza che “fare la spesa” non è un meccanismo automatico che si fa sbattendo nel carrello “cose” da mangiare (ma soprattutto da “dare da mangiare” ai nostri figli) e il consumatore, si sa, è la forza trainante rispetto alle decisioni dell’industria alimentare anche se, ultimamente, è proprio una certa industria che cerca di interferire – con pubblicità subdola e messaggi poco chiari – sulle abitudini del consumatore, cercando di imporre le scelte.
Se il consumatore, invece, saprà fare degli atti consapevoli, ragionando sulle proprie scelte, l’industria alimentare lo asseconderà immediatamente e cavalcherà la situazione.
Alle manifestazioni Coldiretti – noi abbiamo partecipato al Brennero e ne parlerò – subito si sono levate voci di critica da Federalimentare e di Confindustria, anche al Ministro all’Agricoltura che era con noi, sottolineando che nulla viene fatto al di fuori delle regole. Certo, nessuno lo nega, ma sono proprio quelle regole che vogliamo cambiare; è perfettamente lecito acquistare cosce di maiale, latte, mozzarelle e concentrato di pomodoro all'estero, stagionarli e lavorarli in Italia, e metterci l’etichetta “Made in Italy”…..… ma mi chiedo e vi chiedo………è giusto ?
Pochi giorni fa il più grande imprenditore della pasta Italiana ( facile capire chi sia) diceva che la materia prima non centra nulla con il made in Italy; è la sapiente mano dei trasformatori italiani con le loro ricette che sono determinanti per offrire al mondo un vero prodotto Italiano.
Ecco la differenza tra noi e loro, noi la pensiamo diversamente, pensiamo che non possa esserci un prodotto alimentare made in Italy senza che la materia prima sia italiana e ci rimettiamo al giudizio che non è di lobby né di interesse: il mercato, alla fine, lo fa il consumatore.
Mi viene poi una considerazione “lapalissiana”: se è vero che la materia prima è ininfluente per determinare il M.i.Italy perché non si riporta l’origine sulle etichette? Se non interessa e non è importante tanto vale scriverlo! Tutto questo per dire che il mondo agricolo, nel terzo millennio, non è contro le importazioni, né vuole l’embargo; noi non siamo contro i prodotti esteri ma contro quelli che cambiano nome e cognome ! avete mai visto una Mercedes che entra in Italia e mette il marchio Fiat ? Invece al Brennero abbiamo visto due TIR in fila pieni di patate tedesche con l’etichetta già scritta in italiano di una ditta di Palermo, con tanto di telefono e indirizzo. Chi compra quelle patate cosa è convinto di comprare ? E lo stesso con un camion pieno di mozzarelle e semilavorati in pasta filata, sempre etichettati in Italiano con tanto di bandiera bianco-rosso-verde, per poi tacere di un Tir carico di cosce di prosciutto non bollate, questa sì che è una pratica illegale, che potrebbero anche diventare prosciutti DOP. Taccio su una lunga fila di autobotti piene di latte tedesco e polacco e su un camion pieno di grano duro dell’Est Europa. Ma, credetemi, e chi ha avuto occasione di frequentare quella autostrada mi capisce benissimo, il numero di camion che abbiamo fermato è assolutamente irrilevante rispetto al continuo transitare di merci e i quantitativi che passano le frontiere, ogni giorno, sono impressionanti.
Come persona attenta ai problemi agricoli ho maturato, però, un forte segnale positivo: si tratta solo di tempo, ci saranno sacche di resistenza che – probabilmente – allungheranno i tempi ma la trasparenza sull'origine dei prodotti arriverà e sarà un giorno di festa per i consumatori e per gli agricoltori.
IL CIBO CON OBBLIGO DI ORIGINE IN ETICHETTA
v Carne bovina: dal
primo gennaio 2002 ( dopo mucca pazza)*
v Pesce fresco: dal 10
aprile 2002 obbligo di indicare la provenienza
v Frutta e Verdura fresca: dal 25 febbraio 2003 obbligo di
indicare origine, varietà e categoria
v Uova : dal primo gennaio
2004 obbligatorio il codice sul guscio
v Miele : dal
primo agosto 2004 obbligatorio indicare il Paese d’origine
v Latte fresco : dal 7
giugno 2005 obbligatorio indicare il luogo di provenienza degli allevamenti
v Carne di Pollo : dal 17
ottobre 2005 obbligo etichetta di origine*(dopo l’aviaria)
v Passata di Pomodoro: dal
15 giugno 2006 obbligo di indicazione del luogo delle coltivazioni
v Olio Extra Vergine di Oliva :decreto del 18 ott. 2007 indicazione dello Stato da cui provengono le
olive e dove si trova il frantoio
v *Provvedimenti Comunitari sanitari
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