15 dicembre 2013

#Agroalimentare: #Coldiretti per il vero Made in Italy



Valdostani al Brennero

Ti propongo un post scritto dal direttore di Coldiretti Ezio Mossoni che ospito spesso anche sul Corriere della Valle d'Aosta.

L’azione che Coldiretti ha intrapreso il 4 e il 5 dicembre, con tre grandi manifestazioni a favore del Made in Italy ha, senza dubbio, dato i suoi frutti. Oltre alle norme che già stanno cambiando – anche a livello Comunitario - cresce sempre più, ed è importantissimo, nel consumatore la coscienza che “fare la spesa” non è un meccanismo automatico che si fa sbattendo nel carrello “cose” da mangiare (ma soprattutto da “dare da mangiare” ai nostri figli) e il consumatore, si sa, è la forza trainante rispetto alle decisioni dell’industria alimentare anche se, ultimamente, è proprio una certa industria che cerca di interferire – con pubblicità subdola e messaggi poco chiari – sulle abitudini del consumatore, cercando di imporre le scelte.

Se il consumatore, invece, saprà fare degli atti consapevoli, ragionando sulle proprie scelte, l’industria alimentare lo asseconderà immediatamente e cavalcherà la situazione.

Alle manifestazioni Coldiretti – noi abbiamo partecipato al Brennero e ne parlerò – subito si sono levate voci di critica da Federalimentare e di Confindustria, anche al Ministro all’Agricoltura che era con noi, sottolineando che nulla viene fatto al di fuori delle regole. Certo, nessuno lo nega, ma sono proprio quelle regole che vogliamo cambiare; è perfettamente lecito acquistare cosce di maiale, latte, mozzarelle e concentrato di pomodoro all'estero, stagionarli e lavorarli in Italia, e metterci l’etichetta “Made in Italy”…..… ma mi chiedo e vi chiedo………è giusto ?

Pochi giorni fa il più grande imprenditore della pasta Italiana ( facile capire chi sia) diceva che la materia prima non centra nulla con il made in Italy; è la sapiente mano dei trasformatori italiani con le loro ricette che sono determinanti per offrire al mondo un vero prodotto Italiano.

Ecco la differenza tra noi e loro, noi la pensiamo diversamente, pensiamo che non possa esserci un prodotto alimentare made in Italy senza che la materia prima sia italiana e ci rimettiamo al giudizio che non è di lobby né di interesse: il mercato, alla fine, lo fa il consumatore.

Mi viene poi una considerazione “lapalissiana”: se è vero che la materia prima è ininfluente per determinare il M.i.Italy perché non si riporta l’origine sulle etichette? Se non interessa e non è importante tanto vale scriverlo! Tutto questo per dire che il mondo agricolo, nel terzo millennio, non è contro le importazioni, né vuole l’embargo; noi non siamo contro i prodotti esteri ma contro quelli che cambiano nome e cognome ! avete mai visto una Mercedes che entra in Italia e mette il marchio Fiat ? Invece al Brennero abbiamo visto due TIR in fila pieni di patate tedesche con l’etichetta già scritta in italiano di una ditta di Palermo, con tanto di telefono e indirizzo. Chi compra quelle patate cosa è convinto di comprare ? E lo stesso con un camion pieno di mozzarelle e semilavorati in pasta filata, sempre etichettati in Italiano con tanto di bandiera bianco-rosso-verde, per poi tacere di un Tir carico di cosce di prosciutto non bollate, questa sì che è una pratica illegale, che potrebbero anche diventare prosciutti DOP. Taccio su una lunga fila di autobotti piene di latte tedesco e polacco e su un camion pieno di grano duro dell’Est Europa. Ma, credetemi, e chi ha avuto occasione di frequentare quella autostrada mi capisce benissimo, il numero di camion che abbiamo fermato è assolutamente irrilevante rispetto al continuo transitare di merci e i quantitativi che passano le frontiere, ogni giorno, sono impressionanti.

Come persona attenta ai problemi agricoli ho maturato, però, un forte segnale positivo: si tratta solo di tempo, ci saranno sacche di resistenza che – probabilmente – allungheranno i tempi ma la trasparenza sull'origine dei prodotti arriverà e sarà un giorno di festa per i consumatori e per gli agricoltori.




IL CIBO CON OBBLIGO DI ORIGINE IN ETICHETTA


v Carne bovina: dal primo gennaio 2002 ( dopo mucca pazza)*
v  Pesce fresco: dal 10 aprile 2002 obbligo di indicare la provenienza
v  Frutta e Verdura fresca: dal 25 febbraio 2003 obbligo di  indicare origine, varietà e categoria                    
v  Uova : dal primo gennaio 2004 obbligatorio il codice sul guscio
v  Miele : dal primo agosto 2004 obbligatorio indicare il Paese d’origine
v  Latte fresco : dal 7 giugno 2005 obbligatorio indicare il luogo di provenienza degli allevamenti
v  Carne di Pollo : dal 17 ottobre 2005 obbligo etichetta di origine*(dopo l’aviaria)
v  Passata di Pomodoro: dal 15 giugno 2006 obbligo di indicazione del luogo delle coltivazioni
v  Olio Extra Vergine di Oliva :decreto del 18 ott. 2007 indicazione dello Stato da cui provengono le olive e dove si trova il frantoio


v  *Provvedimenti Comunitari sanitari    



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